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Diffamazione, la casta si blinda. La Commissione Giustizia del Senato ha approvato all’unanimità una norma che prevede il carcere fino a nove anni per il giornalista che diffama a mezzo stampa un politico o un magistrato. Chi invece scrive cose sbagliate su un cittadino viene condannato a sei anni di reclusione. La protesta dell’Ordine e della Fnsi.

Roma, 25 maggio 2916 - La Commissione Giustizia del Senato ha approvato all’unanimità una norma che prevede il carcere fino a nove anni per il giornalista che diffama a mezzo stampa un politico o un magistrato. Chi invece scrive cose sbagliate su un cittadino viene condannato a sei anni di reclusione. Il Comitato esecutivo dell’Ordine dei Giornalisti, riunitosi a Roma, osserva che da un lato si sbandiera come già realizzata (ma di fatto insabbiata) l’abolizione del carcere per la diffamazione a mezzo stampa, dall’altro, con un blitz, si inaspriscono le pene determinando una disparità di trattamento tra politici e magistrati - che vengono considerati cittadini di serie A - e tutti gli altri. Non può essere giustificabile la  motivazione secondo cui il provvedimento nasce da una presunta tutela degli amministratori pubblici da intimidazioni, violenze o minacce finalizzate a bloccarne il mandato. Anzi, in realtà si accentua il tentativo di intimidire i giornalisti limitando il diritto dei cittadini ad essere informati. (www.odg,it)


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Pene più severe se il giornalista diffama politici e magistrati, la Fnsi: «Non ci sono cittadini "più uguali" di altri» - TESTO IN http://www.fnsi.it/pene-piu-severe-se-il-giornalista-diffama-politici-e-magistrati-la-fnsi-non-ci-sono-cittadini-piu-uguali-di-altri





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