Perché pubblichiamo tante brutte notizie. E’ bene sapere che cosa accade intorno a noi mentre il Parlamento propone nuove leggi carogna per limitare la libertà di espressione e lo spazio del giornalismo.
di ossigeno
OSSIGENO, 26 maggio 2016 - L’ultima mina è potente. Fu piazzata un anno fa con un ben congegnato disegno di legge da parlamentari animati da buone intenzioni. Da tre settimane la mina è stata innescata dalla Commissione Giustizia del Senato e ora l’Aula di Palazzo Madama può farla deflagrare, come riferiamo a parte, per mettere fine a tante critiche che i giornali e i blog rivolgono a sindaci, assessori, politici e magistrati, mandando sotto processo e possibilmente in galera chi non si mette in riga, come avviene in Turchia. Questa grande soluzione è stata preparata sotto gli occhi di tutti. Ma nessuno se n’è accorto fino a quando, per fortuna, il 25 maggio, il giornalista Francesco Grignetti (bravo, grazie) ha dato l’allarme dalle colonne de La Stampa (grazie anche al La Stampa). Come mai nessuno ci aveva ancora avvertito prima? Di certo di fronte a una guardia così distratta gli assedianti di Troia non avrebbero avuto bisogno dell’astuzia di Ulisse. Questa disattenzione è la causa o la conseguenza della brutta situazione in cui ci troviamo? Dovremmo capirlo. Di certo c’è soltanto il fatto che molti si sforzano di non vedere le brutte cose che accadono. Non è saggio ignorare i fatti. Eppure alcuni amici non ci riescono e mi hanno confessato che non riescono a leggere le brutte notizie diffuse da Ossigeno. Trovano triste e disarmante il panorama dei guai e dei problemi irrisolti per i quali non si trova rimedio. Li capisco bene. Tocca agli addetti ai lavori superare questo fastidio e conoscere anche ciò che dicono tantissimi fatti provati che i giornali non riescono a riferire: che a casa nostra siamo liberi di parlare bene di tutti, ma non altrettanto liberi di criticare qualcuno e tantomeno di rendere pubblici fatti e circostanze che le persone coinvolte non vogliono far conoscere, anche se i fatti sono veri, anche se i protagonisti hanno un ruolo pubblico, anche se ciò che hanno fatto è di interesse generale, riguarda i cittadini. Se bisogna chiedere il permesso per pubblicare qualsiasi cosa, che libertà di stampa è? Dobbiamo guardare in faccia questa realtà. Sarebbe necessario e urgente risolvere questo problema invece di nascondere la polvere (i fatti) sotto il tappeto e fingere che non ci sia. Per aiutare ad aprire gli occhi, Ossigeno alza quel tappeto, fotografa quella polvere e la mostra. Non è uno spettacolo bello. Qualcuno ci dice di non farlo per carità di patria. Noi lo faremo finché non troveremo un modo migliore di porre il problema. Di dire, ad esempio, come facciamo questa settimana, che nel nostro paese ci sono tanti sindaci, assessori, pubblici amministratori fermamente animati dalla convinzione che la libertà di stampa consista nel parlare bene di loro e pronti a querelare (fra l’altro, a spese dei cittadini) chi la pensa diversamente. Non abbiamo trovato un modo altrettanto convincente per dirlo. Noi pensiamo che conoscere e rappresentare questa povera Italia sia utile per aiutare le vittime e per ricordare che, insieme con gli altri problemi irrisolti, c’è anche questo problemino. ASP - TESTO IN http://notiziario.ossigeno.info/2016/05/perche-pubblichiamo-tante-brutte-notizie-69925/
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