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PREVIDENZA E CONTRATTO. Roberto Carella (storico ex consigliere d'amministrazione del'Inpgi) attacca la dirigenza dell'Istituto e della Fnsi: "Con la riforma della struttura dell’ente che avevamo già portato in dirittura d’arrivo un anno e mezzo fa, avremmo fatto risparmiare alla categoria quei milioni e milioni di euro che ora vengono chiesti ai pensionati, ai futuri pensionati, alla categoria degli attivi". Manca il dialogo con i pensionati. Sul punto Raffaele Lorusso mi ha detto un anno fa: “Io sono il segretario degli attivi. Devo preoccuparmi di chi il lavoro ce l’ha o è disoccupato, non di chi ha una pensione”. Ora il segretario della Fnsi si accorge di non esser in grado di condurre in porto le trattative del contratto. "E come ricetta ha scelto la via dei prelievi ai pensionati. Sarebbero tagli pericolosissimi perché sarebbero l’inizio di altri prelievi a pioggia. Sarebbero l’apertura di una diga, sapendo di non poterla più ricostruire. In Italia nulla è più certo della provvisorietà". La paralisi della ex fissa.

di Roberto Carella


Abbiamo un mezzo segretario della Fnsi che invece di proporre novità NEL DESERTO DELLE IDEE  campa di riscoperte. Purtroppo ho visto come ha lavorato in Inpgi negli ultimi due anni e ho sentito da lui solo frasi demagogiche, solo tentativi di coprire con l’Inpgi le proprie debolezze. Debolezze e null’altro. Il prelievo forzoso dalle pensioni è stato bocciato dalla Consulta, ma sia lui sia il dg dell’Inpgi sia il mezzo presidente dell’Inpgi (…di cui la maggior parte della categoria non conosce neppure il nome vista la sua pochezza…), hanno pervicacemente voluto riproporlo. Per fare cosa? Con la riforma della struttura dell’Inpgi che avevamo già portato in dirittura d’arrivo un anno e mezzo fa, avremmo fatto risparmiare alla categoria quei milioni e milioni di euro che ora vengono chiesti ai pensionati, ai  futuri pensionati, alla categoria degli attivi.


Io mi sono battuto invano, perché la maggioranza del Cda per motivi squisitamente di bottega era contraria. E sono stato messo in minoranza. E sapete perché erano contrari Camporese e Serventi? Perché nel testo di riforma non si poteva più inserire il terzo mandato per la presidenza dell’Inpgi (a causa dello scandalo Sopaf ormai esploso). Da allora, con la connivenza colpevole di Lorusso, della riforma dell’Inpgi non si è più parlato. Una riforma che avrebbe tagliato rami secchi, un terzo del consiglio generale, gran parte delle inutili e costose commissioni, il personale e i dirigenti grazie ad accorpamenti, le consulenze a pioggia degli ultimi tempi tutte decise da presidente e Dg,  gli stipendi apicali…


Era finito il periodo d’oro del giornalismo e occorreva intervenire subito alla radice. Ma io e altri due consiglieri siamo stati zittiti e messi in minoranza.


Inoltre - ma Raaffaele Lorusso(segretario della Fnsi) se ne è dimenticato – c’era il nodo Sopaf. Otto anni fa il Cda sarebbe stato truffato – secondo il Pm di Milano, dott. Gaetao Ruta  - con la connivenza addirittura del nostro presidente Camporese che ci avrebbe nascosto gli atti dovuti per ogni delibera. E l’Inpgi avrebbe perduto una cifra fra i 7 e i 9 milioni di euro. 


Ebbene, il Cda e Lorusso respinsero la mia proposta di costituirci parte civile!   Con motivazioni di opportunità. Io volevo farlo per garantire il patrimonio dell’istituto. Poi, dopo tre mesi , sull’ondata dello sdegno della categoria, Lorusso e il Cda (in gran parte costituito da vecchi consiglieri!) dovettero fare clamorosamente marcia indietro. Ora Lorusso  si accorge di non esser in grado di condurre in porto le trattative del contratto.  Ma ha voluto lui essere eletto e lui come ricetta ha scelto la via dei prelievi ai pensionati. Sarebbero tagli pericolosissimi perché sarebbero l’inizio di altri prelievi a pioggia. Sarebbero l’apertura  di una diga, sapendo di non poterla più ricostruire. In Italia nulla è più certo della provvisorietà. Ma Lorusso e parte della Giunta Fnsi peccano anche di voluta ignoranza: da sei anni le pensioni sono bloccate dal mancato adeguamento previsto dalla perequazione. In soldoni ciò cosa significa: che i pensionati hanno già dato all’Inpgi oltre 30 milioni di euro.  I cattivi siamo noi? Strano che Lorusso non faccia la voce grossa con gli editori. Eppure grandi editori come quelli  di Repubblica-L’Espresso mietono utili su utili. Anche quest’anno.


Cosa manca? Manca la concertazione con la Fieg non da posizione subordinata, prona. Manca quella collaborazione che deve portare Fnsi e Fieg a fare fronte davanti al governo. Per ottenere nuovi aiuti “controllati” per l’editoria  (giornali seri come il Primorski meritano di più, molto di più) …  Manca il dialogo con i pensionati.  Lorusso ha delegato per i pensionati, ma su quali basi?   Ve lo dico io, perché  me lo disse lui stesso un anno fa: “Io sono il segretario degli attivi. Devo preoccuparmi di chi il lavoro ce l’ha o è disoccupato, non di chi ha una pensione”. 


No, “non caro” Lorusso, noi pensionati abbiamo pari dignità e pari diritti. Siamo iscritti  per farci tutelare. Ma vi faccio una domanda: nella Fnsi chi ci tutela? E cosa sta facendo il sindacato al momento per noi?  Ben poco, se sta passando la delibera dell’Inpgi sul prelievo forzoso ai pensionati. E se, come da più parti gridato in questi giorni, sta saltando l’ex fissa proprio a causa dell’inadempienza della Fnsi  che, pur essendo a conoscenza dei conti , non ha ancora chiesto la verifica assieme alla Fieg.  Verifica prevista dall’accordo quadro stipulato da Siddi e dagli editori. Anche questa è la prova che siamo stati abbandonati. Ma naturalmente fioccheranno le cause sia contro Fnsi sia contro Fieg. E sapete perché fioccheranno? Perché fino ad ora i magistrati avevano respinto quasi tutte le cause con questa motivazione: “La rateizzazione in tempi certi garantisce il pagamento del dovuto”  Ebbene, i tempi certi stanno per cadere: se entro un mese la Fieg, sollecitata dalla Fnsi, non mette mano al portafogli, in dicembre salta la rata della ex fissa.


Ma non basta. Saltano di fatto anche le rate per i 300 neo pensionati che sono andati in quiescenza dopo il luglio 2014 e saltano anche le ex fissa di coloro che l’hanno già maturata e andranno in pensione nei prossimi anni!  Insomma, la paralisi della ex fissa non riguarda solo i 1200 giornalisti iniziali che attendono anche da 6 anni, ma anche moltissimi attivi!


Non tollero che si dica che in questo momento la categoria ha problemi più gravi, che il lavoro cala, che c’è una crisi strutturale. E’ l’ovvietà !  Solo un idiota non se ne rende conto. E proprio per questo la perequazione delle pensioni è stata bloccata. Ma l’ex fissa è un debito.  E i debiti si pagano. Mi provoca fastidio che la Fnsi, il “mio” sindacato, al quale sono iscritto da 40 anni e nel quale fino ad ora ho creduto, non se ne occupi. E tratti il problema con sufficienza. Che lo faccia il “presidente ombra dell’Inpgi” non mi stupisco. Ma che lo faccia il “mio” sindacato, ciò mi indigna. Ecco perché io mi sento tradito. Nella Giunta della Fnsi c’è anche qualche persona capace e intelligente, ma fino a che ci sarà Lorusso, “questo” non sarà più il sindacato di chi è in pensione; e quindi non  sarà più il mio sindacato.





Muggia, 19 settembre 2016






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