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INPGI. Situazione buia. Appello ai ministri Padoan e Poletti: "Fate in fretta ad approvare la riforma che è sui vostri tavoli dal 4 ottobre 2016, cioè da tre mesi e 23 giorni. La situazione dell'Istituto precipita di giorno in giorno: lo dicono i bilanci". Dall'assestamento al bilancio di previsione 2016 si apprende che lo sbilancio previdenziale viaggia sui 121 milioni di euro contro un preventivo di quasi 92 milioni. Le previsioni del 2017 parlano di un risultato negativo per 134 milioni. La certezza delle pensioni serve a dare tranquillità non solo a chi è in quiescenza ma soprattutto autonomia e solidità a chi esercita la professione che vive un momento drammatico (crisi delle edicole e delle pubblicità, assunzioni quasi nulle, costante fuga dalle redazioni). Inpgi di nuovo ente pubblico è una soluzione ragionevole da perseguire in fretta.

di FRANCO ABRUZZO/presidente di Unpit


La riforma dell'Inpgi, varata dal Cda il 28 settembre 2016, è dal 4 ottobre successivo sui tavoli dei ministri vigilanti del Lavoro e dell'Economia. Rilancio l'appello ai ministri Padoan e Poletti: "Fate in fretta ad approvare la riforma che è sui vostri tavoli da tre mesi e 23 giorni. La situazione  dell'Istituto precipita di giorno in giorno: lo dicono i bilanci". Dall'interrogazione parlamentare di Giorgio Airaudo (Gruppo Si-Sel) emergono fatti terrificanti sull'Inpgi: "Lo sbilancio nei conti dell'Istituto è ormai strutturale con una differenza nella gestione principale, Inpgi1, tra entrate e prestazioni erogate che ha sfiorato i 112 milioni nel 2015 (-81 milioni nel 2014, -51 milioni nel 2013, -7 milioni nel 2012) -, ma la situazione è ancora più grave se si considera il rapporto tra contributi obbligatori e prestazioni obbligatorie (-140 milioni di euro nel 2015); sbilancio dovuto alla drammatica situazione del settore (in 5 anni si sono persi oltre 3 mila posti di lavoro, con moltissimi prepensionamenti)". Dall'assestamento al bilancio  di previsione 2016 si apprende che lo sbilancio previdenziale viaggia sui 121 milioni di euro contro un preventivo di quasi 92 milioni. Le previsioni del 2017 parlano di un risultato negativo per 134 milioni (in http://www.inpgi.it/sites/default/files/Bilancio%20Preventivo%202017%20AGO_26%2010%202016OK.pdf ).


L'Inpgi è sull'orlo del commissariamento (sollecitato al Governo da Giorgio Airaudo):  è una considerazione non nuova (la riserva tecnica piena delle 5 annualità scenderà  quest'anno al 3,54% e sempre quest'anno l'ente dovrà smobilitare parte del patrimonio finanziario per 150 milioni di euro). Il prelievo sulle pensioni è un fatto illegittimo  come si ricava dalle sentenze della Cassazione che nega tale potere "parlamentare" alle Casse. Le pensioni sono in pericolo: lo affermano la sentenza 7/2017 della Corte costituzionale e la stessa legge di privatizzazione delle Casse (dlgs 509/1994) che esclude il soccorso pubblico in caso di default. La crisi profonda dell'Inpgi in tema di entrate previdenziali è strutturale come emerge dai bilanci, dalle connesse relazioni del presidente, del direttore generale, del Collego sindacale  e soprattutto dalle relazioni annuali della Corte dei Conti; in quella relativa al 2015 si legge: "Il bilancio tecnico acquisito dall’Istituto nel maggio 2016, che tiene conto della normativa vigente (dell’effetto, cioè, dei soli interventi di riforma approvati dai Ministeri vigilanti), espone una situazione, a giudizio dello stesso attuario, di non solvibilità della gestione, con un patrimonio che si azzera nel 2030 e torna ad essere positivo solo dal 2060. Il quadro che emerge dai risultati del 2015 è reso, dunque, ancor più preoccupante dall’andamento prospettico della gestione ed impone agli organi di amministrazione dell’Inpgi di porre responsabilmente in essere ulteriori, severi interventi per rimediare ad una situazione, altrimenti, in modo serio compromessa" (http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_controllo_enti/2016/delibera_60_2016.pdf ).


Nell'interrogazione del senatore Salvatore Margiotta (Pd) si sollecita il Governo a risolvere la questione della riforma con una iniziativa "immediata". Scrive il parlamentare: "Si determina in questi giorni una situazione paradossale, con incertezza sia per le aziende che per i giornalisti dipendenti".  Sotto accusa la Direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero del Lavoro, cha ha fatto pressioni insistenti sul Cda dell'Istituto perché varasse in tempi stretti la riforma da rendere operativa dal 1° gennaio 2017. Si sa che nei due Ministeri vigilanti esistono perplessità sulle clausole di salvaguardia e sui diritti quesiti nonché sulla delibera  che prevede prelievi (illegittimi) sulle pensioni. In passato i ministeri vigilanti hanno bocciato i prelievi. Padoan e Poletti (con Renzi) hanno promesso di non mettere le mani nelle tasche dei pensionati.


Il futuro dell'Inpgi è l'Inps e, oggi,  il  recupero dello status di ente pubblico (come nella stagione 1951-1994) si impone come prioritario. La certezza delle pensioni serve a  dare tranquillità non solo a chi è in quiescenza ma soprattutto autonomia e solidità a chi esercita la professione che vive un momento drammatico (crisi delle edicole e delle pubblicità, assunzioni quasi nulle, costante fuga dalle redazioni).


Informare gli iscritti in modo "chiaro e trasparente sulla situazione e  sull'andamento economico e gestionale" dell'Istituto è un "impegno" scritto nel "Codice etico" dell'Inpgi, ma disatteso in larga misura. E' vero che nel sito dell'Istituto (http://www.inpgi.it/?q=node/641) sono pubblicati tutti i bilanci e  le relazioni della Corte dei Conti. Ma quanti leggono questi documenti lunghi e complessi? Quei testi andrebbero spiegati, riassunti e titolati adeguatamente. Ed è ciò che non accade.









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.18.1.2017 - PREVIDENZA & GIORNALISTI. L'Inpgi, ente pubblico dal 1951 al 1994, deve tornare ente pubblico. La sua collocazione tra le casse privatizzate è in contrasto con un  giudicato costituzionale (sentenza 214/1972 della Consulta) tutelato dall'articolo 136 della Carta fondamentale: “Insussistente l'analogia fra la cassa di previdenza dei giornalisti e quelle degli avvocati, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei geometri".  Esiste il diritto alla pensione (art 38 Cost), ma non al quantum dice la giurisprudenza. Così i giornalisti in caso di default rischiano di ricevere l'assegno sociale (501,89 euro lordi al mese x 13). Da fine settembre 2016 si attende la decisione dei ministri Padoan e Poletti sulla riforma della Fondazione, una riforma che restringe le prestazioni generose del passato. Il disastro vaticinato dall'attuario nel 2004, ma le prime misure sono state adottate soltanto nel 2015. In questo arco lungo di tempo dov'era la vigilanza del Governo? E nello stesso tempo la Corte dei conti controllava i bilanci e inascoltata predicava alla Luna. Così oggi l'Istituto è sull'orlo del commissariamento. -  di FRANCO ABRUZZO/presidente  di Unpit (Unione nazionale pensionati per l'Italia)  -  TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22496



.27.10-2016 - INPGI/Assestamento 2016 e preventivo 2017. Approvati dal Consiglio generale i Bilanci della Gestione principale e della Gestione separata. Il bilancio di assestamento 2016 della gestione principale  si chiude con un risultato della gestione previdenziale e assistenziale in negativo per circa 121 milioni di euro (derivante dai 410,6 milioni di ricavi a fronte dei 531,9 milioni di uscite), che salgono a circa 134 nel bilancio di previsione 2017, dove troviamo circa 409,4 milioni di ricavi e 543,6 milioni di uscite. I saldi finali della gestione del suo complesso registrano un avanzo di gestione di circa 2 milioni di euro nell'assestamento 2016, che diventa invece un disavanzo per circa 38 milioni nel preventivo 2017. - di inpgi.it - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21855





.28.9.2016. INPGI - Via libera dal Cda alla riforma delle prestazioni per garantire l’autonomia e la sostenibilità della gestione. Modificati i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia che vede incrementare, progressivamente nel triennio 2017 – 2019, l’età anagrafica richiesta, fino ad elevarla a regime a 66 anni e 7 mesi. Modificati anche i  requisiti di accesso alla pensione d’anzianità, che prevede un progressivo innalzamento dell’anzianità contributiva fino ad arrivare nel 2019 a 40 di contribuzione con 62 anni di età. Il Consiglio di amministrazione ha inoltre approvato a maggioranza, con due voti contrari, l’introduzione di un contributo straordinario di partecipazione al riequilibrio finanziario della Gestione previdenziale da applicare, in via temporanea per la durata di 3 anni a decorrere dalla data di approvazione dell’odierna delibera, a tutti i trattamenti di pensione erogati dall’Inpgi, di importo pari o superiore a  38.000 euro lordi annui, con percentuali crescenti in base alle diverse fasce reddituali. Il provvedimento (secretato) ora va all'esame dei Ministri dell'Economia e del Lavoro. Lorusso (FNSI): “Interventi pesanti ma inevitabili”.  - di www.inpgi.it - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21661





 






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