Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
  » I fatti della vita
INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  I fatti della vita
Stampa

Camera dei Deputati. Interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. I parlamentari di Si-Sel, Giorgio Airaudo e Arturo Scotto chiedono:
"a) come si intenda garantire a chi ha versato «fior fiore» di contributi per decenni, a chi è in pensione, a chi sta per andarci e a chi si avvicina o svolge una professione che ha attinenza con i diritti costituzionali quale il diritto all'informazione, la certezza di avere una previdenza e un'assistenza degne di questo nome;
b) se, in situazione così gravemente compromessa, il Governo non ritenga indispensabile assumere le iniziative di competenza per il commissariamento dell'ente, qualora tale misura non fosse già tardiva".

Atto Camera -  Interrogazione a risposta scritta 4-15254 presentato da AIRAUDO Giorgio - testo di mercoledì 18 gennaio 2017, seduta n. 726.Giorgio  AIRAUDO (Si-Sel) e  Arturo SCOTTO (Si-Sel). — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:


nelle scorse settimane oltre mille giornalisti in una petizione pubblica hanno manifestato profonda preoccupazione per la cosiddetta «riforma» varata dal consiglio di amministrazione dell'Inpgi (Istituto nazionale previdenza giornalisti italiani) che stabilisce un prelievo di solidarietà dalle pensioni in essere, eleva l'età pensionabile a 66 anni e 7 mesi di età, sancendo quelle che appaiono inique e incostituzionali disparità tra gli iscritti e rappresentando di fatto un ostacolo al riequilibrio del mercato del lavoro tra ingressi e uscite, e taglia pesantemente molte delle prestazioni erogate;


tali misure, oltre tutto, non appaiono agli interroganti idonee a mettere in sicurezza i conti dell'Istituto a causa della grave crisi che attanaglia oramai da 6 anni il settore dell'editoria –:





quali iniziative intenda adottare il Governo per accertare la reale situazione dei conti dell'Inpgi;





se il Governo non intenda verificare, per quanto di competenza, la corrispondenza dei bilanci dell'Inpgi degli ultimi quattro anni alla reale situazione economica e finanziaria;





se il Governo non intenda verificare la sussistenza oggettiva delle plusvalenze derivanti dai conferimenti immobiliari al fondo «G. Amendola» e assumere ogni iniziativa di competenza per chiarire tali operazioni contabili;





se il Governo non ritenga di dover acquisire la stima complessiva della rivalutazione del patrimonio immobiliare operata, con l'avvio del fondo, dall’«esperto indipendente», nonché le stime di apporto dei conferimenti redatte dal medesimo «esperto indipendente», onde accertare la corrispondenza con i reali valori di mercato dell'epoca;





se il Governo non intenda individuare quali siano le cause che con tutta evidenza, ad avviso degli interroganti, hanno attenuato il ruolo di vigilanza e controllo da parte dei rappresentanti della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri competenti (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero dell'economia e delle finanze) presenti negli organi collegiali dell'Inpgi, di fronte al determinarsi del gravissimo e irreversibile sbilancio nei conti dell'ente provocato dal ricorso continuo agli stati di crisi da parte degli editori, ai contratti di solidarietà e alla cassa integrazione;





se il Governo non intenda accertare se quello che gli interroganti giudicano un affievolimento, di fatto, del ruolo di vigilanza da parte dei rappresentanti della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri interessati continui tuttora;





quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare affinché nella dismissione delle case dell'Inpgi vengano introdotti e rispettati criteri di trasparenza;





quali iniziative di competenza intenda intraprendere perché i prezzi di vendita siano rapportati alla situazione reale e attuale del mercato immobiliare, con l'applicazione dello sconto riconosciuto dalle consuetudini su alloggi occupati, e affinché siano garantite tutele reali per le fasce deboli e per chi non può comprare;





se non si intenda verificare, per quanto di competenza, la correttezza sostanziale, oltre che formale, del bando di gara pubblico e delle varie fasi nella costituzione e gestione del fondo «G. Amendola»;





se non si intendano assumere iniziative per chiarire le finalità dell’«operazione Fondo», viste le dichiarazioni dei vertici dell'Inpgi che solo due anni fa escludevano tassativamente di voler vendere, e le finalità del piano di dismissioni, considerate le incongrue modalità con cui, ad avviso degli interroganti, si sta attuando;





quali iniziative il Governo intenda attivare affinché, anche nel piano di dismissioni si tenga conto della natura pubblica del patrimonio dell'Inpgi, che ha funzioni sostitutive dell'Inps ed è ente previdenziale privatizzato incaricato di pubbliche funzioni a norma dell'articolo 38 della Costituzione, con finalità puramente sociali, e non di perseguimento del massimo profitto mediante quelle che appaiono agli interroganti spericolate e oblique operazioni immobiliari;





se non si intenda verificare con quali strumenti e con quali modalità l'Inpgi affronti, per garantire le normali attività e il pagamento delle prestazioni dovute per legge, le esigenze di cassa e le carenze di liquidità;





quali iniziative urgenti il Governo intenda predisporre per riportare l'Inpgi sui binari della trasparenza nonché della sana e prudente gestione;





come si intenda garantire a chi ha versato «fior fiore» di contributi per decenni, a chi è in pensione, a chi sta per andarci e a chi si avvicina o svolge una professione che ha attinenza con i diritti costituzionali quale il diritto all'informazione, la certezza di avere una previdenza e un'assistenza degne di questo nome;





se, in situazione così gravemente compromessa, il Governo non ritenga indispensabile assumere le iniziative di competenza per il commissariamento dell'ente, qualora tale misura non fosse già tardiva. (4-15254)


§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§


27.1.2017 - INPGI. Situazione buia. Appello ai ministri Padoan e Poletti: "Fate in fretta ad approvare la riforma che è sui vostri tavoli dal 4 ottobre 2016, cioè da tre mesi e 23 giorni. La situazione  dell'Istituto precipita di giorno in giorno: lo dicono i bilanci". Dall'assestamento al bilancio  di previsione 2016 si apprende che lo sbilancio previdenziale viaggia sui 121 milioni di euro contro un preventivo di quasi 92 milioni. Le previsioni del 2017 parlano di un risultato negativo per 134 milioni. La certezza delle pensioni serve a  dare tranquillità non solo a chi è in quiescenza ma soprattutto autonomia e solidità a chi esercita la professione che vive un momento drammatico (crisi delle edicole e delle pubblicità, assunzioni quasi nulle, costante fuga dalle redazioni). Inpgi di nuovo ente pubblico è una soluzione ragionevole da perseguire in fretta. - di FRANCO ABRUZZO/presidente di Unpit - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22567





 





 





 






Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com