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INPGI. RIFOMA ATTESA DAL 4 OTTOBRE 2016. La "pratica" è sul tavolo della dott.ssa Concetta Ferrari, direttrice generale per le politiche previdenziali e assicurative (Ministero del Lavoro). Non sempre i tempi dell'alta burocrazia (Leviatano imperscrutabile) tengono conto delle situazioni drammatiche come quella vissuta dalla Fondazione, chiamata a dare i vitalizi (?) ai giornalisti di oggi e di domani. La confluenza dell'Inpgi nell'Inps - come è già avvenuto per Inpdai, Inpdap ed Enpals - ormai è imposta dalla crisi decennale dell'editoria che usa cigs, stati di crisi, prepensionamenti e licenziamenti in maniera crescente. (E che ovviamente non assume). L'adeguamento degli organici alla diffusione e al gettito pubblicitario determinerà il crac finale dell'Istituto (che quest'anno, per esigenze di cassa, dovrà operare disinvestimenti mobiliari pari a 150 milioni di euro). Governo e Parlamento non possono trattare i giornalisti come 'figliastri' della Repubblica. L'uguaglianza di trattamento è ancora un valore costituzionale fondamentale?

di FRANCO ABRUZZO/presidente di UNPIT


Roma, 12 febbraio 2017 - Dal 4 ottobre 2016 è sul tavolo della dott.ssa Concetta Ferrari, direttrice  generale per le politiche previdenziali e assicurative (Ministero del Lavoro), la riforma dell'Inpgi varata dal Cda dell'Istituto nella seduta del 28 settembre 2016. Dopo 4 mesi e 8 giorni le voci si rincorrono, ma pare che il Ministero dell'Economia - l'altro Ministero vigilante - abbia espresso il suo concerto in termini, si sussurra, durissimi (saltano le clausole di salvaguardia?). Nelle redazioni e tra i giornalisti il ritardo crea nervosismi, ansia, malessere. Siamo al 12 febbraio e non si sa nulla di preciso. Opportuna, quindi, l'interrogazione presentata il 20 gennaio dal senatore Salvatore Margiotta  (Pd), che chiede ai ministri vigilanti di risolvere la questione (paralizzante) con una iniziativa "immediata". Scrive il senatore Margiotta: "Si determina in questi giorni una situazione paradossale, con incertezza sia per le aziende che per i giornalisti dipendenti. Ad esempio: le nuove norme portano dal quest’anno l’età della pensione di vecchiaia a 66 anni, ma quelle ancora in vigore sono ferme a 65 anni. I giornalisti che compiono 65 anni in questi giorni rischiano di essere collocati a riposo, e magari tra una settimana il governo darà il previsto via libera alla delibera INPGI".


La direzione generale, retta dalla dott.ssa Ferrari, svolge funzioni molteplici e delicate (in http://www.lavoro.gov.it/ministro-e-ministero/Il-ministero/Uffici-centrali/Pagine/DG-per-le-politiche-previdenziali-e-assicurative.aspx) tra le quali:


svolge sugli enti privati di previdenza obbligatoria, di cui ai Decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509, e 10 febbraio 1996, n. 103, attività di:


1.vigilanza, indirizzo e coordinamento per l'applicazione della normativa previdenziale e assistenziale;


2.vigilanza giuridico-amministrativa ed economico-finanziaria, d'intesa con la COVIP;


3.esame e verifica dei relativi piani di impiego delle disponibilità finanziarie; approvazione delle relative delibere;


4.esame degli statuti e dei regolamenti: previdenziali, assistenziali, elettorali, di amministrazione e di contabilità; approvazione delle relative delibere;


5.analisi dei bilanci tecnici per la verifica della sostenibilità delle gestioni e dell'adeguatezza delle prestazioni previdenziali;


6.controllo sull'attività di investimento delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio, in collaborazione con la COVIP.


La dott.ssa Ferrari, per conto dei ministri  vigilanti in sede di valutazione della riforma varata il 28 luglio 2015, ha scritto nella lettera 2 febbraio 2016 (protocollo 0001379):  "I ministeri reputano necessario evidenziare che l'inpgi deve 'intervenire in breve con ulteriori modifiche che permettano il rientro del disavanzo, adottando norme che potrebbero risultare anche più restrittive di quanto prevede il sistema generale'". "e' rimesso alle scelte responsabili di efficace gestione degli organi di codesto istituto - si legge ancora nella lettera - considerare la possibilità dì armonizzare il proprio ordinamento previdenziale al sistema generale" (normativa Inps/Fornero, ndr). L'istituto dovrà intraprendere un complessivo progetto di riforma, utile a consentire il riallineamento delle risultanze gestionali al fine di garantire l'effettiva tutela previdenziale dei propri iscritti".  "E'  rimesso alle scelte responsabili di efficace gestione degli Organi di codesto Istituto - si legge nella lettera - considerare la possibilità dì armonizzare il proprio ordinamento previdenziale al sistema generale, adottando le opportune soluzioni in direzione:


      dell'adeguamento dei requisiti di accesso e delle modalità di calcolo delle prestazioni a quelli previsti dal sistema generale AGO;


      dell'adeguamento delle aliquote di rendimento per il calcolo del trattamento pensionistico a quelle vigente nel sistema generale;


      della verifica della sostenibilità delle altre prestazioni obbligatorie diverse da quelle lVS rispetto alle contribuzioni ad hoc previste;


      della verifica degli impatti che le prestazioni facoltative eventualmente previste dal nuovo progetto di riforma hanno sulle risultanze di gestione.


"Ferma restando quindi l'approvazione delle misure sopra individuate, si ritiene opportuno precisare che il progetto di riforma ordinamentale, stante la necessità di riequilibrio e risanamento con effetti anche di medio-lungo periodo, dovrà essere adottato in tempi brevi e corredato da elaborazioni tecniche che consentano alle Amministrazioni vigilanti di valutare, oltre alla sostenibilità complessiva della gestione, anche gli effetti separati di ciascuna delle misure che codesto INPGI intenderà prevedere. Si rimane in attesa delle determinazioni che codesto Istituto riterrà dì assumere". In quella occasione la dott.ssa Ferrari annunciò la bocciatura del prelievo sulle pensioni in essere. Concetti, questi, comunque,  ripetuti poi in altre due lettere del maggio e dell'ottobre 2016. Dalla lettura degli ultimi bilanci è  facile ricavare i dati che formano una fotografia nitida dell'attuale momento terrificante che vive l'Inpgi:


."Lo sbilancio nei conti dell'Istituto è ormai strutturale con una differenza nella gestione principale, Inpgi/1, tra entrate e prestazioni erogate che ha sfiorato i 112 milioni nel 2015 (-81 milioni nel 2014, -51 milioni nel 2013, -7 milioni nel 2012) -, ma la situazione è ancora più grave se si considera il rapporto tra contributi obbligatori e prestazioni obbligatorie (-140 milioni di euro nel 2015); sbilancio dovuto alla drammatica situazione del settore (in 5 anni si sono persi oltre 3mila posti di lavoro, con moltissimi prepensionamenti)".


.Dall'assestamento al bilancio  di previsione 2016 si apprende che lo sbilancio previdenziale viaggia sui 121 milioni di euro contro un preventivo di quasi 92 milioni. Le previsioni del 2017 parlano di un risultato negativo per 134 milioni.


.I dati portano nel 2016 l’indice di misurazione del rapporto tra il totale della spesa per prestazioni e le entrate contributive complessive a quota 129,53% rispetto a 128,10% del bilancio consuntivo 2015. Il rapporto invece, tra le uscite per prestazioni IVS correnti e le entrate contributive IVS correnti, nel 2016 è pari a 137,71% rispetto al 138,90% del 2015.


.L’analisi della voce di spesa per ammortizzatori sociali - opportuna in un periodo fortemente interessato da questi fenomeni - ci consegna uno scenario in cui la stima dei costi sostenuti per l’assestamento 2016, pari a 34,1 milioni, risulta in aumento rispetto a quanto preventivato, infatti:


- la spesa per i trattamenti di disoccupazione è pari a 14,1 milioni (+ 6,82%);


- la spesa per i contratti di solidarietà è pari a 15 milioni (+ 7,14%).


- la spesa per la cigs è pari a 5 milioni (in linea con quanto preventivato).


.Lo scenario che si delinea a seguito dell’esame degli indicatori del bilancio preventivo per l’esercizio 2017 fa registrare un saldo negativo complessivo pari a circa 37,9 milioni di euro.


.Per quanto riguarda l’obbligo di copertura del patrimonio rispetto alle cinque annualità di pensione, si evidenzia che il rapporto tra la Riserva IVS dopo la copertura del disavanzo e l’annualità di pensione al 31/12/94, pari a Euro 149.238.000, risulterebbe essere di 11,89 anni, mentre il rapporto con l’annualità di pensione corrente, pari a 500.900.000,risulterebbe essere di 3,54 anni (assestamento 2016 pari a 3,73 anni).


.Rapporto giornalisti attivi/pensionati: 1,77 (olim 2,88).


.Il patrimonio finanziario è di 536 milioni di euro, mentre il patrimonio immobiliare ammonta a un miliardo 280 milioni.


Le considerazioni e i numeri dovrebbero suggerire di assumere decisioni rapide almeno  nell'approvazione della riforma del 28 settembre 2016 e nell'avviare una riflessione sul destino dell'Inpgi. La confluenza dell'Inpgi nell'Inps  - come è già avvenuto per Inpdai, Inpdap ed Enpals - ormai è imposta dalla crisi decennale dell'editoria che usa cigs, stati di crisi, prepensionamenti e licenziamenti in maniera crescente. (E che ovviamente non assume). L'adeguamento degli organici alla diffusione e al gettito pubblicitario determinerà il crac finale dell'Istituto (che quest'anno, per esigenze di cassa, dovrà operare disinvestimenti mobiliari  pari a  150 milioni di euro). Governo e Parlamento  non possono trattare  i giornalisti come 'figliastri' della Repubblica. L'uguaglianza di trattamento è ancora un valore costituzionale fondamentale? Il giornalismo è il cuore del sistema democratico e non può essere abbandonato alla deriva con ricadute terribili sulla qualità dell'informazione. Il futuro traballante limiterebbe ancora di più l'autonomia e l'indipendenza di chi per professione scrive e costruisce ogni giorno quotidiani (di carta, radio tv, web) e periodici.


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18.1.2017 - PREVIDENZA & GIORNALISTI. L'Inpgi, ente pubblico dal 1951 al 1994, deve tornare ente pubblico. La sua collocazione tra le casse privatizzate è in contrasto con un  giudicato costituzionale (sentenza 214/1972 della Consulta) tutelato dall'articolo 136 della Carta fondamentale: “Insussistente l'analogia fra la cassa di previdenza dei giornalisti e quelle degli avvocati, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei geometri".  Esiste il diritto alla pensione (art 38 Cost), ma non al quantum dice la giurisprudenza. Così i giornalisti in caso di default rischiano di ricevere l'assegno sociale (501,89 euro lordi al mese x 13). Da fine settembre 2016 si attende la decisione dei ministri Padoan e Poletti sulla riforma della Fondazione, una riforma che restringe le prestazioni generose del passato. Il disastro vaticinato dall'attuario nel 2004, ma le prime misure sono state adottate soltanto nel 2015. In questo arco lungo di tempo dov'era la vigilanza del Governo? E nello stesso tempo la Corte dei conti controllava i bilanci e inascoltata predicava alla Luna. Così oggi l'Istituto è sull'orlo del commissariamento. -  di FRANCO ABRUZZO/presidente  di Unpit (Unione nazionale pensionati per l'Italia)  -  TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22496


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24.9.2016 - La Fieg tentata (a parole) dall'uscita dall'Inpgi perchè i contributi pagati per i giornalisti sono pari a quelli pagati per i dipendenti non giornalisti all'Inps. Ma non è vero. Eppure per decenni gli editori hanno pagato 7-8 punti in meno di contributi in contrasto con i vincoli della "legge Rubinacci" (n. 1564/1951): questa legge stabilisce che i contributi dovuti dai datori di lavoro (e le prestazioni erogate dall'Ente) non possono essere inferiori a quelli stabiliti per le corrispondenti forme di assicurazione obbligatorie (Inps). E' assodato che gli editori hanno violato la legge Rubinacci con la complicità dei dirigenti Fnsi e Inpgi, ma anche dei ministeri vigilanti (Tesoro e Lavoro) e della Corte dei Conti. L'Inpgi ora non dovrebbe essere risarcita dallo Stato? Si calcola che in 65 anni (dal 1951 a tutt'oggi) l'Inpgi sia stato depauperato di almeno un miliardo di euro per il minore incasso di contributi.  - di Francesco M. de Bonis/inviato -  TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21632


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a) INPGI  -  bilancio preventivo 2017 in http://www.inpgi.it/sites/default/files/Bilancio%20Preventivo%202017%20AGO_26%2010%202016OK.pdf


b) INPGI -  bilancio assestamento 2016  in http://www.inpgi.it/sites/default/files/Bilancio%20Assestamento%202016%20AGO_26%2010%2016OK.pdf


c) INPGI - Relazione della Corte dei Conti sull'esercizio 2015 in http://www.inpgi.it/sites/default/files/det%2060-2016-corte%20dei%20conti%202015.pdf


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.L'autore del messaggio: FRANCESCO ("FRANCO")  ABRUZZO, giornalista professionista dal 3/2/1963, già in forza a IL GIORNO e a IL SOLE 24 ORE,  presidente dell’Unpit (Unione nazionale pensionati per l’Italia - www.unpit.it ), sindaco dell'Inpgi,  consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (di cui è stato presidente dal 1989 al 2007), portavoce del MIL (Movimento Informazione e Libertà), già consigliere dell’Associazione lombarda dei Giornalisti e già docente universitario a contratto di Diritto dell’Informazione e Storia del Giornalismo.  - cell 3461454018, redazione telef/fax 022484456, skype: fabruzzo39, mail: fabruzzo39@yahoo.it  fabruzzo39@gmail.com - (il “CHI E’” è in www.francoabruzzo.it all’indirizzo http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5


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