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Stampa

CALCIO: Diritti Tv,
LA LEGGE
Melandri-Gentiloni.
Antitrust all’attacco.

Del Boca: va cambiato
il regolamento della
Lega Nazionale calcio

Diritti sportivi e
Fotogiornalisti.
Siddi: "Il diritto
di cronaca sportiva
non si commercia:
la Lega calcio cambi"

Roma, 12 settembre 2008.  La contitolarità dei diritti tv del calcio fra la Lega e le società; nuovi criteri di mutualità e ripartizione delle risorse; più concorrenza e stop agli accaparramenti nell'acquisizione dei diritti. Sono queste, in sintesi, le peculiarità del decreto legislativo 9/2008, in vigore da febbraio di quest'anno (la legge Melandri-Gentiloni), oggetto oggi di un richiamo dell'Antitrust. La legge è anche finita ad aprile nel mirino di Bruxelles dopo il ricorso presentato da Sky Italia per violazione delle regole comunitarie sulla libera concorrenza.


 CONTITOLARITA' DEI DIRITTI - Si passa dalla titolarità soggettiva (in capo alle singole società di calcio) alla contitolarità tra l'organizzatore della competizione (la Lega Calcio su mandato della Figc) e i singoli organizzatori degli eventi, cioé le società.


DIRITTO DI UTILIZZAZIONE ECONOMICA - E' attribuito in via esclusiva all'organizzatore del campionato, cioé alla Lega, che offre i diritti a tutti gli operatori su tutte le piattaforme, attraverso distinte procedure competitive. La Lega predispone le linee guida in materia di offerta, assegnazione e formazione dei diritti, che devono essere approvate entro 60 giorni dall'Autorità per le Comunicazioni, sentita l'Antitrust.


OFFERTA E PACCHETTI - La Lega può attuare più gare per l'assegnazione dei diritti sulle diverse piattaforme, o mettere le piattaforme in concorrenza fra loro, o utilizzare entrambe le modalità: nell'ipotesi di concorrenza fra piattaforme diverse, la Lega deve predisporre più pacchetti, equilibrati tra loro che non potranno essere tutti acquisiti da un solo operatore.


ASSEGNAZIONE DEI DIRITTI - Possono partecipare alle gare solo gli operatori che hanno il titolo abilitativo a trasmettere. E' vietato acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette, fermi restando i divieti in materia di posizioni dominanti: in questo modo si vuole assicurare la presenza di più operatori del settore ed evitare che si acquisiscano diritti che non vengono direttamente esercitati da chi li compra. I contratti di licenza durano al massimo tre anni.


PIATTAFORME EMERGENTI - Vengono individuate dall'Agcom: per esempio dell'Iptv, la tv su protocollo Internet, e del Dvb-h, cioé i videofonini. Per la radio, la Lega può predisporre per i mercati nazionale e internazionale un solo pacchetto, da assegnare ad un solo operatore.


MUTUALITA' - Una quota delle risorse dei diritti viene destinata a sviluppare i settori giovanili delle società, a valorizzare e incentivare le categorie dilettantistiche, a sostenere gli investimenti per la sicurezza degli stadi e a finanziare ogni anno almeno due progetti di particolare rilievo sociale a sostegno di discipline sportive diverse dal calcio.


RIPARTIZIONE DELLE RISORSE - Una quota non inferiore al 40% viene distribuita in parti uguali fra tutti i partecipanti a ciascuna competizione. Quanto al campionato di serie A, il 40% viene diviso in parti uguali fra tutte le squadre, il 30% sulla base dei risultati sportivi conseguiti e il 30% secondo il bacino di utenza. Del 30% relativo al risultato sportivo, il 10% viene determinato in base dei risultati conseguiti da ogni squadra dalla stagione 1946/47, il 15% in base ai risultati delle ultime 5 stagioni e il 5% in base all'esito dell'ultima competizione. Del 30% relativo al bacino di utenza, il 25% viene determinato in base al numero di sostenitori di ogni squadra e il 5% in base alla popolazione del comune di residenza.


PERIODO TRANSITORIO - I contratti stipulati prima del 31 maggio 2006 restano in vigore fino al 30 giugno 2010, anche se derivano dall'esercizio di diritti di opzione o prelazione. Nella fase transitoria le società di serie A devono redistribuire una quota del totale delle risorse ricavate dalla contrattazione individuale, stabilita dall'assemblea di categoria entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto. (ANSA).


 


CALCIO. DIRITTI TV. ANTITRUST: “Rivedere la disciplina sui diritti audiovisivi sportivi”.


Roma, 13 settembre 2008. La disciplina sui diritti audiovisivi sportivi va rivista perché non garantisce pienamente la concorrenza tra operatori. Lo scrive l'Antitrust in una segnalazione inviata al Governo e Parlamento, sottolineando che le linee guida approvate dall'Autorità, come previsto dalla legge, non sono state in realtà seguite in modo completo dalla Lega Calcio. La prima applicazione del decreto legislativo n. 9/2008 ha dunque evidenziato, secondo l'Autorità presieduta da Antonio Catricalà, "elementi di criticità e di incertezza, in grado di compromettere il corretto esplicarsi della concorrenza nell'acquisizione dei diritti audiovisivi e di vanificare, quindi, gli obiettivi che la normativa voleva raggiungere"..


L'Autorità ricorda che il Decreto ha segnato il passaggio da un sistema incentrato sulla titolarità dei diritti audiovisivi sportivi in capo ai singoli organizzatori degli eventi ad un nuovo sistema basato sulla contitolarità dei diritti in capo al soggetto preposto all'organizzazione della competizione e a tutti i soggetti partecipanti alla stessa. La centralizzazione delle vendite dei diritti sportivi costituisce, spiega l'Autorità, "una deroga alla disciplina antitrust e può ritenersi consentita, in via eccezionale, solo se viene garantito un efficace sistema di controllo e verifica ad opera delle istituzioni competenti, compresa l'Antitrust". Il meccanismo previsto dalla legge, sottolinea l'Autorità, "non ha però funzionato: la Lega Calcio, dopo l'approvazione delle linee guida da parte dell'Autorità, ha, infatti, attuato procedure con modalità non pienamente conformi a quelle approvate. Secondo l'Autorità, ai partecipanti alle procedure competitive non sono state assicurate condizioni di assoluta equità, trasparenza e non discriminazione, con l'effetto peraltro di non consentire ad alcuni operatori l'acquisizione di parte dei diritti in questione: non è stata, infatti, data attuazione alle previsioni del decreto sui diritti rimasti invenduti, che prevede l'immediata attribuzione ai singoli club della facoltà di commercializzare individualmente i diritti in questione". La Lega, sempre secondo l giudizio dell'Autorità Antitrust, "ha peraltro effettuato queste scelte immediatamente a ridosso dell'inizio delle competizioni sportive: l'Autorità ha dunque potuto riscontrare le irregolarità solo a campionati già iniziati, e quindi in un contesto in cui le assegnazioni avevano già avuto effetto sia nei confronti degli operatori della comunicazione che dei consumatori". Secondo l'Autorità, per contemperare l'effettività e la tempestività dell'intervento dell'Antitrust con l'esigenza di certezza per il mercato sull'esito delle procedure di assegnazione, "é necessario che la vendita congiunta dei diritti sportivi, rappresentando una deroga alla disciplina antitrust, si inquadri in una complessiva disciplina in grado di assicurare il rispetto, da parte dei soggetti coinvolti, del Decreto Legislativo n. 9/2008 e delle linee guida, come approvate dall'Autorità". (ANSA).


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Del Boca: il regolamento della Lega Nazionale calcio va cambiato


Roma, 4 settembre 2008.  Devono essere urgentemente modificati i regolamenti emanati dalla Lega Nazionale Calcio nello scorso mese di agosto, relativi all’accesso di fotografi alle competizioni ufficiali e all’esercizio dell’attività di cronaca radiofonica ed audiovisiva per la prossima stagione sportiva 2008/2009. Lo ha affermato Lorenzo Del Boca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ente pubblico competente per l’ordinamento della professione giornalistica.


Per i fotografi si richiede, unitamente all’iscrizione all’Albo dei giornalisti, la tessera di iscrizione all’USSI; per l’esercizio dell’attività di cronaca è ammessa la possibilità di indicare, oltre a giornalisti iscritti all’Albo, “persone munite di formale documento rilasciato dall’Ordine dei giornalisti regionale, comprovante attività propedeutica a divenire pubblicista”.


Del Boca ha richiesto alla Lega calcio l’immediata eliminazione degli elementi che risultano assolutamente non conformi alle vigenti disposizioni di legge. Nel primo caso infatti, la richiesta di appartenenza ad una associazione di carattere privato contrasta con le norme costituzionali in materia di libertà di informazione e discrimina gravemente gli iscritti all’Ordine. Nel secondo, è in contrasto con il vigente ordinamento la richiesta ai Consigli regionali di documenti comprovanti attività di pubblicista da parte di non iscritti. Gli Ordini regionali, ricorda il presidente, possono infatti certificare solo le risultanze dell’Albo relative agli iscritti e non eventuali attività svolte da coloro che non vi appartengono.


Il presidente Del Boca ha quindi chiesto con urgenza alla Lega Calcio la modifica dei regolamenti emanati, a tutela dell’esercizio dell’attività professionale da parte dei giornalisti iscritti all’Albo. (www.odg.it)



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Diritti sportivi e


Fotogiornalisti.


Siddi: "Il diritto


di cronaca sportiva


non si commercia:


la Lega calcio cambi"


 


Roma,   13/09/08. “La Federazione Nazionale della Stampa Italiana con tutti i suoi organismi di base e di specializzazione, tra i quali, meritoriamente l’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana), è fortemente impegnata a favorire l’accesso al lavoro e la tutela di tutti i giornalisti. Attività autonome, di poteri, di organismi esterni, di organizzazioni portatrici di interesse non possono essere confuse con le attività istituzionali e sociali degli organismi associativi e sindacali". Lo dichiara in una nota il Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi. 


"In questi giorni - prosegue la nota della Fnsi - una iniziativa autonoma della Lega calcio ha determinato confusione e incomprensioni anche fuori luogo. L’Ussi non è un club, né un’associazione che possa essere definita di questo o di quel collega. Il suo Presidente, Luigi Ferrajolo, e con lui le Unioni di stampa sportive non impongono a nessuno di iscriversi all’Unione che ha caratteristiche sindacali, qualificanti di una specificità professionale del giornalismo sportivo italiano, della sua benemerita storia e organizzazione, riconosciuti anche dal Coni. L’adesione all’Ussi è libera.


Per quanto consta alla Federazione della Stampa, il regolamento della Lega calcio per l’accesso al lavoro dei fotogiornalisti è una scelta unilaterale della Lega.


Con la stessa Lega calcio il Sindacato dei giornalisti, Ussi compresa, ritiene debba essere fatta chiarezza al fine di assicurare il rispetto dell’autonomia delle scelte professionali e del lavoro dei giornalisti.


Sicuramente è un problema reale e importante quello delle riprese negli stadi, che la Lega vorrebbe vietare agli operatori delle tv locali. Il diritto di cronaca non si commercia. La scelta delle immagini non può essere a questo proposito competenza di chi realizza un evento ma di chi sceglie di osservarlo con indipendenza, con i propri occhi.


Per la Federazione della Stampa l’imposizione della Lega calcio è uno scandalo. Il calcio si prenda pure i soldi per le dirette ma non si arroghi alcun diritto di stabilire che cosa può essere mandato in onda oltre le dirette. I tre minuti di cronaca concessi a tutti gli operatori non possono essere vincolati a una scelta dei contenuti diffondibili in questo spazio di tempo, come capita oggi. Il campionato europeo di calcio ha dimostrato che quando questo avviene è facilissimo che siano mutilazioni gravi all’informazione. Nessuno ha dimenticato che alcune manifestazioni nello stadio di Vienna siano state viste solo dai telespettatori svizzeri e austriaci che potevano vantare riprese proprie, mentre in tutto il mondo questi episodi sono stati oscurati perché le immagini erano prodotte dall’Uefa, organizzatrice dell’evento. E’ una vergogna intollerabile, sempre. Le autorità politiche che hanno sovrainteso alle regole per i diritti sportivi devono porre immediato rimedio a questa vergogna.


La Federazione della Stampa, d’intesa con l’Ussi, chiede alla Lega calcio professionisti un incontro urgente per una chiarezza sui diritti di cronaca senza nulla togliere ai diritti commerciale che le appartengono.”   


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Diritti tv, sì al calcio in chiaro
Rai e Lega trovano l'accordo


Intesa raggiunta per i
campionati di serie
A e B, per 55,5 milioni.
Ci sarà "Tutto
 il calcio" e la "DS".
Torna "Novantesimo"
Mediaset risponderà con
"Controcampo",
alle 22.30 su Retequattro


 


ROMA - Rai e Lega Calcio hanno raggiunto l'accordo - in extremis - per la cessione dei diritti in chiaro radio e tv dei campionati di serie A e B. L'intesa prevede per la Rai la disponibilità degli highlights del massimo campionato nella fascia pomeridiana e, in forma non esclusiva, in quella serale; degli highlights della Serie B e dei diritti radiofonici. La televisione di Stato verserà alla Lega 27,5 milioni per il primo anno e 28 milioni per il secondo.


"Il presidente della Lega Nazionale Professionisti Antonio Matarrese e il presidente del Consiglio di Amministrazione della Rai Claudio Petruccioli - spiega la nota della Rai - si sono incontrati oggi alle ore 16 presso la sede della Rai in Viale Mazzini 14. Sulla base degli esiti risultanti dal lungo e approfondito confronto in sede tecnico-amministrativa hanno raggiunto un accordo sui diritti audiovisivi in chiaro relativi ai campionati 2008/2009 e 2009/2010".


La cifra dell'accordo Rai-Lega si colloca a metà strada tra le posizioni delle due parti. Ieri Viale Mazzini aveva offerto 28,5 milioni per i diritti in esclusiva, 24,5 milioni per la serie A, 1,5 milioni per la serie B, 2,5 milioni per i diritti radiofonici; oppure, in alternativa, 23,5 milioni senza esclusiva; 19,5 per la A, 1,5 per la B e 2,5 per la radio. La Lega, invece, puntava ad ottenere 30 milioni per i diritti senza esclusiva.


L'intesa quindi riguarda "le immagini salienti" della seria A, della serie B e i diritti radiofonici. Per gli highlights la Rai ha l'esclusiva sulla fascia oraria dalle 13.30 alle 22.30 - quella di "Novantesimo minuto", che sarà condotto da Franco Lauro - mentre condividerà le immagini con Mediaset dalle 22.30 alle 24. Quelle sulle quali si baseranno la Domenica Sportiva, condotta da Massimo De Luca, e Controcampo di Italia Uno. Lo speciale Rai sulla Champions del martedì e mercoledì sarà condotto da Paola Ferrari.


Mediaset risponderà con "Controcampo" alle 22.30 su Rete 4 e subito dopo con "Fuoricampo", con tutte le voci dei protagonisti. La programmazione in chiaro di Mediaset prevede anche il doppio appuntamento con "Guida al Campionato", in onda già da sabato 30 agosto alle 23.15 su Rete 4 e poi la domenica alle 13 su Italia 1.


(www.repubblica.it del 29 agosto 2008)


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CALCIO: DIRITTI TV.
L'ITALIA ORFANA del
CALCIO  IN CHIARO.
La Rai: ”E’ nostra
la migliore offerta”.


Roma, 26 agosto 2008. La prima domenica senza calcio in chiaro, senza il rimpallo radiofonico tra un campo e l'altro a Tutto il calcio minuto per minuto, senza i gol e la moviola alle 18 né il confronto dialettico nei salotti della Domenica sportiva o di Controcampo. Con la fumata nera della Lega Calcio sull'assegnazione dei diritti tv e radio di serie A e B, si fa sempre più concreto il rischio di un black out per l'avvio di campionato, sabato 30 agosto. La Rai precisa: abbiamo giocato la partita con le regole volute da via Rosellini e presentando le offerte migliori su tutti i pacchetti, dunque l'oscuramento non è colpa nostra. Ma se il presidente della Lega, Antonio Matarrese, è ottimista sulla possibilità di un accordo con Viale Mazzini, anche il governo tifa perché un'intesa, magari in extremis, si raggiunga, evitando la spaccatura tra l'Italia ricca, quella che si può permettere la pay tv, e i tanti tifosi ancora attaccati alla radiolina. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega allo sport Rocco Crimi ritiene doveroso che la Rai "faccia uno sforzo ulteriore" per garantire il calcio in chiaro agli italiani. Qualche novità potrebbe arrivare nelle prossime ore, forse entro giovedì mattina, quando presumibilmente le parti torneranno ad incontrarsi. La Rai, che si è sentita a un passo dalla riconquista del calcio in chiaro, strappatole tre anni fa con un blitz da Mediaset, ufficialmente rivendica che la sua offerta complessiva da "30,6 milioni di euro è risultata di gran lunga la più elevata, superando di circa tre volte quella delle altre emittenti televisive". L'azienda, "in quanto migliore offerente ed anche sulla base dell'oggettivo valore dei diritti in chiaro evidenziato dall'esito della gara", ritiene perciò "di aver compiuto un significativo sforzo per assicurare ai propri utenti le immagini televisive e le radiocronache e che pertanto non può in alcun modo essere attribuito a Rai la eventuale decisione della Lega di oscurare il calcio al di fuori di quanto previsto dall'esercizio del diritto di cronaca". Un vincitore c'era, insomma - si ragiona a Viale Mazzini - ma non è stato proclamato, né si può imputare alla Rai di non aver fatto il suo dovere da servizio pubblico. Mediaset - che finora ha giocato di sponda, limitandosi a presentare un'offerta per la seconda serata (da 10 milioni di euro contro i 13,5 della Rai) - a quanto si apprende si presenterà alla nuova fase della trattativa con un 'suggerimento': più che rilanciare sulle cifre, l'invito di Cologno Monzese sarà quello di eliminare l'esclusiva sulla fascia 22:30-24, tornando quindi a una sana concorrenza fra DS e Controcampo (che l'anno scorso fruttava alla Lega 10 milioni, 5 sborsati dalla Rai e 5 da Mediaset). Se Matarrese, in serata, sembra aprire uno spiraglio ("Vogliamo che gli italiani continuino a vedere il calcio in chiaro sulla Rai"), la partita diritti sta a cuore anche al governo. "A questo punto - spiega il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani - si apre un tavolo senza buste chiuse, senza la necessità che si riunisca l'assemblea della società di calcio per decidere se le offerte sono congrue o meno. Ovviamente il confronto avviene secondo logiche di mercato: il ministero può limitarsi a un'azione di moral suasion nei confronti dei protagonisti, con una certa attenzione in più nei confronti servizio pubblico". L'auspicio è quindi che si arrivi a un'intesa: "A noi preme ed è nostro preciso interesse che fin dalla prima giornata di campionato gli italiani possano godere dello straordinario spettacolo del calcio senza essere obbligati a pagare". E' difficile, però, che la situazione si ribalti entro il prossimo week end. Forse, complice la pausa della serie A - che tornerà a giocare il 14 settembre per fare spazio alla Nazionale - ci sarà più tempo per trattare. Ma intanto l'Italia del pallone vivrà la sua prima domenica 'al buio'. (ANSA).   


CALCIO: DIRITTI TV. DOMANI INCONTRO LEGA-RAI A VIALE MAZZINI


Roma, 27 agosto 2008. Dopo la fumata nera sull'assegnazione dei diritti televisivi dei campionati di calcio di serie A e B, la Lega Calcio e la Rai si incontreranno domani per tentare di evitare il black out tv di domenica prossima: a quanto si apprende, l'incontro sarebbe previsto alle 17:30 nella sede Rai di Viale Mazzini. La delegazione della Lega dovrebbe essere guidata dal presidente Antonio Matarrese, dal direttore generale Marco Brunelli e da Marco Bogarelli, presidente di Infront, l'advisor che affianca la Lega nella vendita dei diritti. La Rai sarà invece rappresentata dal direttore generale Claudio Cappon, dal vicedg Giancarlo Leone e dal responsabile dei Diritti sportivi Giuseppe Pasciucco. La Lega - sempre a quanto si apprende - avrebbe inviato oggi alle 13 un fax alla Rai, all'ufficio di Leone, per comunicare le decisioni di ieri e chiedere un incontro a Roma per riprendere le negoziazioni. Difficilmente, comunque, si arriverà a un accordo già domani: anche in caso di disponibilità da parte di Viale Mazzini a un minimo ritocco, l'offerta Rai - 23,5 milioni per la serie A e B e i diritti radio - resterebbe lontana dai 40 milioni considerati dalla Lega il tetto minimo per tornare a ragionare sulla vendita dei diritti. (ANSA).


 








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