Roma, 16 settembre 2008. Il cdr di Liberazione prende atto dell'ordine del giorno approvato domenica dal Comitato politico nazionale del Prc, con cui il partito azionista unico della Mrc spa, a seguito delle sollecitazioni del sindacato e della redazione tuttora in stato di agitazione, ha dato mandato al cda della società editrice di presentare un piano di rilancio del giornale sulla base della situazione economica attuale. Il cdr considera questo ordine del giorno impegnativo e vincolante rispetto ai prossimi passi necessari della società editrice e dell'azionista unico. Deve finire rapidamente una situazione che presenta ogni giorno un nuovo aspetto di preoccupazione riguardo agli atti dovuti nei confronti dei lavoratori dipendenti e dei collaboratori, con mancati o ritardati pagamenti e con il mantenimento dell'incertezza sul ripristino della normalità delle relazioni di lavoro, così come del prodotto editoriale, la cui tutela investe in primo luogo la responsabilità della direzione della testata. Il cdr di Liberazione non intende oltre ascoltare chi gestisce i conti economici del giornale espone una situazione di difficoltà finanziaria che non viene mai quantificata e che viene invece affrontata con interventi sporadici e non annunciati.
L'editore deve essere consapevole che le norme e le regole non consentono di mantenere indefinita e informale una situazione di difficoltà proclamata che minaccia la garanzia dei diritti intangibili dei lavoratori, a partire dal salario. Pertanto il cdr di Liberazione informa l'editore che si attende per martedì 23 prossimo, all'indomani della riunione della nuova direzione del Prc, comunicazione immediata e formale della ricognizione sui conti e delle valutazioni sulle azioni da propone, che saranno state nel frattempo condivise tra società editrice e azionista unico. In caso contrario, il cdr annuncia di aver ricevuto mandato dalla redazione di proclamare la prima giornata di sciopero di Liberazione.
Il cdr di Liberazione
da: www.fnsi.it
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EDITORIA. ASR:
FUTURO INCERTO
PER 60 DIPENDENTI
DI LIBERAZIONE
Roma, 12 settembre 2008. Futuro incerto per 60 dipendenti, di cui 37 giornalisti, del quotidiano Liberazione. La mancanza di trasparenza sullo stato dei conti economici del giornale e della volonta' politica del partito editore, Rifondazione comunista, sul suo futuro, sono stati i temi denunciati dal Cdr della testata e dal segretario, Paolo Butturini, e dal presidente, Fabio Morabito, di Stampa romana, nonche' dal presidente della Fnsi Roberto Natale in una conferenza stampa congiunta tenuta stamattina. "Ben consapevoli dei problemi sorti per il partito editore del giornale, Rifondazione comunista, in seguito ai risultati delle elezioni di aprile e del particolare momento che sta vivendo il partito dopo il congresso di Chianciano - si legge in una nota di Associazione Stampa Romana - il sindacato chiede inoltre che la societa' editrice, la Mrc Spa (di proprieta' interamente del Prc) si comporti da societa' pura tenendo fuori Liberazione da qualsiasi problema politico tutto interno al partito. Il sindacato chiede inoltre garanzie immediate per il futuro dei circa 60 dipendenti, minacciati da un buco di bilancio di cui la societa' editrice non ha ancora fornito la precisa entita'.Il Cdr ha ricordato che le preoccupazioni sono ispirate anche da uno stillicidio di tagli gia' avvenuti, come le pagine locali perse durante l'estate e l'inserto del settimanale culturale della domenica. In seguito ai risultati elettorali e ai tagli per l'editoria di opinione contenuti nella legge Tremonti, un partito editore avrebbe dovuto subito spendersi per salvaguardare il suo organo di informazione. Ciò non è avvenuto - conclude la nota di Asr - e questo conferma e aumenta le preoccupazioni del sindacato interno e di quello nazionale". (AGI)
LIBERAZIONE. FERRERO: SPERO PRESTO QUADRO CHIARO. IL SEGRETARIO, CONDIVIDO PREOCCUPAZIONE GIORNALISTI
Roma,12 settembre 2008. «Condivido le preoccupazioni dei giornalisti di Liberazione per il futuro del giornale. Per questo, pochi giorni dopo la mia elezione ho subito richiesto e ottenuto una prima assemblea informale con l'intera redazione e alla presenza del direttore»: così il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, risponde all'appello lanciato dal Cdr di Liberazione riguardo al futuro della Testata. Oggi l'associazione stampa romana e la rappresentanza sindacale del giornale comunista ha tenuto una conferenza stampa per richiamare l'attenzione sulla situazione creatasi al giornale dove «l'editore non ha ancora aperto un tavolo di confronto». Inoltre i tagli all'editoria di opinione e la delicata situazione generale pesa sulla prospettiva del quotidiano. Per questo, il sindacato sollecita nuovamente l'editore a dare risposte convincenti e si rivolge al partito proprio alla vigilia del comitato politico e dell'assemblea nazionale di domenica. Per questo alla conferenza stampa, l'associazione stampa romana e il comitato di redazione di Liberazione hanno lanciato un appello per la trasparenza e il rispetto delle regole sindacali. Immediata è arrivata la risposta di Ferrero «Per dare seguito a quell'assemblea - spiega il segretario - ho chiesto al presidente del Consiglio di amministrazione della M.R.C., la società editrice di liberazione, di ricostruire con esattezza la situazione del giornale dal punto di vista economico al fine di fornire un quadro chiaro della situazione sia al Cdr di Liberazione che al partito di rifondazione comunista. Auspico quindi, prosegue Ferrero, che tale risposte arrivino rapidamente, al fine di avere un quadro chiaro della situazione e che la M.C.R. avanzi le opportune proposte per il rilancio di Liberazione, anche in considerazione dela nuova sciagurata normativa sull'editoria varata dal governo Berlusconi e dai tagli all'editoria che essa prevede». «Ci tengo anche a sottolineare - spiega Ferrero - che non ho assunto alcuna decisione su nessun aspetto organizzativo gestionale (tagli alla foliazione, agli inserti, etc.), decisioni che sono di esclusiva e assoluta pertinenza della direzione del giornale e della società editrice medesima». Ferrero coglie infine l'occasione per smentire categoricamente le «fantasiose voce che circolano a proposito di un accordo tra il Prc e il quotidiano Il Manifesto e che verterebbero sull'idea di trasformare Liberazione in un inserto del Manifesto ». (ANSA).
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EDITORIA. GIORNALISTI
DI LIBERAZIONE:
SI PRONUNCI SUBITO PRC.
Voci di crisi e anche di crac
Roma, 5 settembre 2008. Protesta dei giornalisti di Liberazione che - in una nota dell'Assemblea - esprimono allarme sulle sorti della testata e sulla tutela dei posti di lavoro. E chiedono al Partito della Rifondazione Comunista, proprietario della testata, un chiaro e urgente pronunciamento sul futuro del giornale e, in particolare sulla tutela dei lavoratori. «L'editore - si legge - malgrado le sollecitazioni a termini di contratto, non ha ancora fornito al Comitato di redazione le informazioni dovute sullo stato finanziario dell'impresa. Nel frattempo, la direzione ha apportato tagli al numero di pagine del giornale e al settimanale di cultura Queer, stravolgendo di fatto il progetto editoriale. Non è dato conoscere inoltre i risultati finanziari, pubblicitari e il bilancio dell'edizione pomeridiana distribuita gratuitamente a Roma e a Milano. È stato annullato il contratto di stampa con la tipografia di Catania con inevitabili effetti negativi sulla distribuzione in Sicilia». «Da tempo - sottolineano i giornalisti - sono bloccati i pagamenti dei collaboratori.
Il Cdr di Liberazione non riceve risposte nemmeno alle ripetute richieste di stabilizzazione delle situazioni di precariato interno alla redazione. Tutto questo si inserisce in un pesante quadro di incognite finanziarie ed editoriali. Liberazione rischia infatti di essere colpita 'mortalmente’ dall'ultima finanziaria che ha tagliato i contributi pubblici alla stampa cooperativa e di partito». La redazione esprime «forte preoccupazione per la mancanza di assicurazioni da parte dell'Editore sul futuro del giornale, per le ventilate voci di un ricorso allo stato di crisi o addirittura alla procedura fallimentare». Per questa ragione, nell'imminenza della riunione del Consiglio di Amministrazione della società editoriale, l'assemblea di redazione chiede una presa di posizione chiara e pubblica sulle condizioni di fatto e sulle concrete intenzioni dell'Editore. I giornalisti annunciano infine l'indisponibilità a lavorare all'inserto Queer se questo deve uscire in edicola con un formato di sole 4 pagine. (ANSA).