Roma, 14 novembre 2008. Il Direttivo dell'Associazione romana della stampa ha questo pomeriggio approvato, all'unanimità, un documento in cui si chiede alla Fnsi di tener conto delle "forti preoccupazioni" espresse dalla Consulta romana dei cdr e da tante assemblee di redazione sui testi circolati sinora. L'Associazione guidata dal segretario Paolo Butturini e dal presidente Fabio Morabito suggerisce dodici percorsi per continuare positivamente la trattativa. Pubblichiamo l'ordine del giorno dell'Asr assieme al durissimo intervento di Corrado Giustiniani, consigliere nazionale Fnsi, esponente di Puntoeacapo, Cdr Messaggero e membro di diritto del Direttivo Asr, il cui titolo è piuttosto eloquente: "Attenzione al patto col diavolo" in cui si accusano Siddi e Natale di lavorare assieme alla Fieg per ottenere dal governo ammortizzatori sociali finalizzati al prepensionamento di centinaia di colleghi che lavorano in aziende che non sono toccate dalla crisi.
Documento votato all'unanimità dal Direttivo Asr, venerdì 14 novembre 2008
L’Associazione Stampa Romana esaminato lo stato della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico, si riserva di esprimere un giudizio sul percorso seguito e sull’esito finale. L’Asr chiede alla segreteria nazionale della Fnsi, nel proseguire il confronto con gli editori, di tenere conto delle forti preoccupazioni espresse dalla Consulta romana dei Cdr e dalle assemblee di redazione in merito ai testi circolati finora. In ogni caso, sentiti i Cdr, il Direttivo e la Giunta, l’Asr ritiene che la segreteria della Fnsi dovrebbe tenere presente i seguenti obiettivi:
- Abolire la dizione “informazione di servizio” , o in subordine definirla meglio, magari attraverso una nota esplicativa, per non penalizzare colleghi degli uffici stampa, dei siti o delle emittenti che si occupano di notizie al servizio dei cittadini.
- Recuperare la definizione “professionisti” senza vanificare l’applicazione del contratto ai colleghi pubblicisti in servizio.
- Disciplinare la “multitestata” con regole che non incidano sulla qualità del lavoro giornalistico e sull’occupazione; ripristinando il concetto del normale orario di lavoro e di prevalenza di prestazione.
- Ampliare gli spazi professionali di chi non lavora al desk o alla line. Privilegiare gli interni nella realizzazione dei servizi. Rendere effettiva la realizzazione dei nuovi profili professionali (redattore esperto e senior). Rendere più utilizzabile la norma di rotazione al desk.
- Precisare l’utilizzo delle unità produttive editoriali, limitandone il raggio d’azione a specifiche e ben determinate aree professionali, per impedire che diventi un elemento destrutturante dell’organizzazione del lavoro giornalistico.
- Inserire i sistemi editoriali fra gli argomenti dei piani per l’introduzione della multimedialità che vanno presentati e discussi con i Comitati di Redazione.
- Trovare il modo di tutelare meglio l’opera del giornalista e i suoi poteri di controllo sull’utilizzo finale del suo lavoro nell’ambito dell’attività su più piattaforme.
- Modificare l’articolo 6 in modo che non sia permesso al direttore di assumere incarichi manageriali nella durata del suo mandato.
- Rafforzare la funzione della commissione paritetica nazionale con l’obiettivo di farla diventare anche l’organo bilaterale per la gestione dei fondi interprofessionali sulla formazione.
- Remunerare l’aggravio di lavoro provocato dalla multimedialità, evitando che quest’ultima rappresenti una destrutturazione della professione e tutelando l’occupazione.
- Mettere in atto una ferma difesa degli scatti di anzianità. Dare attuazione concreta al patto generazionale sulla parte economica con un’attenzione ai minimi, largamente penalizzati negli ultimi anni. Recuperare il potere d’acquisto tenendo conto dell’eccezionale durata della vacanza contrattuale.
- Perseguire un metodo trasparente nella consultazione della base, seguendo i dettati congressuali e lo statuto della Fnsi. Convocare immediatamente l’Assemblea nazionale dei Cdr e la Commissione Contratto. La fine del percorso deve vedere il referendum come da impegni congressuali.
Attenzione al patto col diavolo con gli editori
Cari colleghi, condivido le proposte della segreteria dell'Associazione stampa romana per tentare di migliorare l'attuale ipotesi Fnsi di rinnovo del contratto nazionale di lavoro, le appoggio e spero che questo Direttivo le voti, dando una grande prova di compattezza. Aggiungerei solo due suggerimenti: prevedere all'articolo 6 la verifica di mid-term del direttore con la redazione e l'impegno, da parte degli editori, di pagare gli articoli dei collaboratori esterni entro un mese dalla pubblicazione, come prevedono le norme europee, e due mesi dall'invio, in caso di non pubblicazione. Sono molto contento di appartenere a un'associazione che ha deciso di assumere un ruolo attivo, di stimolo della vertenza, mentre altre dormono, per non dire di peggio. Da questa sala è partita del resto alcune settimane fa la richiesta dei Cdr romani di convocare immediatamente la Consulta nazionale dei Comitati di redazione, richiesta non raccolta dalla Fnsi, che si accingerebbe a convocare la Consulta troppo tardi, attorno al 10 di dicembre.
Ho partecipato alla riunione del Consiglio nazionale del 5 novembre scorso e, assieme ad altri cinque consiglieri, ho votato contro quel documento che in pratica dava un mandato a Siddi e a Natale di "chiudere" su un'ipotesi d'intesa in perdita, e che punta troppo su un potere esclusivamente consultivo da parte dei Cdr, per rammendarne le slabrature. Devo dirvi anche che è stato un Consiglio nazionale veloce, un solo pomeriggio dalle 15,30 alle 19,30, e praticamente deserto: a votare sono stati soltanto in 42, un terzo dei membri effettivi. Che razza di mandato forte può essere stato affidato a Siddi e a Natale, in quelle condizioni? Mi stupisco, poi, che consiglieri che due anni fa erano per la lotta dura senza paura, oggi siano silenti e rassegnati: non che voglia invocare nuovi scioperi, attenzione, ma trovo intollerabile l'incoerenza. E mi sono stupito della relazione di Franco Siddi, in cui troppo spazio è stato dedicato ai poveri editori, che non hanno più pubblicità, che si trovano davanti a una crisi della carta stampata giudicata inarrestabile eccetera eccetera. Nel mio intervento in Consiglio nazionale ho citato il presidente della Federazione mondiale degli editori, O.Really, che assicura che la carta stampata non è affatto un mezzo di comunicazione del passato, e che rappresenta ancora oggi il più forte mercato pubblicitario del mondo, con una quota del 43 per cento. Di queste armi e di questi ragionamenti avrebbe dovuto e dovrebbe dotarsi la delegazione dei giornalisti, in fase di trattativa.
Voglio dirvi purtroppo, ed è il punto centrale di questo intervento che vi affido, che ho la netta impressione che sia stato stretto un patto col diavolo con gli editori. Aiutarli, con un'azione di lobbing congiunta, a ottenere dal governo ammortizzatori sociali che permettano ad aziende non in crisi, ripeto aziende non in crisi, di prepensionare d'autorità qualcosa come 700 o addirittura 1000 giornalisti con 32 anni di contributi e oltre, modificando ad hoc la legge 426. Sarebbe questo lo scopo dei tanto sbandierati Stati generali delle due Federazioni, e sarebbe questa la "conditio sine qua non" per arrivare alla firma del contratto. Un'azione, se risultasse vera come penso, di tradimento della categoria: colleghi che hanno diversi anni ancora di lavoro, privati della possibilità di andare avanti fino a 65 anni, in aziende sane? Ma a che gioco giochiamo? E per ottenere cosa, poi: il contratto con la multimedialità d'obbligo e gratuita, con il multitestata a gogò? Se il tentativo è questo, dobbiamo smascherarlo, anche davanti all'opinione pubblica: perché, in un momento come questo di grave crisi economica e sociale del paese, è assurdo che si spendano i soldi di tutti i cittadini, non per aziende ormai decotte come l'Alitalia, ma per mandare a casa dipendenti di case editrici con i conti in regola. Grazie dell'attenzione
Corrado Giustiniani