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BERLUSCONI: MEDIA SONO VECCHI, ORA IN RAI FACCE NUOVE.
dall'inviata Milena Di Mauro-ANSA
L'Aquila, 18 aprile 2009. «Posso fare uno sfogo?». Comincia così l'ennesima reprimenda contro i media del premier Silvio Berlusconi, che torna per la settima volta in Abruzzo a promettere che non ci saranno nuove tasse e a spronare alla ricostruzione, piuttosto che indulgere alla perdita di tempo con le inchieste della magistratura. Il premier mette dietro la lavagna ancora una volta i giornalisti «che non sanno rappresentare l'Italia di oggi, vicina al governo e al Presidente del Consiglio, che ha un gradimento del 73,5%». Lo certifica un report mattutino della Farnesina, che mette Berlusconi ai primi posti nella classifica di gradimento dei premier occidentali. E invece, si accora Berlusconi, «a leggere la nostra stampa si ha un'impressione del tutto diversa, perché a scrivere sono protagonisti nati molto tempo fa, che fanno da tanto tempo lo stesso mestiere e sono rimasti a rappresentare un'altra Italia». Non quella che si riconosce nell'azione del governo e del suo premier. Matita rossa per i giornalisti anche per le cose scritte oggi sulla Rai «che non corrispondono affatto a quello di cui si è fuggevolmente parlato ieri», nel vertice del Pdl a Palazzo Grazioli (dove Berlusconi precisa di convocare spesso riunioni della maggioranza per il suo «grande senso del denaro pubblico» e per non spenderlo nelle sue telefonate private). Se di Rai si è parlato, è stato solo perchè «il Presidente del Consiglio ha suggerito di non fare le nomine a spizzichi e bocconi, ma di fare piuttosto un lavoro organico per dare alla Rai quella funzione di servizio pubblico che attualmente è molto lontana dallo svolgere». Tanto che molti cittadini vorrebbero non pagare più il canone. «Una tv pubblica - argomenta Berlusconi - non deve fare trasmissioni contro qualcuno: nè contro la maggioranza nè contro l'opposizione». Sarà bene perciò far circolare un pò di aria nuova anche a Viale Mazzini, nella nuova tornata di direttori e di vice. «I nomi che ho letto questa mattina sui giornali non saranno assolutamente quelli che emergeranno», precisa il premier, rispondendo a chi lo accusa di aver deciso in casa sua come riempire le diverse caselle di reti e tg della tv pubblica. «Credo, anzi lo so perchè mi è stato riferito privatamente dai consiglieri - rivela Berlusconi - che il direttore generale abbia intenzione di compiere un'innovazione vera, con nomi nuovi e facce più giovani». E comunque i nomi che si fanno sono del tutto «infondati». Ciò detto, il premier si avvia a visitare il campo degli sfollati di Pianola per mano alla piccola Melissa, otto anni, alla quale chiede di scrivere tutto, elogiandola per la sua straordinaria memoria e promettendole un'assunzione come portavoce o la conduzione di un programma televisivo. Il campo è gestito da volontari dell'Arci e Berlusconi ci scherza su: «Siete bravissimi, lo so che siete di sinistra, ma qui siamo tutti uniti, non ci sono differenze». E a chi chiede se lo spirito unitario mostrato in questo terremoto potrà essere conservato in futuro, tra maggioranza e opposizione, il premier risponde: «Ne sarei arci-felice, speriamo. Nelle grandi democrazie, per esempio in Usa, c'è contrasto politico ma sui grandi temi ci si unisce e questo mi piacerebbe potesse avvenire in Italia». Forse anche per questo Berlusconi non lascia cadere l'invito del segretario Pd Dario Franceschini, che lo chiama ad una comune celebrazione del 25 aprile: «Finora non ho mai partecipato, perché mi sembra ci sia sempre stata una appropriazione del 25 aprile da una sola parte politica. Ma sto riflettendo. Probabilmente sarò anche io in campo». Nessuna intesa invece, almeno finora, sulla data del referendum, rispetto alla quale il ministro dell'Interno sta sondando le opposizioni. «Si sta esaminando l'ipotesi del rinvio - spiega Berlusconi - Ho visto i conti: si risparmierebbe intorno ai 50 milioni. Rinviarlo forse tiene in sospeso tutto...». Comunque il Cavaliere voterà come ricorda di aver «sempre fatto». (ANSA).
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