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Stampa

“NEW YORK TIMES”
PEGGIORA. PERDITA
trimestre a 74,5 mln.
Appena 34 mln in cassa.

Roma, 21 aprile 2009. Peggiorano le perdite di The New York Times nel primo trimestre dell’anno, sulla scia di un calo del 27% delle entrate pubblicitarie. Da gennaio a marzo il gruppo editoriale americano proprietario fra gli altri del New York Times, del Boston Globe e dell’International Herald Tribune ha perso 74,5 milioni di dollari, pari a 52 cent per azione, rispetto a un rosso di 335.000 dollari nello stesso periodo dello scorso anno. La perdita, secondo quanto precisano i media americani, è stata molto peggiore rispetto alle stime degli analisti che si attendevano un ‘rosso’ di 4 cent ad azione. Quanto alle vendite, sono diminuite del 19% a 609 milioni di dollari, circa 22 milioni in meno rispetto alle previsioni. (ANSA)


EDITORIA. NYT: 34 MILIONI IN CASSA, PENSA SITO A PAGAMENTO


New York, 22 aprile 2009.  L’inverno nero per il New York Times prelude a una primavera ancora più nera: la società che pubblica il più influente quotidiano americano ha davanti a sé una crisi di liquidità che rischia di renderla insolvente. Rendendo pubbliche le prime trimestrali dell’anno il Times ha fatto sapere di avere in cassa 294 milioni di dollari, che si riducono a 34 milioni di dollari una volta sottratti 260 milioni di dollari in uscita per saldare gli interessi di un debito che maturerà nel marzo 2010. La New York Times Company ha debiti per 1,3 miliardi di dollari: una cifra che mette la superpotenza del giornalismo anglosassone in una posizione precaria alla luce delle perdite da 74,5 milioni di dollari o 52 centesimi ad azione del primo trimestre, contro i 335 mila dollari nello stesso periodo del 2008. I profitti sono calati in tre mesi del 19% a 609 milioni di dollari e gli incassi pubblicitari del 27%, pari a meno 124 milioni. A fronte dei numeri disastrosi e di un orizzonte che non preannuncia molto di buono all’amministratore delegato della società Janet Robinson non è restato che mettere in campo contromisure, una delle quali potrebbe essere il ritorno del sito a pagamento. La Robinson ha detto che sono stati studiati finora i risultati di una trentina di testate che fanno pagare per l’accesso (in tutto o in parte) ai contenuti online e che al momento il modello Times che si basa solo sulla pubblicità ’sembra il piu’ vantaggiosò. Detto questo, “continuiamo a esplorare modelli di pagamento”, ha detto la Ceo ricordando agli azionisti che la New York Times Company “non è più soltanto una società che stampa giornali”. Uno di questi giornali è il Boston Globe, minacciato di chiusura se i sindacati non accetteranno tagli per venti milioni di dollari. Altre misure per controllare i costi includono il taglio dell’impaginazione, la messa in vendita della quota nella squadra dei Red Socks e la riduzione del 5% degli stipendi per i giornalisti che non fanno parte del sindacato. Un provvedimento, quest’ultimo, che è risultato apertamente impopolare nella redazione anche a fronte delle rivelazioni sul bonus di fine anno ricevuto dalla top manager della società: 5,8 milioni di dollari per la Robinson, un milione di dollari di più dell’anno precedente. Ma i giornalisti del New York Times stanno relativamente bene in confronto ai colleghi di altre testate americane: nel 2008 hanno perso il posto in 5.900 pari all’11,3% del totale delle redazioni.  (ANSA)


 





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