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Cronache di agenzia (2/7/2009).
PRIVACY. GARANTE:
SU INTERNET NUDI
COME ADAMO ED EVA.
TUTELARE CITTADINI
DA PERICOLI della RETE
I DATI SULL'ATTIVITÀ 2008:
524 PROVVEDIMENTI, 321
RICORSI, 21 PARERI.
INTERCETTAZIONI : NO A NUOVE
SANZIONI PENALI AI GIORNALISTI.

Dichiarazioni di Franco Siddi, Roberto Natale e Lorenzo Del Boca.

di Elisabetta Stefanelli-ANSA


Roma, 2 luglio 2009. Con i nuovi strumenti tecnologici «l'umanità si trova a fare i conti con una nudità totale, che solo Adamo ed Eva nel giardino terrestre erano in grado di sopportare». Lo dice il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, nella sua relazione annuale al Parlamento dalla Sala Zuccari del Senato. L'Autorità in questo ha il compito di «aiutare le persone a essere consapevoli e ragionevolmente libere di padroneggiare la tecnica e non esserne schiave». Inoltre mutamenti così profondi in corso «ci costringono a ripensare cosa sia e cosa significhi informazione oggi». Ma anche la «pericolosità di un uso sprovveduto e disattento delle nuove opportunità della rete, tanto più grave perchè condotto da operatori dell'informazione». Il fatto è che la rete non cancella la sua memoria e «qualunque fatto del passato viene riproposto nel presente. Il che - spiega Pizzetti - collegato con i motori di ricerca e con la loro caratteristica di decontestualizzare le notizie catturate in rete, provoca problemi inediti, potenzialmente lesivi della vita delle persone». L'impegno del Garante «è la difesa intransigente del diritto dei cittadini al controllo sui loro dati e alla tutela della vita privata». In un mondo «nel quale siamo sottoposti a forme di controllo ogni giorno più invasive e quasi tutto ciò che ci riguarda si trasforma in dati che le moderne tecnologie consentono di schedare, archiviare, incrociare ed utilizzare per gli scopi più diversi e da parte di una pluralità sterminata di soggetti». Quindi per Pizzetti «assicurare a ciascuno il controllo totale sulla propria vita e, dunque, anche sui propri dati personali appare sempre più come l'ultimo sogno dell'uomo contemporaneo». Per la sicurezza nei confronti dei pericoli dei social network arriva poi, tutto dedicato ai giovani, un vademecum «appositamente studiato per consentire a genitori e ragazzi di conoscere meglio questo fenomeno». Il testo, apprezzato dal Ministro della Gioventù, sarà presentato al prossimo G8 dei giovani e grazie alla collaborazione con Poste italiane sarà diffuso nel Paese. Bisogna fare attenzione anche alle mail indesiderate e finanche a dove si buttano vecchi computer e telefonini che potrebbero contenere dati personali. «Più limitato ma non meno innovativo - ha spiegato Pizzetti - il provvedimento col quale abbiamo impartito le regole da seguire per il cd il 'riciclaggiò del materiale informatico e cioè il riuso di computer dismessi o di altri apparati elettronici, quali ad esempio i telefonini, che spesso contengono un numero altissimo di dati personali». (ANSA).


PRIVACY. GARANTE: NO SANZIONI STAMPA DDL INTERCETTAZIONI. DA GIORNALISTI PIU' TUTELA PER PRIVACY PERSONE COMUNI E VIP 


 


di Elisabetta Stefanelli-ANSA


Roma, 2 luglio 2009. L'informazione, dice il Garante per la protezione dei dati personali, è davanti ad una svolta epocale imposta dalle nuove tecnologie ma nel frattempo non sono pochi i problemi e le polemiche in materia di giornalismo e privacy che devono essere affrontati: da quelli grandi come Villa Certosa a quelli piccoli dei campi nomadi. Così il presidente dell'Autorità Francesco Pizzetti, nella sua relazione annuale, solleva il tema del ddl intercettazioni difendendo la stampa, non dimentica l'equilibrio nella questione delle foto nelle residenze private, critica le violazione della sfera privata dei più deboli, come appunto i bambini dei campi rom.


"Per quanto riguarda le nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità delle informazioni acquisite e trattate dai giudici", Pizzetti ritiene opportuna una nuova disciplina, ma poi "ribadisce perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico dei giornalisti". Torna anche sulla questione delle foto di Villa Certosa anche per spiegare che il diritto alla privacy delle persone comuni è più forte e richiama più spesso l'intervento del Garante che nei casi delle personalità pubbliche. Il presidente del Senato Renato Schifani, a proposito di quell'episodio, sostiene che la violazione della privacy di un domicilio privato è "inammissibile". "Episodi come questi - aggiunge - non accadrebbero se chi li rende pubblici osservasse scrupolosamente il codice deontologico dei giornalisti e il codice della privacy". Il presidente del Senato sostiene che "una informazione  responsabile deve porre al primo posto il rispetto delle persone, in particolare della loro attività ed autonomia, e deve saper costruire un nuovo rapporto di fiducia e di credibilità con l'opinione pubblica". "Noi i rilievi da fare all'informazione li abbiamo fatti - replica Pizzetti - e sono stati nei confronti della tutela di cittadini comuni coinvolti in dolorosi fatti di cronaca o in vicende tragiche come quella di questi giorni a Viareggio. A volte c'e un eccesso di dettagli che offende la vittima rendendola tale per due volte". Una informazione invasiva che nulla ha a che vedere con "la vecchia tematica" delle intercettazioni dove "tocca ai magistrati proteggere i dati di cui vengono a conoscenza ma insieme ci


vogliono regole deontologiche per i giornalisti". Il Garante boccia però "l'ipotesi di sanzioni penali per i giornalisti".


A condividere appieno le valutazioni del Garante sul disegno di legge sulle intercettazioni è il presidente della Fieg Carlo Malinconico. "Il presidente Pizzetti - aggiunge Malinconico - ha chiaramente enunciato il principio che la tutela della privacy non impone né giustifica una disciplina generale restrittiva della libertà di stampa. E' chiaro che violazioni della riservatezza possono e devono essere accertate e sanzionate con riferimento al singolo caso concreto nel quale si presenti l'eventuale abuso. Proprio per queste ragioni la Fieg ha fin dall'inizio rappresentato la propria contrarietà a quelle disposizioni del disegno di legge Alfano che intervengono pesantemente sulla libertà di stampa". Alla Fieg si unisce la Fnsi, con il segretario Franco Siddi e il presidente Roberto Natale convinti che quello del Garante "é un severo monito a evitare che, richiamando ragioni di riservatezza delle persone, si voglia limitare la libertà di informazione e di cronaca, come invece prevede pesantemente il ddl Alfano". Per Siddi e Natale "le analisi e gli interventi dell'Autorità anche in ordine a fatti di rilevanza straordinaria come quelli di Villa Certosa indicano chiaramente quali siano i binari da seguire e quanto siano fuori luogo divieti e sanzioni per i giornalisti. Il professor Pizzetti è stato netto al riguardo. Il Senato ha una grande opportunità di rimettere le cose a posto cassando censure, divieti e sanzioni a editori e giornalisti dal ddl Alfano sulle intercettazioni trasferitogli dalla Camera". (ANSA).


 


PRIVACY. GARANTE: WEB RESISTENZA DEMOCRATICA, IRAN ESEMPIO. TWITTER BATTE CENSURA; BLOGGER, 'RETE SA AUTOREGOLAMENTARSI' 


di Titti Santamato - ANSA


Roma, 2 luglio 2009. Internet è una grande opportunità per condividere informazioni e notizie, soprattutto quelle che non passano per i canali ufficiali, ma al contempo ci rende "nudi come Adamo ed Eva", mettendo così a rischio i nostri dati personali. E l'eterno dibattito attorno alla Rete che, oggi, grazie al contributo dell'Authority della Privacy che ha definito Internet "una forma di resistenza democratica mai immaginata prima", sembra spostarsi significativamente sulle opportunità


che offre la Rete. "Dai blog ai social network fino al recentissimo Twitter - ha detto il garante per la Privacy Francesco Pizzetti nella sua relazione annuale - sempre di più oggi l'informazione è il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale. Quanto sta avvenendo in Iran dimostra che su questi strumenti, e specialmente sui più innovativi, poggia una forma di resistenza democratica mai immaginata prima". L'esempio dell'Iran è solo l'ultimo in ordine di tempo. L'onda verde della protesta ha invaso Teheran e in tempo reale il microblogging Twitter, dove sono piovuti


messaggi, commenti, informazioni di una rivolta che i giornalisti non hanno potuto raccontare. Senza questo canale, non avremmo mai potuto vedere il video di Neda, oramai il simbolo della protesta, con il volto sporco di sangue, gli occhi fissi e l'incredulità di chi tentava di rianimarla. Anche Wikipedia, l'enciclopedia online, ha dedicato una pagina a Neda, che in persiano significa 'voce', e che ha visto appunto rimbalzare di voce in voce, il suo nome sui blog, come un monito a non dimenticare la violenza del governo iraniano. Ancora oggi, da Twitter un blogger iraniano aggiorna il bilancio dei morti, sarebbero più di 100. Senza contare sulla notizia della morte di Michael Jackson il sito di gossip Tmz.com ha bruciato tutti i media tradizionali. E anche i blog sono un esempio, oramai più che decennale della democraticità della Rete, un modo per autopubblicarsi testi, condividerli e sottoporli al commento di tutti gli utenti E non è un caso che di Beppe Grillo, da anni convinto sostenitore di Internet, si sia resa conto anche la rivista americana Forbes che lo ha decretato settima web-celebrità al mondo, nella classifica delle 25 stelle dell'online. "Sono d'accordo con il Garante della Privacy quando parla di Rete come nuova resistenza democratica", dice il blogger Pino Bruno, giornalista informatico e anche autore del libro Dolce Stil web (Sperling & Kupfer). "La Rete dimostra ogni giorno di sapersi autoregolare - aggiunge - Oggi, come nel caso di Facebook è l'utenza, il cittadino digitale, che impone ai network di cambiare la policy sulla privacy. Sono agghiacciato dalle regolamentazioni dall'alto: l'esempio francese dell'Hadopi (la legge antipirateria dichiarata incostituzionale, ndr) è stato preso sottogamba.Tutti i tentativi di imporre regole nel nome di interessi ben precisi dimostrano che queste iniziative liberticide hanno il fiato corto". E a proposto dell'Hadopi, un un altro esempio di democraticità della Rete, arriva proprio dal blog di Pino Bruno: oggi ha pubblicato la notizia che il capo del polo innovazione web della principale rete televisiva francese Tf1, Jerome Bourreau-Guggenheim, è stato licenziato in tronco per aver espresso riserve sulla legge. Le sue critiche erano in una mail inviata alla parlamentare Francoise de Panafieu. La mail era finita al Ministero della cultura e poi trasmessa alla direzione generale di Tf1". "Un episodio gravissimo - scrive Pino Bruno - che rischia di diventare un pericoloso precedente in tema di libertà di opinione". Un episodio quasi totalmente ignorato dalla stampa ufficiale, almeno in Italia. (titti.santamato@ansa.it) (ANSA).


PIZZETTI. RICHIAMI A STAMPA PER GENTE COMUNE



Roma, 2 luglio 2009. Il diritto alla privacy delle persone comuni è più forte e richiama più spesso l'intervento del Garante per la protezione dei dati personali che nei casi delle personalità pubbliche. Lo dice il presidente Francesco Pizzetti al termine della relazione annuale al Parlamento, in merito ai richiami del presidente del Senato Schifani all'informazione. «Noi i rilievi da fare all'informazione li abbiamo fatti - dice Pizzetti - e sono stati nei confronti della tutela di cittadini comuni coinvolti in dolorosi fatti di cronaca o in vicende tragiche come quella di questi giorni a Viareggio. A volte c'e un eccesso di dettagli che offende la vittima rendendola tale per due volte». Il Garante, spiega Pizzetti, chiede di «attenersi al codice deontologico e alla carta di Treviso». Ma non nega che casi simili «si verificano certamente e con una qualche frequenza, violazioni della sfera privata di semplici cittadini. Le regole valgono per tutti ma nel caso delle persone pubbliche casomai sono attenuate. Il cittadino comune quando diventa soggetto di interesse dei media ed è esposto a notizie sulla sua intimità merita una particolare tutela e le regole valgono innanzitutto per le persone private». (ANSA).


PRIVACY. GARANTE:  I DATI SULL'ATTIVITÀ 2008. 524 PROVVEDIMENTI, 321 RICORSI, 21 PARERI.


Roma, 2 luglio 2009. Oltre 520 provvedimenti collegiali adottati, 321 ricorsi, 1058 quesiti a cui si è dato risposta, 21 pareri resi al governo e al Parlamento. Sono alcune delle cifre presentate dal presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, nel corso della esposizione della attività del Garante nel 2008 in corso al Senato. I provvedimenti collegiali adottati lo scorso anno dal Garante sono stati 524. Un incremento rilevante si è registrato nelle «risposte a segnalazioni e reclami», passate dalle 3.078 nel 2007 alle 5252 del 2008. In particolare, si sottolinea nella relazione, i provvedimenti hanno riguardato i settori della telefonia, della sanità, del credito al consumo, internet, giornalismo, videosorveglianza, pubblicità indesiderata. Nel 2008 i ricorsi presentati al Garante sono stati 321, un dato stabili rispetto al 2007, la maggioranza dei quali relativi a banche e finanziarie, datori di lavori pubblici e privati, amministrazioni pubbliche. Sempre lo scorso anno il Garante ha dato risposta a 1058 quesiti posti da soggetti pubblici e privati, in maggioranza riguardanti sanità, trasparenza amministrativa, videosorveglianza, fascicoli personali dei dipendenti. Il Collegio ha reso 21 pareri al governo e al Parlamento, in materia di banche dati e di informatizzazione della pubblica amministrazione, attività di polizia, giustizia, banche e imprese. 500 le ispezioni effettuate nel corso del 2008, un dato che fa registrare una progressione costante. I controlli, si sottolinea nella relazione hanno riguardato diversi settori, in particolare i sistemi di videosorveglianza, gli istituti di credito, l'amministrazione finanziaria, gli operatori telefonici e le cliniche private.  


Sempre nel 2008 si è registrato un aumento del 30% delle violazioni amministrative contestate che hanno raggiunto la cifra di 338. Una parte consistente di queste violazioni ha riguardato le attività promozionali indesiderate o l'attivazione di servizi non richiesti tramite call center. I proventi riscossi a titolo di pagamento delle sanzioni sono passati dagli 814.625 euro del 2007 a 1.062.000 euro nel 2008. Oltre 335.000 euro sono stati pagati per estinguere il reato in materia di misure di sicurezza. Sul fronte dell'attività di relazione con il pubblico l'Urp del Garante ha fatto registrare nel 2008 circa 40.000 contatti, con quasi 20.000 e mail trattate nel corso dell'anno. Nella relazione esposta dal presidente Pizzetti si sottolinea inoltre l'approvazione di importanti linee guida, in particolare, riguardo all'attività dei periti e dei consulenti dei magistrati, l'attività degli amministratori di sistema, le sperimentazioni cliniche dei farmaci, il fascicolo sanitario elettronico. Il Garante ha adottato anche alcuni provvedimenti generali per specifici settori: in particolare, la messa in sicurezza dei dati di traffico telefonico e telematico conservati a fini di giustizia; la rottamazione sicura di pc e cellulari; la semplificazione per imprese e P.a. delle procedure per l'adozione delle misure di sicurezza; la semplificazione degli adempimenti in caso di fusioni e scissioni societarie. Inoltre, è stato varato il Codice di deontologia per le investigazioni difensive, che fissa le tutele per il trattamento dei dati personali dei clienti da parte di avvocati e investigatori privati. Nella relazione si sottolineano alcuni degli interventi più rilevanti che hanno riguardato numerosi ambiti.


Sul fronte delle telecomunicazioni gli interventi hanno riguardato la conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico, misure di sicurezza per le intercettazioni, bollette telefoniche con ultime tre cifre in chiaro. Interventi anche nell'ambito del giornalismo e dell'informazione, in particolare, riguardo alle cronache giudiziarie, tutela dei minori e delle vittime di violenza, notizie su minori adottati, dati sullo stato di salute e sulle vita sessuale, archivi giornalistici on line. Per quanto riguarda le attività di marketing il Garante è intervenuto in ambito di telefonate indesiderate e call center, attivazione di servizi non richiesti, profilazione a fini commerciali di utenti e clienti, 'carte di fedelta« della grande distribuzione. Nell'ambito della publica amministrazione il Garante è invece intervenuto in materia di misure di sicurezza per l'Anagrafe tributaria, accertamenti fiscali, trasparenza degli emolumenti pubblici, interconnessione e sicurezza delle banche dati, redditi on line. Interventi anche sul fronte della sanità, del lavoro, di giustizia e polizia (con particolare riguardo alle misure di sicurezza per gli uffici giudiziari, banche dati dna, ced del Dipartimenti di pubblica sicurezza, periti e consulenti dei giudici, censimento dei nomadi), nuove tecnologie (intervento relativo a Google street view e servizi satellitari, geolocalizzazione, software spia applicabili ai cellulari), scuole e università, vita sociale, sistema impresa.


Sul fronte di internet gli interventi più rilevanti del Garante hanno riguardato Facebook e i social network, i motori di ricerca, l'illegittima conservazione dei dati sulla navigazione in rete, la condivisione di files musicali. Infine nell'ambito del sistema bancario, finanziario e assicurativo, gli interventi più significativi hanno riguardato la semplificazione degli adempimenti per i sistemi di informazione commerciale, l'accesso e utilizzo ai dati dei clienti delle banche, le misure di protezione, i sistemi antifrodi. Nella relazione sull'attività del 2008 del Garante trova spazio anche un capitolo dedicato alla attività internazionale. «Importante» viene definitiva l'attività del Garante nel Gruppo di lavoro comune delle Autorità di protezione europee (WP29) in particolare riguardo ai sistemi Rfid, gli standardi antidoping, la tutela dei minori, le comunicazioni elettroniche, le regole vincolanti di impresa, i dati dei passeggeri aerei. Attività intensa anche nell'ambito delle Autorità di controllo Schengen, Europol, Eurodac e nel WPPJ, il Gruppo di lavoro istituito dalle Autorità garanti europee per la tutela dei cittadini nel settore della polizia, della sicurezza e della gisutizia, che ha visto riconfermato per altri due anni il ruolo di presidenza al Garante italiano. Infine, nel corso del 2008, il Garante ricorda l'organizzazione a Roma della Conferenza dei Garanti europei dedicata alle nuove tecnologie, al fenomeno dei social network e a una effettiva tutela della privacy nel mondo globalizzato. (Adnkronos)


PRIVACY. GARANTE: PRINCIPIO VILLA CERTOSA SI APPLICA A TUTTI


Roma, 2  luglio 2009. Nella sua decisione sulle foto di Villa Certosa il Garante per la protezione dei dati personali ha ribadito «che non è lecito riprendere, senza il loro consenso, persone all'interno di una privata dimora, compreso il parco e gli edifici che ne fanno parte, specialmente quando esse svolgono normali attività di vita sociale o di relazione». Lo spiega il presidente Francesco Pizzetti nella sua relazione annuale al Parlamento, sostenendo che «questo principio si applica a tutti, indipendentemente dalla notorietà e che comporta la illiceità delle foto e il conseguente divieto della loro diffusione. Un principio che non viene meno neppure in ragione della qualità pubblica della o delle persone che abitano o frequentano una privata dimora». Aggiunge il presidente che «contestualmente abbiamo confermato l'utilizzabilità delle foto relative a persone pubbliche, o di oggettivo interesse pubblico, riprese in luoghi pubblici o aperti al pubblico».(ANSA).


INTERCETTAZIONI. GARANTE PRIVACY: NO A SANZIONI GIORNALISTI.


Roma, 2 luglio 2009. «Per quanto riguarda le nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità delle informazioni acquisite e trattate dai giudici » il Garante per la protezione dei dati personali ritiene opportuna una nuova disciplina, ma «ribadisce perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico dei giornalisti». Lo ha detto il presidente Francesco Pizzetti nella sua relazione annuale al Parlamento, quest'anno nella Sala Zuccari al Senato. «Peraltro - aggiunge - non tocca all'Autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà di informazione garantita dalla Costituzione, se non quando siano concretamente in discussione eventuali e puntuali violazioni della riservatezza dei cittadini». A suo avviso infatti «non c'è ragione di ritenere che la regolazione in via generale della libertà di stampa abbia una diretta e immediata connessione con la tutela della privacy, che deve essere sempre valutata caso per caso».(ANSA).


 


Il Segretario Generale  e il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi e Roberto Natale, hanno dichiarato: Privacy: severo monito da Pizzetti, cancellare norme bavaglio del ddl Alfano


“Quello del Garante della Privacy,  espresso con grande equilibrio e serenità, è un severo monito a evitare che, richiamando ragioni di riservatezza delle persone, si voglia limitare la libertà di informazione e di cronaca, come invece prevede pesantemente il ddl Alfano.


Il Presidente dell’Autorità Garante della Privacy, il professor  Franco Pizzetti, ha chiarito oggi molto bene nella sua relazione annuale la reale problematica della tutela dei diritti della persona. Ha anche riconosciuto come i codici deontologici dei giornalisti siano già uno strumento valido a inquadrare e a determinare gli indispensabili equilibri tra il diritto all’informazione piena e completa che appartiene a tutti i cittadini e il diritto alla tutela della sfera privata di ogni persona. Questo argomento non può essere adottato da alcuno impropriamente per motivare inaccettabili leggi bavaglio.


Le analisi e gli interventi dell’Autorità Garante della Privacy anche in ordine a fatti di rilevanza straordinaria come quelli di Villa Certosa indicano chiaramente quali siano i binari da seguire e quanto siano fuori luogo divieti e sanzioni per i giornalisti. Il professor Pizzetti è stato netto al riguardo. Il Senato ha una grande opportunità di rimettere le cose a posto cassando censure, divieti e sanzioni a editori e giornalisti dal ddl Alfano sulle intercettazioni trasferitogli dalla Camera.


I giornalisti italiani tutti per contrastare questo disegno, il bavaglio appunto,e per ribadire il dovere di informare unito al diritto dei cittadini a sapere, attueranno una giornata di silenzio il prossimo 14 luglio (con astensione dal lavoro nella carta stampata dei quotidiani il 13 e negli altri mezzi il 14) evidenziando con queste ragioni l’inaccettabilità e l’indignazione di misure restrittive e sanzioni.


Allo stesso modo i giornalisti italiani restano in campo per sostenere con forza l’esigenza di riformare gli strumenti di autodisciplina (come l’Ordine professionale) e per rendere efficaci i codici deontologici a garanzia della tutela della privacy, che semmai - come appare dalla relazione del professor Pizzetti – sono materie meritevoli di una vera azione riformatrice del Parlamento”.


 


Del Boca: privacy senza censure


Roma, 2 luglio 2009.  “Una relazione saggia ed equilibrata”. E’ il commento del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Lorenzo Del Boca sulla relazione annuale del Garante per la protezione dei dati personali Francesco Pizzetti il quale, in riferimento al disegno di legge sulle intercettazioni, ha affermato chiaramente che la tutela della privacy non richiede e non giustifica una disciplina generale restrittiva della libertà di stampa. “Naturalmente – ha aggiunto Del Boca – condivido anche le parole di Pizzetti quando afferma che frequentemente si assiste a un esercizio del diritto di cronaca esasperato e spesso non corretto soprattutto in riferimento alla pubblicazione di immagini e informazioni sulla vita privata delle persone, indipendentemente dalla loro notorietà. Ma sono ancor più giuste e da tenere in considerazione le sue perplessità sull’ipotesi di poter ricorrere a sanzioni penali a carico degli operatori dell’informazione: un inasprimento della pena giustificato dal Governo con la necessità di tutelare la privacy dei cittadini. Ma la riservatezza delle persone non giustifica il porre un limite alla libertà di informazione, come previsto dal ddl Alfano, e Pizzetti lo ammette chiaramente quando afferma che non tocca all’Autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà d’informazione garantita dalla Costituzione, se non quando siano concretamente in discussione eventuali violazioni della privacy, che vanno valutate sempre caso per caso”. (www.odg.it)


 



 


 


 


  





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