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Anche www.affaritaliani.it
del 14/8/2009 ridicolizza Bossi
che vuole il “dialetto obbligatorio”.

Facciamo sesso in dialetto...
Ormai tutto fa spettacolo!!!
Si moltiplicano le proposte
per l'utilizzo del dialetto:
Sanremo, fiction, giornali,
radio e tv...E' un delirio d'agosto!

In coda una nota ironica
e amara di GINO BEGOTTI

Una modesta proposta che nessuno ha ancora osato fare. Rientra in questo delirio agostano sull'utilizzo dei dialetti. E attenzione non dico delirio perché non riconosco un valore al dialetto, alle origini, alle tradizioni ed al vincolo che ognuno di noi contrae non soltanto con il territorio dove è nato ma anche con quello dove vive, ma perché mi pare che si stia un po' esagerando.


Fermo restando che fa bene La Padania, giornale della Lega Nord, ad uscire anche in una versione veneta, e fatta salva la proposta del presidente del Consiglio Comunale di Sanremo di dedicare una serata alla canzone in dialetto, considerando la proposta del ministro dell'Agricoltura Zaia di creare delle fiction in dialetto, manca soltanto una efficace proposta per realizzare dei rapporti sessuali in dialetto.


Non è difficile capire in cosa concerne questo nuovo impegno che come cantava tempo fa Raffaella Carrà potrà essere realizzato da "Trieste in giù". In sostanza tutto quando viene pronunciato durante i preliminari, durante il rapporto sessuale (uno o più secondo le capacità di ciascuno) dovrà essere in "lingua originale". Dobbiamo smetterla con questa abitudine dell'Italietta (tanto per citare Nanni Moretti) di parlare in italiano durante i rapporti sessuali. Ogni italiana o italiano che si porranno a fare sesso dovranno immaginarlo, pensarlo e farlo in dialetto.


Ora il problema nasce per i fuorisede. Per esempio un cittadino italiano nato in Sicilia che per ragioni di lavoro si è trasferito al nord come dovrà pronunciare le parole dell'amore? Lo dovrà fare nel dialetto che ha imparato da bambino o in quello acquisito lavorando al nord? Potrebbero esserci dei difetti di comunicazione. E per sopperire a queste eventuali carenze si potrebbero organizzare due strutture : "le Ronde del Piacere" persone preposte ad una notte d'istruzione sui dialetti, e le "scuole di preparazione al sesso in dialetto".


Chi vorrà fare sesso in Italia dovrà fare un test e poi superare un esame di ammissione al sesso in dialetto. Questo si che ci fa sentire un popolo altamente globalizzato. Facendo sesso impareremo tanti nuovi termini, tanti gridolini regionali, scopriremo amplessi territoriali. Avremo anche il federalismo godereccio che è una sana risposta a quello fiscale. Ma in questo modo lavoreremo sempre di più per un accoppiamento regionale. Si ritornerà  giorno dopo giorno con successo alla formula "uomini e donne e buoi dei paesi tuoi".


Ci sarà una rivisitazione antropologica del nostro essere individui che amano la loro lingua d'origine. Se non avete, Governanti, idee per questo progetto che si unisce a tutto quanto è stato già proposto avremmo anche un'idea sul titolo "Il Dialetto a Letto". Pensate cosa sarà tra pochi mesi tornare a casa vedere prima una fiction in dialetto, poi il tg regionale rigorosamente in dialetto, poi una serata di Sanremo in dialetto e dopo fare un po' di sesso in dialetto. Questa si che è vita! Una vita al servizio del territorio...anche nei momenti intimi...


FRANCESCO  PIRA - francesco@francescopira.it


in: http://www.affaritaliani.it/rubriche/trasparenze/sesso_dialetto140809.html


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=4178


Quei primi 12 articoli “fondamentali”


della Costituzione: se se ne cambia


uno, si cambia il volto democratico


della Repubblica. Fra i primi


12 articoli c’è la Bandiera


italiana, simbolo della


Patria e dell’Unità nazionale


nonché dei sacrifici del Popolo


Italiano per riconquistare


libertà, dignità e indipendenza.


Un articolo elegante ed ironico


di Claudio Magris ridicolizza la pretesa


leghista di riportare l’Italia al 1815.


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From    "ginobegotti" [ginobeg@alice.it]    


To    info@francoabruzzo.it 


Subject   Re: Anche www.affaritaliani.it ridicolizza Bossi sul dialetto obbligatorio. E' delirio agostano!


Date   15/08/2009 09:52


 


Se succede non dite che sono stato io......


E'  il caso di studiare un disegno di legge, e perciò istituire una commissione in Parlamento che ne prepari gli schemi di lavoro, affinchè non ogni regione, bensì ogni provincia abbia nelle proprie sedi dei tecnici diversi: ( facciamone dieci laureati stipendiati full time e se ne servono di più mettiamoceli ) che operino a salvaguardare l'uso del dialetto nelle scuole primarie, medie inferiori, medie superiori, licei, università, nelle fabbriche (quelle rimaste dopo ferragosto), nelle riunioni pubbliche quali comizi, congressi, simposi, e nelle rappresentazioni teatrali, fornendo gratuitamente agli stranieri degli interpreti dal dialetto alla lingua straniera, e negli ospedali specialmente obbligando le puerpere ad iniziare il neonato all'uso del dialetto, ad esempio "beo...ciapa el ciucio e no sta pianzer"


.."bello...prendi il ciuccio e non piangere", questo naturalmente potrebbe essere valido per il Comune di Venezia  , ma serviranno altri tecnici comunali dell'Assessorato al Dialetto per le differenze che vi possono essere al Comune di Padova, al Comune di Vicenza, al Comune di Verona, al Comune di...alt...Bolzano...e qui come la mettiamo? beh, facciamo due Assessorati al Dialetto, uno per il Veneto di Bolzano e uno per il patois Tedesco-Tirolese. Altro assessorato necessita per il Dialetto del Comune di Udine (ma quì vi sono le differenze tra il dialetto del basso Friuli e il Carniel) , mentre per l'Assessorato al Dialetto del Comune di Trieste non servono interpreti,


In Croazia ex Istria molti parlano Triestin. E the last but not least, Assessorato al dialetto del Comune di Gorizia...


Sarebbero una settantina circa di tecnici linguistici comunali da pagare nel Veneto, che moltiplicati per venti regioni della Penisola potrebbero dare lavoro a 1.400 nuovi stipendiati...bene...con macchine blu, e aumentare l'importanza delle sedi provinciali. E naturalmente dovranno essere editi dei dizionari atti a tradurre per esempio dal dialetto di Brescia al Cockney di Saint Mary le Bow di Londra...e così avanti remando controcorrente alle intenzioni di quei prof bocconiani che impongono impuniti studi universitary esclusivamente in English. E faremo un Festival della Canzone in dialetto, ma dopo le eliminatorie di canzone di ogni signola regione...pensate se poi a vincere potrebbe essere l'Inno di Mameli "Fratelli d'Italia" in genovese oppure in Sud Tirolese. Questo è quello che abbiamo...


Viva l'Italia!


firmato


Gino Begotti - pubblicista ODG 088749


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