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PAR CONDICIO: SALTANO
APPROFONDIMENTI RAI
nell'ULTIMO MESE PRIMA
DEL VOTO. PD CRITICO
LASCIA LAVORI Vigilanza.
Giornalisti verso lo sciopero.

ORDINE GIORNALISTI: “VIGILANZA RIVEDA DECISIONE. SI’ A REGOLE, NO A CANCELLAZIONE PROGRAMMI”. BELTRANDI (RADICALI): "HO LETTO TANTE BUGIE". BONINO: “NON VEDO SCANDALO IN REGOLAMENTO”. IN CODA i cardini del regolamento.

Roma, 9 febbraio 2010.  Via libera dalla Commissione di Vigilanza Rai al regolamento per l'applicazione della par condicio in tv in vista delle regionali del 28 e 29 marzo. Tra le novità più importanti contenute nel testo approvato questa sera dalla commissione, una norma che assimila alle regole della comunicazione politica nell'ultimo mese prima del voto anche le trasmissioni di approfondimento, passata con i voti del centrodestra e del relatore, il radicale Marco Beltrandi, e con la netta opposizione del Pd, che ha abbandonato i lavori. "Quello che è accaduto - accusa il capogruppo del Pd in vigilanza, Fabrizio Morri - è molto grave: il centrodestra, complice Beltrandi, ha votato la soppressione delle trasmissioni di approfondimento giornalistico nell'ultimo mese di campagna elettorale: dunque 'Porta a Porta', 'Ballaro'', 'Annozero' salteranno, cosa mai accaduta prima e che la legge non chiede, e per estensione due terzi del palinsesto di Raitre rischiano la cancellazione. La norma approvata, infatti, prevede che al posto di queste trasmissioni si facciano tribune elettorali, sottoposte alle regole rigide della ripartizione paritaria fra tutti i soggetti politici". Secondo Morri, questa novità apre anche un problema relativo alla tv commerciale: "dubito molto - sottolinea - che l'Autorità per le comunicazioni si senta di cancellare 'Matrix' o gli altri approfondimenti di Mediaset". "Le nuove disposizioni - replica Beltrandi - stabiliscono che i programmi di approfondimento possano scegliere: o devono ospitare nei loro spazi le tribune politiche, oppure possono andare in onda in orari e fasce diverse. Dipenderà da Vespa, da Floris, da Santoro, cioé dai responsabili delle trasmissioni. E in ogni caso, se decideranno di andare in onda in altre fasce orarie e si occuperanno di politica, dovranno obbedire alle regole della comunicazione politica e cioé delle tribune". (ANSA).


PAR CONDICIO in RAI. VERNA (USIGRAI): SI VA VERSO lo  SCIOPERO.   


Roma, 9 febbraio 2010.  "Domani stesso apriremo le procedure per lo sciopero dopo la decisione della vigilanza dimettere il bavaglio all'informazione Rai durante la campagna elettorale. Si stanno minando le ragioni stesse del servizio pubblico. Una assurdità". Lo ha dichiarato Carlo Verna dell'Usigrai dopo il via libera della Commissione di vigilanza Rai al regolamento per l'applicazione della par condicio in tv in vista delle regionali del 28 e 29 marzo. (ANSA).


PAR CONDICIO. ORDINE GIORNALISTI:  “VIGILANZA RIVEDA DECISIONE. SI’ A REGOLE, NO A CANCELLAZIONE PROGRAMMI”.


Roma, 10 febbraio 2010. “L’informazione come la libera manifestazione del pensiero è un diritto fondamentale del cittadino garantito dalla Costituzione. Pretendere di oscurare i talk show della Rai perché non si riesce a trovare un modo per regolamentarli in periodo di campagna elettorale è un atto grave verso il servizio pubblico e i suoi utenti”. E’ uno dei passaggi dell’ordine del giorno (primi firmatari Alberto Vitucci, Carlo Verna, Michele Partipilo, Marzio Quaglino, Pino Bruno), approvato oggi dall’Ordine nazionale dei giornalisti riunito a Roma. “Non si risponde così - prosegue l’odg - a un’esigenza di equa rappresentazione di tutte le opinioni in campo, finendo invece per rinunciare ad ogni serio tentativo di garantire un’effettiva par condicio e il rispetto delle regole”. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti chiede quindi “a tutela della dignità professionale degli iscritti che la commissione parlamentare di Vigilanza riesamini la sua decisione offrendo così ai cittadini la possibilità di essere informati per capire e scegliere in maniera consapevole”. (ANSA).


RAI. GARIMBERTI. DOMANI IN CDA IMPATTO REGOLAMENTO VIGILANZA SU AZIENDA.


Roma, 10 febBRAIO 2010. Domani il cda rai discuterà dell’«impatto sull'azienda del Regolamento sulla par condicio per le elezioni regionali varato dalla commissione di Vigilanza. Lo annuncia il presidente della Rai Paolo Garimberti:  “La Rai -dice il presidente- è sempre tenuta al rispetto delle decisioni della Commissione Parlamentare di Vigilanza. Le novità in materia di comunicazione e informazione politica introdotte dal regolamento approvato ieri dalla Commissione presentano aspetti che richiedono un immediato approfondimento. Per questo motivo domani il Consiglio di Amministrazione discuterà del tema, di cui è già stato investito il Direttore Generale, per valutare l'impatto del regolamento sulla linea editoriale delle trasmissioni e più complessivamente sulla gestione aziendale a vari livelli”, conclude Garimberti. (Adnkronos)


RAI. VESPA: GRAVE AZZERAMENTO PROGRAMMI INFORMATIVI PRIMA DEL VOTO


Roma, 10 febbraio 2010.  «L'esperienza di quindici anni ci insegna che Porta a porta ha sempre rispettato la Par Condicio ed è stata guardata al microscopio dentro e fuori le campagne elettorali. Ad altri è stato concesso il diritto di scorreria. Pur con questa premessa, che legittima alcune preoccupazioni politiche, trovo molto grave l'azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni e spero che ci possano essere degli spazi di mediazione». È quanto dichiara Bruno Vespa. «Per quanto ci riguarda - precisa il conduttore di Porta a Porta - ci atterremo naturalmente a quanto ci sarà trasmesso dall'azienda. Professionalmente mi auguro che ci vengano consentiti dei minimi spazi di autonomia professionale, requisito indispensabile per poter gestire le trasmissioni nelle prossime settimane». (Adnkronos)


PAR CONDICIO. ANNUNZIATA: ESAUTORATI VERTICI E CONDUTTORI RAI GRAZIE A LEGGE GASPARRI EDITORE RAI È LA POLITICA.


Roma, 10 febbraio 2010. «Le cose si commentano da sole. È evidente che è stato superato un limite e che l'editore della Rai è la politica, questo grazie alla legge Gasparri, sulla quale io mi dimisi da presidente». Parola di Lucia Annunziata, già presidente della Rai, e conduttrice ogni domenica del programma di approfondimento politico 'In mezz'ora’ su Raitre. Intervistata oggi da Giorgio Zanchino a “Tutta la città ne parla” su Radiotre, Annunziata ha aggiunto: «La legge Gasparri ha definitivamente ristabilito il nesso stretto tra Rai e politica, dunque non sono stata sorpresa dal provvedimento, però ritengo che una cosa è il direttore una cosa è l'editore; l'editore non può dettare i contenuti delle scelte editoriali, può indirizzarle ma non può entrare nel merito; facendo questo non solo sta esautorando il conduttore, ma soprattutto sta esautorando il direttore generale e il presidente della Rai, perchè sta entrando specificamente nei contenuti, sta cambiando i palinsesti, sta dicendo cosa fare e cosa non fare». «Se De Benedetti facesse lo stesso con Repubblica - ha spiegato ancora - non solo i giornalisti sarebbe un po’ sorpresi ma sarebbe un'esautorazione dell'intera catena di comando a partire da Ezio Mauro, questa è la gravità di questa cosa. insomma è l'esautorazione dei vertici della Rai». «Sono sempre stata contraria - ha spiegato - alla par condicio in generale, credo che la sinistra che l'ha voluta l'abbia voluta per paura di Berlusconi, perché penso che un giornalista bravo è uno che da solo riesce a organizzare l'equilibrio; dopodichè il giornalista ha le sue idee ma è per questo che uno vede un giornalista piuttosto che un altro. Oggi la par condicio viene impugnata erroneamente dalla politica come sistema punitivo e non come sistema di stimolo». (ANSA).


RAI. BELTRANDI (RADICALI): "HO LETTO TANTE BUGIE".


Roma, 10 febbraio 2010.  «Una delle bugie più clamorose che ho letto è che la Rai sarebbe obbligata a trasmettere tribune con la presenza contemporanea di decine di candidati. Non è affatto così: non solo non esiste nessun obbligo di questo tipo, ma addirittura il regolamento prevede che si possano usare per le tribune anche spazi di ascolto equivalente a quello degli approfondimenti, qualora, ma non lo credo, questi ultimi non bastassero». Lo afferma Marco Beltrandi, deputato Radicale eletto nelle liste del Pd e membro della commissione Vigilanza Rai. «Leggo poi -aggiunge- che si vorrebbe mettere il bavaglio ai talk show, o addirittura chiuderli. Invito chi lo scrive a citare articolo e comma del regolamento in cui ciò sarebbe previsto. Penso che costoro scambino le regole della par condicio dei dibattiti nei Paesi anglosassoni e normali con un bavaglio. Leggo infine che l'Udc non sarebbe responsabile di un regolamento di cui sarei responsabile io e il centrodestra, mentre l'Udc sarebbe stata ferocemente contraria in commissione. Perchè allora l'onorevole Rao non solo ha assicurato il numero legale in commissione, non solo si è solo astenuto alla votazione finale, ma ha anche condiviso la soluzione adottata, solo proponendone una durata minore? Comunque ringrazio l'onorevole Rao di questa attribuzione». «Infine -conclude Beltrandi- leggo di autorevoli componenti della Vigilanza che scrivono oggi di regole che sarebbero da rivedere. Evidentemente, avendo essi abbandonato i lavori della Commissione prima del termine, non si sono resi conto che la Commissione ha approvato in via definitiva regole chiarissime e non soggette ad interpretazioni politiche». (Adnkronos)


BONINO: “NON VEDO SCANDALO IN REGOLAMENTO”


Roma, 11 febbraio 2010. "Non mi pare un grande scandalo questo regolamento, non dice che 'Annozero', 'Ballarò' o 'Porta a Porta' non possono andare in onda. Dice che per le quattro settimane prima delle elezioni il 50 per cento degli ospiti dovranno essere i candidati alla presidenza delle regioni e per il 50 per cento esponenti di liste politiche che si presenteranno in almeno un quarto delle regioni". Lo ha detto Emma Bonino, candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, nel corso della puntata di 'Annozero' in onda su Rai 2, commentando con Michele Santoro il nuovo regolamento sulla par condicio in tv varato in vista delle prossime elezioni regionali dalla Commissione di vigilanza Rai. "Una Regione è un ente piuttosto importante, e non da ora", ha aggiunto Bonino, "quindi mi sembra che sia opportuno stare ad ascoltare i confronti tra candidati, forse così i cittadini inizieranno a conoscerli. La legge dice semplicemente che lo scempio che è successo le altre volte, con i partiti minori senza possibilità di parlare se non nelle tribune alle cinque di pomeriggio o a mezzanotte, non si ripeta". (AGI)


 



PAR CONDICIO. VIGILANZA: ECCO i CARDINI del REGOLAMENTO.


Roma, 10 febbraio 2010. Fuori i piccoli partiti dalle tribune politiche nella prima fase della campagna elettorale, spazio invece alle tribune al posto degli approfondimenti nell'ultimo mese prima del voto: sono le novità più discusse del regolamento per la par condicio approvato ieri sera dalla commissione di Vigilanza Rai. Questi i punti essenziali del regolamento, che distingue (come sempre) comunicazione politica e informazione: al di fuori di queste due tipologie, è vietato ospitare candidati o esponenti politici e trattare temi politico-elettorali.


LA COMUNICAZIONE POLITICA - Le tribune devono assicurare "parità di condizioni nell'esposizione di opinioni e posizioni politiche". Nell'ultimo mese prima delle Regionali possono 'invadere' gli spazi di approfondimento: una delle norme più contestate dice infatti che "sono collocate negli spazi radiotelevisivi che ospitano le trasmissioni di approfondimento informativo più seguite, anche in sostituzione delle stesse, o in spazi di analogo ascolto".


Più in generale, nella prima fase della campagna elettorale possono accedere alle tribune le forze politiche che abbiano un gruppo parlamentare (o presenti nel gruppo Misto), o due eletti al Parlamento europeo o presenti in Consigli regionali che rappresentino almeno un quarto degli elettori: il tempo viene diviso per metà in proporzione al 'peso' di tali soggetti e per l'altra metà in modo paritario. Restano fuori, dunque, i 'piccoli' che alle ultime Europee non abbiano raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. Nella seconda fase alle tribune accedono i rappresentanti delle liste e i candidati presidenti di Regione presenti in collegi che interessino almeno un quarto degli elettori: il tempo viene diviso in parti uguali al 50% tra gli uni e gli altri. Il principio delle pari opportunità va assicurato "anche nell'ambito di un ciclo di trasmissioni", purché abbiano le stesse opportunità di ascolto.


L'INFORMAZIONE - In par condicio è tenuta al rispetto "con particolare rigore" dei principi di pluralismo, imparzialità, indipendenza, obiettività e della parità di trattamento fra tutti i soggetti, che spetta ai direttori di testata (cui vengono ricondotti i programmi), ma anche a conduttori e registi. Anche i tg devono rispettare "rigorosamente la pluralità dei punti di vista" e direttori, conduttori e giornalisti devono avere "come unico criterio quello di fornire ai cittadini utenti il massimo di informazioni, verificate e fondate, con il massimo di  chiarezza". Nell'ultimo mese le trasmissioni di informazione, esclusi i tg, devono uniformarsi ai meccanismi delle tribune: la norma dice infatti che "a partire dal decorrere del termine ultimo per la presentazione delle candidature, sono disciplinate dalle regole proprie della comunicazione politica".


LE CONFERENZE STAMPA - Vanno in onda nelle ultime due settimane prima del voto, tra le 21 e le 22.30, e sono riservate ai rappresentanti nazionali di lista: venti minuti, con un massimo di tre giornalisti individuati dalla Rai  (ma anche non appartenenti al servizio pubblico) e con un giornalista Rai come moderatore. Vanno in diretta o vengono registrate entro 24 ore prima della messa in onda. (ANSA).








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