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Stampa

DOCUMENTO FNSI.
“Tagli all’editoria: sale
la preoccupazione per i
giornali di partito, di
cooperative, di minoranze
linguistiche, no profit e di
idee. Si apre una grande
vertenza nazionale”.
A rischio100 testate, circa
4mila lavoratori (mille cronisti)
e il pluralismo informativo.
Pronte iniziative clamorose.

Iniziative clamorose che saranno comunicate all'ultimo momento, incontri con le più alte cariche istituzionali, un faccia a faccia entro tre giorni con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, una manifestazione a Roma: è un calendario di lotta quello messo a punto oggi in un incontro tra la Fnsi, i Comitati di Redazione delle testate di partito, cooperative, delle minoranze linguistiche, no profit e di idee, esponenti di Mediacoop, della Slc-Cgil, del Sinagi e di Articolo 21. Tutti contro il taglio dei fondi pubblici a questi giornali deciso dalla Finanziaria. La Fnsi - si legge in una nota - conta anche su un appello dei parlamentari, con la sensibilizzazione dei candidati alle imminenti elezioni regionali. Ipotizzate pagine di informazione specifica sulla carta stampata, sollecitata l'attenzione concreta del servizio pubblico, previsti spot su radio e tv locali. Forme di intervento che dovranno essere attivate già a partire dai prossimi giorni. In coincidenza cioè del passaggio del decreto milleproroghe alla Camera che dovrebbe accogliere l'emendamento bipartisan per il ripristino del diritto soggettivo delle testate a ricevere i fondi. Emendamento non accolto al Senato dove il milleproroghe è passato con un voto di fiducia. Qualora l'emendamento non fosse recepito - annuncia il fronte contro i tagli - la pressione dovrà proseguire per sfruttare ogni altro possibile testo parlamentare nel quale inserire il ripristino del diritto soggettivo. «Si apre - si legge nella nota - una grande vertenza nazionale. Non si possono cambiare le regole a partita in corso, tanto più, mentre si sta discutendo in Parlamento del nuovo regolamento per l'editoria e di stati generali di settore. Lo stop ai tagli deve essere anche un'operazione di buon senso». (Ansa, 15/2/2010)
Fini: “La Presidenza del Consiglio è in ritardo sul disboscamento delle testate. Ho avuto rassicurazioni da Tremonti per il 2010”.

Roma, 15 febbraio 2010. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:


 “Non sarà lasciato nulla di intentato per impedire la chiusura delle testate dei giornali di idee, delle minoranze linguistiche e delle testate gestite da cooperative. La cancellazione dei diritti soggettivi al contributo decisa in finanziaria, nonostante gli impegni di legge che ne assicuravano la prosecuzione per due anni (in attesa del passaggio ad un nuovo regime), può essere un colpo mortale per quasi 100 testate, circa 4mila lavoratori e per il pluralismo. Il rigetto in Senato dell’emendamento al “mille proroghe” che, con proposta bipartisan doveva ripristinare i fondi, necessita di un ripensamento immediato alla Camera. La Fnsi, i Comitati di Redazione delle testate di partito, cooperative, delle minoranze linguistiche, no profit e di idee, questa mattina si sono ritrovati nella sede della Fnsi insieme ad esponenti di Mediacoop, della Slc-Cgil, del Sinagi e di Articolo 21 e hanno deciso di aprire una grande vertenza nazionale. Non si possono cambiare le regole a partita in corso, tanto più, mentre si sta discutendo in Parlamento del nuovo regolamento per l’editoria e di stati generali di settore. Lo stop ai tagli deve essere anche un’operazione di buon senso. L’incertezza che c’è oggi sulle dimensioni del finanziamento pubblico impedisce ai giornali, sotto la scure dei tagli, di accedere ad anticipi bancari mettendo a rischio persino la prosecuzione immediata dell’attività con perdita di migliaia di posti di lavoro. Questa operazione non produrrebbe risparmio per lo Stato, giacché l’onere per gli ammortizzatori sociali sarebbe ancora più alto di quanto il Governo vorrebbe risparmiare riducendo i contributi diretti. Tutti gli intervenuti all’incontro di oggi hanno sottolineato che nella vertenza per impedire lo spegnimento di queste voci si gioca una partita decisiva per il pluralismo dell’informazione italiana. Una battaglia di libertà che è insieme richiesta di una radicale riforma dei criteri di erogazione delle risorse pubbliche, di cui fin qui hanno beneficiato anche troppe esperienze editoriali fittizie. Una battaglia che - hanno sostenuto numerosi CdR - deve crescere fino a coinvolgere anche le rappresentanze sindacali delle più diffuse testate nazionali. Ampio il ventaglio delle iniziative proposte. Non sono escluse alcune clamorose che verranno comunicate all’ultimo momento. Intanto si comincerà con incontri con le più alte cariche istituzionali, con un appello dei parlamentari, con la sensibilizzazione dei candidati alle imminenti elezioni regionali. Ipotizzate pagine di informazione specifica sulla carta stampata, sollecitata l’attenzione concreta del servizio pubblico, previsti spot su radio e tv locali. Forme di intervento che dovranno essere attivate già a partire dai prossimi giorni, in occasione del passaggio del “mille proroghe” alla Camera; qualora l’emendamento non fosse recepito, la pressione dovrà proseguire per sfruttare ogni altro possibile testo parlamentare nel quale inserire il ripristino del diritto soggettivo. Insieme alle azioni che ogni redazione metterà in atto nella sua realtà, la Federazione della Stampa, il coordinamento dei Cdr e le altre organizzazioni interessate a questa battaglia pianificheranno una manifestazione pubblica a Roma. Entro i prossimi tre giorni è anche previsto un incontro con il sottosegretario all’Editoria, on. Paolo Bonaiuti”.


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Editoria. Fini:


“La Presidenza  del Consiglio è in ritardo sul


disboscamento delle testate. Ho avuto


rassicurazioni da Tremonti per il 2010”.


Roma, 16 febbraio 2010. Il presidente della Camera Gianfranco Fini offre rassicurazioni sui tagli all'editoria ma lancia una frecciata a Palazzo Chigi. "Non capisco - spiega al 'Riformista' - perché la Presidenza del Consiglio sia in ritardo su questo lavoro di disboscamento. In alcune occasioni si dice giustamente a Tremonti 'se ci sei batti un colpo'. Stavolta, se lo si dice anche a Bonaiuti forse si bussa alla porta giusta".  Fini sottolinea l'importanza di "alcune testate" per "il sale che mettono nella minestra del dibattito pubblico" e ricorda di aver chiesto rassicurazioni al ministro dell'economia che - riferisce il presidente della Camera - gli ha risposto: "Per il 2010, anche se non ripristiniamo il diritto soggettivo, garantiremo quanto i giornali hanno avuto nel passato,  euro più euro meno". Tremonti "ha aggiunto, e condivido - prosegue Fini -che è essenziale fare chiarezza sui chi ha diritto di ricevere il finanziamento, perché alcune testate non hanno nulla a che vedere con le ragioni per cui lo Stato finanzia l'editoria". (Apcom)


 


 


 



 






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