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Tribunale civile di Brescia:
“Renato Farina risarcisca
le spese della causa civile
al giornalista che l’aveva
definito spione e faccia di tolla”.
Giorgio Frasca Polara assolto.

Roma, 28 luglio 2010. L’onorevole Renato Farina è stato condannato dal Tribunale di Brescia a risarcire a Giorgio Frasca Polara, giornalista parlamentare per Libertà e Giustizia, le spese della causa civile per diffamazione che il deputato del Pdl aveva intentato nei suoi confronti pretendendo un risarcimento di 250mila euro, poi ridotti a 120mila. Farina è forse più noto come “l’agente Betulla” per i suoi rapporti con i servizi segreti che gli erano costati la radiazione dall’Ordine dei giornalisti e una condanna penale patteggiata.


Ed è proprio su questo ruolo che verteva l’oggetto della causa, insorta in seguito alla pubblicazione, il 3 giugno 2008 sul sito internet dei Democratici di Sinistra, di un articolo in cui Frasca Polara polemizzava con una dichiarazione resa da Farina al Corriere della Sera a proposito delle reazioni preoccupate del mondo cattolico alla proposta di legge che mirava all’introduzione del carcere come deterrente all’immigrazione clandestina. A differenza della presa di posizione ufficiale della Cei, Farina aveva sostenuto che, interpellati alcuni “teologi” da lui “stimati” se vi fosse contraddizione tra questa proposta e la morale cristiana, “mi è stato risposto di no, che non è paragonabile ai Dico”, l’acronimo sulle unioni tra persone dello stesso sesso che era al centro di vivace dibattito.


Frasca Polara aveva immediatamente reagito censurando le dichiarazioni dello “spione”, e rilevando come il deputato fosse non solo “poco onorevole” (pur dopo la radiazione e la condanna, Berlusconi lo aveva fatto eleggere alla Camera) ma anche “faccia di tolla”. Sono queste le tre espressioni per le quali il giudice monocratico dott.ssa Laura Bertoli è stata chiamata ad esprimere il giudizio “imposto dal querelante in sede civile – ha rilevato  Frasca Polara – nel tentativo di monetizzare a tambur battente la presunta offesa”. In realtà il giudice, in una minuziosa sentenza che fa riferimento anche alla giurisprudenza più recente, spiega perché non ha affatto considerato quelle espressioni come diffamanti.


Il fatto che Farina-Betulla sia stato uno “spione” è “storicamente accertato” e oltretutto ammesso su Libero dallo stesso ex giornalista. Quanto agli altri due epiteti una sentenza della Cassazione sottolinea che “possono essere utilizzate espressioni di qualsiasi tipo, anche lesive della reputazione altrui, purché siano strumentalmente collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall’opinione o comportamento preso di mira e non si risolvano in un’aggressione gratuita e distruttiva dell’onore e della reputazione del soggetto interessato”.


Nel corso del giudizio (Frasca Polara era difeso dagli avvocati Antonella Bruno-Bossio e Raffaele Losardo, dello Studio Tarsitano) è emerso un particolare significativo, a proposito dell’espressione “faccia di tolla”. Quelle stesse parole erano state adoperate, su Libero nell’aprile del 2007, dallo stesso Farina-Betulla nei confronti di Michele Santoro, Marco Travaglio e del vignettista Vauro a commento di una puntata di Annozero. Qualche mese fa l’onorevole Farina aveva perso analoga causa civile intentata contro L’espresso per analogo riferimento alle imprese spionistiche dell’ex giornalista. (Articolo preso da Libertà e Giustizia - http://www.libertaegiustizia.it


URL dell'articolo: http://www.libertaegiustizia.it/2010/07/28/farina-risarcisca-il-giornalista-che-laveva-definito-spione-e-faccia-di-tolla/).


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Giornalisti/ "Faccia di tolla" a Farina,


Giorgio Frasca Polara vince la causa


 


di www.affaritaliani.it del 28/7/2010


Definì Renato Farina, oggi parlamentare Pdl, "spione", "poco onorevole" e "faccia di tolla". Il diretto interessato fece causa, ma il giudice lo ha condannato a ripagare a Giorgio Frasca Polara, giornalista parlamentare di lungo corso ed autore dello scritto (un articolo pubblicato nel 2008 sul sito dei Ds), le spese degli avvocati. L'importante, scrive nella motivazione il giudice, eè che "tali affermazioni siano collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato" e non si risolvano "in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato".La causa è stata dibattuta presso il tribunale di Brescia. Farina ha chiesto prima 250.000 euro di danni, poi 120.000. Frasca Polara si è difeso ricordando che Farina era stato effettivamente condannato con patteggiamento per i suoi rapporti con i servizi segreti, nonché radiato dall'albo dei giornalisti,e quindi eletto deputato del Pdl. Il giudice Laura Bertoli ha stabilito che l'espressione "spione" é storicamente vera. Quanto a "poco onorevole" e "faccia di tolla", si tratta di espressioni che "pur lesive della reputazione altrui" possono essere usate "se collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall'opinione o comportamento preso di mira, e non si risolvano in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato". Anche perché, ha avuto modo di rilevare Frasca Polara nel dibattimento, "faccia di tolla" e' esattamente l'epiteto usato da Farina nei confronti di Travaglio, Vauro e Santoro nel 2007. (testo in http://www.affaritaliani.it/mediatech/giornalisti_faccia_di_tolla280710.html)


 


 





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