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Stampa

ORDINE LOMBARDIA:
Gonzales confermata
presidente con otto voti
(il nono a Franco Abruzzo).
Il programma in 14 punti
della Lista Civica Indipendente
notificato al Consiglio.
Abruzzo: “Sono portavoce
di una linea alternativa”,

Stefano Gallizzi vicepresidente, Paolo Pirovano segretario, Laura Mulassano tesoriere, Gaetano Belloni presidente dei revisori.

SCUOLE O MASTER BIENNALI DI GIORNALISMO. Bisogna battersi per ridurre drasticamente il numero delle scuole di giornalismo a 5/7 in tutt’Italia. Il mercato è quello che è: non bisogna illudere i giovani.
VIGILANZA. Esercitare un controllo severo sugli “abusi” della libertà di stampa collegati alla violazione delle regole deontologiche. La vigilanza riguarda anche “la tutela del titolo di giornalista, in qualunque sede, anche giudiziaria, e ogni attività diretta alla repressione dell'esercizio abusivo della professione” (art 11/b della legge 69/1963).
PROMOZIONE di DIBATTITI SUI CONDIZIONAMENTI DELLE BANCHE E DELLA PUBBLICITÀ NELLA VITA DEI GIORNALI.

Milano, 9 giugno 2010. Letizia Gonzales è stata confermata questa sera presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia durante la riunione d'insediamento del nuovo Consiglio. (L'elezione è avvenuta a scrutinio segreto. Letizia Gonzales ha ottenuto otto voti, il nono è andato a Franco Abruzzo. ndr). Nella stessa seduta - viene spiegato in una nota - sono stati eletti anche il vicepresidente Stefano Gallizzi, il segretario Paolo Pirovano e il tesoriere Laura Mulassano. Presidente del Collegio dei revisori dei conti è Gaetano Belloni. «Ringrazio i colleghi del Consiglio che hanno voluto riconfermare la fiducia e l'apprezzamento per il lavoro svolto nel passato triennio, come ringrazio i 491 colleghi che mi hanno votato al ballottaggio - ha osservato Letizia Gonzales -. Terrò fede, con l'aiuto dei consiglieri che hanno condiviso la campagna elettorale, agli impegni presi nei confronti dei giovani, dei freelance e di tutti quelli che oggi si battono per la libertà di stampa e la dignità del loro lavoro. Continueremo - ha cncluso il presidente al suo secondo mandato - con la stessa efficacia ed energia a rivolgere la nostra vigile attenzione a temi come la deontologia e il diritto di cronaca, formazione e aggiornamento permanente, accesso e riforma della professione, dialogo con la società civile ma soprattutto al mercato della multimedialità e ai cambiamenti epocali che oggi stanno strutturalmente cambiando il giornalismo». (ANSA).



Il programma in 14 punti della Lista Civica Indipendente notificato al Consiglio.


Abruzzo: “Sono portavoce di una linea alternativa”



Milano, 9 giugno 2010. Franco Abruzzo, consigliere di minoranza, ha notificato al Consiglio dell’OgL  il programma in 14 punti della Lista Civica Indipendente. Abruzzo ha dichiarato: “Sono portavoce di una linea alternativa a quella della maggioranza”. Questi i problemi  da affrontare e da impostare nelle prime sedute della nuova Consigliatura a partire dal 24 giugno:


. Piano programmatico:


1. MEDIATORE - Creazione della figura del “MEDIATORE” all’interno dei   Consigli dell’Ordine prevista dal dlgs 28/2010  per risolvere in via “amichevole”  le vertenze civili (status professionale, deontologia, tariffe, lavoro autonomo,  diffamazione a mezzo stampa, abusivismo, rettifiche e periodici tecnici). Dall’elenco delle materie affidate dalle leggi professionali al “MEDIATORE” – senza considerare le altre materie previste dal dlgs 28/2010 (diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica, contratti assicurativi, bancari e finanziari) – si comprende come l’Ordine (vigilato dal Ministero della Giustizia)  sia destinato ad invadere “per legge” il campo del sindacato. Bisogna evitare conflitti, bisogna trovare intese chiare tra Consigli dell’Ordine e sindacati territoriali.


2. TABLOID -  Tabloid così com’è è inutile: è necessario che torni a parlare di questioni serie (professione, deontologia, economia dei media, rivoluzione tecnologica e occupazione, diritto e giurisprudenza, storia). C’è bisogno di un piano editoriale preciso e dettagliato. Bisogna affrontare il problema della stampa: carta + web o soltanto web con l’invio di una edizione zippata a ogni iscritto.  Gli iscritti oggi hanno l’obbligo di avere una email. Chi ne è sprovvisto leggerà Tabloid sul sito dell’Ordine. E’  da valutare in via alternativa  se non è soluzione ottimale l’elaborazione di un piano editoriale che trasformi  “Tabloid” in un trimestrale ad alto contenuto culturale, storico, giuridico, organo di una professione centrale nella vita democratica del Paese.  Impostare lo sviluppo dell’azione di comunicazione del Consiglio dell’Ordine attraverso l’Ufficio stampa,  il portale, le email e  appunto Tabloid (articoli 1 e 9 della legge 150/2000). .


3. COMMISTIONE INFORMAZIONE/PUBBLICITÀ. Preoccupano il problema della commistione pubblicità-informazione e il potere crescente rappresentato dagli interessi degli azionisti/proprietari delle diverse aziende editoriali. I giornalisti vengono chiamati sempre più spesso a combattere battaglie per “conto terzi”. Un esempio. Dal “capo” di  un magazine  è stato chiesto a un redattore non di raccontare i fatti, ma di “uccidere” un personaggio. Come un killer. Si parla bene di alcuni azionisti  e dei poteri economici/bancari/industriali allineati. E così via…. Che fare? Come arginare tali pericoli? Fra il 1989 e il 2007 l’Ordine di Milano,  ha frenato diversi tentativi di palese corruzione dei giornalisti. La vigilanza su questo punto dovrebbe essere di livello “calvinista”.


4. SCUOLE O MASTER BIENNALI DI GIORNALISMO.   Bisogna battersi per ridurre drasticamente il numero delle scuole di giornalismo a 5/7 in tutt’Italia. Il mercato è quello che è: non bisogna illudere i giovani.


5. VIGILANZA. Esercitare un controllo severo  sugli “abusi”  della libertà di stampa collegati alla violazione delle regole deontologiche. La vigilanza riguarda anche “la tutela del titolo di giornalista, in qualunque sede, anche giudiziaria, e  ogni attività diretta alla repressione dell'esercizio abusivo della professione” (art 11/b della legge 69/1963).


6. DIRETTIVE COMUNITARIE. impegno dei consiglieri a varare, in attesa della riforma, una delibera con la quale l’Ordine (regionale e nazionale) afferma, come Autorità amministrativa,  la prevalenza delle direttive comunitarie sulla normativa nazionale in fatto di iscrizioni al  Registro dei Praticanti  aperto soltanto a coloro che hanno conseguito una laurea almeno di primo livello (triennale): ciò   in base ai principi affermati nella direttiva 89/48/CEE e nella sentenza 10 maggio 2001 della IV sezione della Corte di Giustizia  europea (nella causa C-285/00);


7. PRATICANTARO D’UFFICIO. Pieno sostegno alla linea tradizionale in tema di praticantato d’ufficio, Per quanto riguarda i pubblicisti “redattori di fatto”, invece, deve diventare norma vincolante il principio “lombardo” in base al quale chi lavora a tempo pieno da giornalista deve diventare di diritto giornalista professionista.  Per quanto riguarda i praticanti d’ufficio, il Consiglio – come si legge nella delibera 10/6/2004-14/3/2005 (in http://www.odg.mi.it/node/30314) - opera nel rispetto della delibera 12 luglio 1991 del  Consiglio nazionale (che ribadisce principi fissati già nel 1986), dell’articolo 36 del Contratto di lavoro, dell’articolo 11 della legge professionale, e degli articoli 43 e 46 del Regolamento per l’esecuzione della legge professionale. Bisogna garantire a tutti i cittadini il godimento degli articoli 2 (tutela della dignità della persona: essere di diritto quello che si è di fatto) e 4 della Costituzione (diritto al lavoro professionale). In sostanza i praticanti giornalisti si dividono secondo queste linee:


a) quelli normalmente assunti (quotidiani, periodici, tg, radiogiornali, testate web);


b) i pubblicisti assunti ex articolo 36 del vigente Cnlg (trattati economicamente come redattori professionisti e con il diritto contrattuale di sostenere l’esame di  Stato);


c) quelli che hanno superato il concorso presso Scuole e maser universitari riconosciuti dal Cnog;


d) i redattori “di fatto” (cioè coloro che lavorano normalmente, senza essere assunti, presso quotidiani, periodici, tg, radiogiornali, testate web);


e) i  “redattori staccati” o “corrispondenti” con incarichi di lavoro su pagine di cronaca elaborate con le tecniche delle cronache cittadine (pubblicisti anche assunti ex articolo 12  del vigente Cnlg);


f) “pubblicisti free lance”, che abbiano compensi complessivi pari al costo di un redattore praticante normale (15.500 euro lordi annui come da delibera 28 novembre 2005). La Cassa nazionale forense dà delle indicazioni interessanti sul reddito professionale ad inizio carriera, una volta che l’esame è stato superato: circa 10mila euro all’anno, meno di un quinto dei 51.313 euro del reddito professionale medio degli avvocati (in http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/pianeta-praticanti-gli-avvocati). 10mila euro lordi all’anno può diventare il parametro per l’iscrizione d’ufficio al registro dei Praticanti. Quello degli Avvocati è il più antico Ordine italiano (è nato nel 1874).


8. CORSI DI FORMAZIONE - Appare poi  incongruente parlare di formazione permanente o continua con  corsi di 3-7 giorni. I praticanti, in vista dell’esame di  Stato, hanno bisogno di un corso lungo di  3 o 4 mesi con 10/12 prove scritte, come si è fatto fino al 2007. 


9. LAVORO AUTONOMO. TABELLA DEI COMPENSI DEPOSITATA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO CHE VALGA COME USO O CONSUETUDINE (con tutela del  Cc). Il lavoro autonomo oggi presenta un forte deficit di tutele, che non può prescindere, a fronte del decoro e  della dignità del lavoro giornalistico, da una tabella  di compensi relativi agli articoli,  ai servizi giornalistici e fotogiornalistici depositata presso le Camere di commercio  e che valga come uso o consuetudine (protetti dal Codice civile). L’anarchia di oggi  indebolisce anche la qualità della stampa. Oggi, dopo l’abolizione dei tariffari (legge 248/06 Bersani/Visco), appare difficile emettere i pareri di congruità affidati dal Codice civile (artt  636 Cpc e 2233 Cc) agli Ordini professionali.


10. PUBBLICISTI. L’iscrizione all’elenco dei pubblicisti va condizionata anch’essa a un  percorso minimo formativo, mentre non dovrebbe essere sufficiente, come avviene oggi, la mera esibizione di 40/60 articoli scritti in 2 anni e retribuiti per acquisire il titolo di pubblicista. Controlli incrociati sulle richieste di iscrizione all'albo dei  pubblicisti: per smascherare le testate giornalistiche che fingono di  retribuire gli aspiranti giornalisti, talvolta facendo pagare a questi le ritenute d'acconto. Gli aspiranti pubblicisti dovranno dimostrare di aver versato il 12% alla gestione separata dell’Inps a meno che non abbiano accordi scritti di data certa (e con anticipo rispetto all’inizio delle collaborazioni) con gli editori, che prevedano la cessione dei diritti d’autore (legge n. 633/1941). Va anche ribadito che  i compensi dovranno avvenire con periodicità e che il Consiglio non accetta pagamenti unici al termine del biennio delle collaborazioni giornalistiche (in http://www.odg.mi.it/node/30314).


11. PROMOZIONE di DIBATTITI  SUI CONDIZIONAMENTI DELLE BANCHE E DELLA PUBBLICITÀ  NELLA VITA DEI  GIORNALI. Bisogna sviluppare la presenza dell’Ordine nella vita culturale milanese e lombarda con una serie di dibattiti di vasto impatto. Compito del Consiglio è anche quello di promuovere dibattiti  sui condizionamenti delle banche e della pubblicità  nella vita dei  giornali di carta, tv, radiofonici e web con l’obiettivo di proporre al Parlamento una organica riforma dell’editoria che faccia prevalere il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini all’informazione sulle azioni dei proprietari dei giornali stessi. Gli slogan di questa battaglia altamente civile sono questi: “Banchieri, giù le mani dai giornali” e  “La pubblicità stia al suo posto e non sostituisca l’informazione”. Sviluppare una intensa campagna nei luoghi di lavoro, perché siano respinte certe offerte indebite di favori da parte di pr e aziende. Gli uffici marketing non devono interferire con il lavoro dei direttori e delle redazioni. C’è da augurarsi, comunque, che il Consiglio imbocchi la strada di un  “altro Ordine” dopo il tirare a campare e il vivacchiare degli anni 2007-2010, quando la voce dell’Ordine di Milano è scomparsa dal dibattito nazionale sulla professione e sulle grandi questioni del giornalismo.


12. ISCRIZIONI ALL’ELENCO SPECIALE. Il Consiglio ha sempre concepito e concepisce  l’Elenco speciale come con il pieno sostegno del tribunale di Milano, nel senso che i cittadini, i quali vogliono assumere la direzione di una testata con le qualità fissate dall’articolo 28 della legge professionale, possono liberamente farlo senza particolare formalità. In questo elenco vengono iscritti anche i direttori di periodici religiosi, dei periodici delle amministrazioni locali, dei sindacati, dei movimenti del volontariato. Bisogna garantire a tutti i cittadini il godimento pieno dell’articolo 21 della Costituzione. Dopo due anni, i direttori hanno facoltà di presentare domanda per l’iscrizione all’elenco pubblicisti dell’Albo, qualora il loro giornale non sia pubblicitario o commerciale. La quinta sezione del tribunale civile di Milano (sentenza 11  gennaio 2001 n. 1635, Zanardi contro Cnog, depositata il 12.2.2001) ha accolto l’impostazione dell’Ordine di Milano:  “...le  motivazioni del Consiglio nazionale non sono condivisibili nella parte in cui escludono che l’iscritto all’elenco speciale di cui all’articolo 28 della legge 3.2.1963 n. 69 possa chiedere l’iscrizione nell’elenco dei pubblicisti, e questo a prescindere da una valutazione di merito circa l’attività svolta in concreto dall’interessato...Ad avviso del Tribunale, non sussiste un’incompatibilità assoluta tra  iscrizione agli elenchi speciali  e iscrizione all’elenco dei pubblicisti, che deve invece ritenersi possibile qualora ne sussistano i presupposti di fatto (svolgimento di attività pubblicistica regolarmente retribuita per almeno due anni)”. Questa sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello di Milano (sentenza 3 luglio 2001 n. 1907, depositata il 10 luglio 2001): giornali e articoli, afferma la Corte d’Appello,  devono avere “quel minimo di diffusione  di capacità informativa proprio delle pubblicazioni giornalistiche”. (in http://www.odg.mi.it/node/30314).


13. REGOLAMENTO CONTABILE DEL CNOG  RECEPITO DALL’OGL.  Il Consiglio dell’OgL, nella seduta del 12 settembre 2001, ha recepito all’unanimità il Regolamento contabile del Cnog. Il regolamento contabile del Cnog, al quale gli Ordini regionali sono tenuti ad ispirare la loro condotta, introduce delle novità anche per l’amministrazione dell’OgL; valorizza il ruolo istruttorio del direttore; autorizza (senza il voto preventivo del Consiglio) spese fino a £ 5 milioni (euro 2.582,28) riguardanti  le esigenze di funzionamento dell’ente, mentre le  spese superiori a £  50 milioni (euro 25.822,84) dovranno essere assunte in  forma di asta pubblica o di licitazione privata.  L’Ufficio economato dell’ente, comunque, è impegnato a  chiedere tre preventivi per le spese superiori a £ 5 milioni (euro 2.582,28). Il Consiglio, infine, nella seduta  del 21-29 gennaio  2002, all’unanimità ha deciso di non accogliere la parte della delibera del Cnog in tema di indennità di carica e di gettoni di presenza  ai consiglieri e ai revisori.  A carico dell’OgL rimangono in sostanza le spese  di viaggio e di permanenza fuori sede  e quelle relative ai pranzi e alle cene di lavoro; spese queste tutte in bilancio e  classificate come spese di funzionamento. (in http://www.odg.mi.it/node/30314).


14) MENSILE “TABLOID” E SITO WEB DELL’OGL (www.odg.mi.it): direttore responsabile è il presidente dell’ente pro tempore. Le prestazioni del direttore sono gratuite, mentre i collaboratori, soltanto per gli articoli commissionati, vengono retribuiti di massima in base al tariffario dell’Ordine come è avvenuto nel passato. Sono completamente a carico dell’OgL, per quanto concerne Tabloid e il sito,  le spese legali e gli oneri economici collegati  a richieste di risarcimento danni in sede civile, amministrativa/contabile e penale. Il direttore, per la fattura di Tabloid, si avvale di un consulente retribuito dall’Ordine e inquadrato come cococo  (articolo 7, comma 6, del Dlgs n. 165/2001) ovviamente per la durata del mandato del Consiglio (2004/2007).  Si dà atto che il  Consiglio dell’Ordine ha stipulato una polizza a copertura dei rischi che derivano ai consiglieri e ai  revisori dall’esercizio delle loro funzioni previste dalla legge n. 69/1963 (e dal relativo regolamento Dpr n. 115/1965), da delibere del Consiglio, dalla legge n. 241/1990, dal Dlgs n. 165/2001 e dall’applicazione di altre norme (come, ad esempio, l’articolo. 331 Cpp e il Dpr 313/2002).


Una sentenza della Corte dei Conti (sezioni riunite,  5 aprile 1991, n. 707/A) riconosce i diritti di chi svolge una funzione pubblica di essere  salvaguardato economicamente: “Anche nel campo del diritto pubblico, coloro che sono investiti di una carica (anche onoraria) agiscono per un interesse non proprio in quanto legittimamente investiti (mandato pubblico) del compito di realizzare interessi di altri centri di imputazione giuridica (enti, collettività o altri organismi pubblici), con la conseguenza che i pubblici amministratori non devono sopportare nella propria sfera personale gli effetti svantaggiosi o dannosi della propria attività; e, pertanto, i componenti degli organi statutari degli enti pubblici hanno, in linea di principio, titolo a ricevere il rimborso delle spese sostenute ed il risarcimento dei danni sofferti per adempiere fedelmente il loro mandato”.Questa massima giurisprudenziale è stata recepita dal  Consiglio dell’Ordine nella seduta del 19 maggio 1997 a tutela della posizione e dell’attività pubblica dei consiglieri e dei revisori dell’ente. (in http://www.odg.mi.it/node/30314).


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LA BIOGRAFIA di FRANCO ABRUZZO è in


http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5


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Leggi in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5400


MANIFESTO PROGRAMMATICO della “LISTA CIVICA INDIPENDENTE”


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Leggi in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5339


In dieci punti riassunta l’azione sociale e riformatrice svolta da Franco Abruzzo alla testa del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal 15/5/1989 al 7/6/2007.


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Testo in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5398


Bisogna dare uno scudo ai consiglieri dell’Ordine dei Giornalisti


(e degli altri Ordini professionali).


Nella legge di riforma va  prevista la tutela dei consiglieri


per le conseguenze derivanti dall’esercizio (a titolo


gratuito) delle funzioni  di giudici disciplinari


amministrativi e di giudici delle iscrizioni nell’Albo e


nel Registro nonché per la responsabilità civilistica


collegata alla comunicazione istituzionale dell’ente


(con giornali e siti web).


nota di FRANCO ABRUZZO


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