Milano, 7 novembre 2010. Enrico Fedocci il 12 ottobre (ore 22.51) ha spedito a Giovanni Negri e a me il messaggio che qui sotto pubblico integralmente. Nessuna risposta finora, eppure sono trascorsi 26 giorni. Silenzio assenso o silenzio rigetto? Il dubbio può essere chiarito solo dal presidente pro-tempore della “Lombarda”. Eppure l’argomento trattato nella lettera è della massima rilevanza perché coinvolge il diritto fondamentale dell’uguaglianza di trattamento dei soci dell’Associazione lombarda dei Giornalisti. Perché Negri tace? E’ lecito chiedere che le “regolarizzazioni” avvenute negli ultimi tempi e anche in occasione delle elezioni passate siano rese pubbliche? Nelle giornate dal 26 al 29 novembre devono funzionare controlli rigidi ai seggi per prevenire agevolazioni di favore. Se sanatoria deve essere, allora sia resa pubblica e sia davvero per tutti i soci. Ci sono tanti modi per uccidere o far vivere un sindacato nella coscienza degli iscritti: la trasparenza esalta il senso dell’appartenenza, il silenzio deprime quel senso. Negri scelga e in fretta. Noi faremo il nostro mestiere di cronisti e ricorderemo ogni giorno la denuncia fatta da Enrico Fedocci con grande e appassionata coerenza. Negri non avrà tregua. L’avvio della campagna elettorale ha fatto registrare il lancio di proiettili caricati a fango e per giunta da killer anonimi ma schierati da una parte sola, quella che si contrappone al MIL, a Stampa Libera e al Movimento Liberi giornalisti. Il gioco è scoperto. Noi non seguiremo questo metodo. Lo lasciamo volentieri ai nostri avversari. Che appaiono scossi dai sondaggi, che li danno sulla via del tramonto. Ed ecco il testo della lettera di Enrico Fedocci….
Alla cortese attenzione del
Presidente “pro tempore”
Associazione Lombarda Giornalisti
via Monte Santo, 7 - 20121 – Milano
e per conoscenza a
Franco Abruzzo
Portavoce del Movimento “Informazione e Libertà” (MIL)
Presidente, nell’imminenza delle elezioni per la Lombarda e per il Congresso, desidererei avere alcune delucidazioni sulla procedura di ammissione al voto dei colleghi iscritti all’associazione, non in regola con i versamenti: i cosiddetti “morosi”.
Ricordo distintamente che nelle passate consultazioni elettorali, colleghi eletti, appartenenti - come me – a Stampa Democratica, mi avevano spiegato che, anche gli iscritti non in regola con le quote associative potevano presentarsi al seggio per votare. A patto che regolarizzassero la propria posizione pregressa, anche con un solo versamento relativo all’ultimo anno.
Sarò più preciso: i colleghi non in regola con gli ultimi tre o quattro anni potevano versare solo ed esclusivamente la quota dell’ultimo anno per sanare la propria posizione.
Mi pare che la pratica di cui sto parlando fosse chiamata “tombale”. Una decina di persone attualmente in attività, tra i colleghi che avevo convinto a sostenere la mia vecchia componente sindacale di cui tu sei ancora leader, non erano - appunto - in regola con i versamenti degli ultimi anni. Fu sufficiente per loro pagare l’ultima quota e furono ammessi al voto.
Mi domando se questa agevolazione è estesa anche ai nuovi gruppi che decidessero di presentarsi alle prossime elezioni della Lombarda o se questa pratica - che ricordo molto chiaramente - è prerogativa delle componenti sindacali che hanno già una rappresentanza.
Ti sarei grato se mi facessi avere in proposito chiarimenti, tesi a creare un clima di competizione elettorale sereno ed equilibrato, in cui tutti i contendenti abbiano parità di condizioni.
Enrico Fedocci
Movimento “Informazione e Libertà” (MIL)
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(messaggio spedito martedì 12 ottobre 2010 22.51 A: negri@assogiornalisti.it; segreteriaalg@assogiornalisti.it;adrianab@assogiornalisti.it;giovanninegri2002@yahoo.it - Cc: Francesco Abruzzo; prof Abruzzo).