L’articolo 33 del Cnlg Fnsi/Fieg 2009/2013 recepisce la riforma previdenziale varata dall'Inpgi e approvata dai Ministeri vigilanti il 24 aprile 2007 ancorata alla “riforma previdenziale Maroni” del 2004 (che a partire dal 2008 prevedeva uno “scalone” di tre anni, dai 57 anni ai 60 anni, per far scattare la pensione di anzianità). La successiva “riforma previdenziale” del Governo Prodi (legge n. 247/2007) sul welfare prevede che dal 1° gennaio 2008 i lavoratori dipendenti conseguano la pensione di anzianità (con 35 anni di contributi) all’età di 58 anni (rispetto ai 60 anni della “riforma Maroni”). I giornalisti dipendenti, invece, andranno in pensione di anzianità a 59 anni, perché lo “scalone” dell’Inpgi in sostanza è di 2 anni (dai 57 anni del 2007 ai 59 anni del 2008).
L’articolo 33 del Cnlg, quindi, recepisce una norma di legge (relativa alla pensione di anzianità ancorata a due numeri: 60 anni di età e 35 anni di contributi a partire dal 2010). Rimane da approfondire una decisione storica dei giudici supremi alla quale si rifanno coloro che criticano l’attuale 4° comma dell’articolo 33. Con sentenza n. 535 del 15 gennaio 2003 la sezione lavoro della Cassazione ha ritenuto nullo l'art. 33, 4° comma, del vecchio contratto nazionale di lavoro giornalistico (1991-1994) che consentiva il licenziamento in età superiore ai 55 anni dei giornalisti dipendenti da aziende editoriali in crisi con un'anzianità contributiva complessiva di almeno 30 anni. L'art. 33, quarto comma, del Ccnl per i giornalisti, vigente all'epoca dei fatti di causa (1994, ndr), recitava espressamente che "fermo restando per i prepensionamenti l'applicabilità dell'art. 37 della legge n. 416/81, l'azienda, nei casi di crisi aziendale per i quali risultino attivabili le disposizioni di cui al punto 3 del protocollo di consultazione sindacale ovvero nei casi di esuberanze di giornalisti conseguenti all'adozione di piani di trasformazione tecnologica che comportino la richiesta dello stato di crisi ai sensi dell'art. 35 della l. 416/1981, potrà risolvere il rapporto di lavoro anche nei confronti dei giornalisti che avendo compiuto il 55° anno di età, abbiano conseguito complessivamente un'anzianità contributiva previdenziale di trenta anni".
Qualcuno si chiede se lo stesso concetto non dovrebbe forse valere anche oggi per il nuovo articolo 33, 4° comma, del Cnlg essendo stato solo spostato il limite da età consentendo il licenziamento in età inferiore ai 65 anni (anziché superiore ai 55 anni), mentre per il resto la norma sarebbe rimasta invariata. I due testi del 4° comma dell’articolo 33 hanno, però, una sostanziale differenza: il vecchio testo autorizzava il licenziamento dei 55enni con 30 anni di contributi, una clausola che non era fissata da alcuna legge (e si sa che le parti contrattuali non possono sostituirsi al Parlamento), mentre il nuovo testo fa riferimento alla pensione di anzianità fissata dalla legge di riforma previdenziale 247/2007 migliorandola (con il vincolo dell’età portata da 58 a 59 anni). Il nuovo articolo 33, quindi, non teme i fulmini della Cassazione.
Nella sentenza n. 535 del 15 gennaio 2003 la Sezione Lavoro della Cassazione ha anche scritto: “Può infine aggiungersi marginalmente che diversa avrebbe potuto essere la valutazione di legittimità della stessa clausola contrattuale nella opposta prospettiva del licenziamento collettivo, potendo la clausola avere la più limitata funzione di individuazione di un criterio di scelta dei lavoratori da licenziare e non già quella di introdurre una nuova fattispecie di risoluzione del rapporto”. Una frase che potrebbe essere per le aziende una indicazione sul modus procedendi.
“L'anzianità contributiva che consente, in caso di crisi aziendale, il licenziamento al raggiungimento di una determinata età anagrafica è quella complessiva risultante dal cumulo delle due contribuzioni presso l'Inpgi e presso l'Inps” (Cassazione sezione lavoro – sentenza n.. 14158 del 4/07/2005)
Ai 59/60enni deve essere data anche subito la libertà di cumulo (che oggi si consegue a 65 anni o con 40 anni di contributi). Una vecchia questione: l’Inpgi non ci sente benché il dl Tremonti 112/2008 (convertito con la legge 133/2008) sia vincolante anche per gli enti sostitutivi dell’Inps. I giornalisti professionisti sono interessati a uno degli articoli del dl, il 19, che prevede dal 1° gennaio 2009, sul modello di quanto già avviene per le pensioni di vecchiaia, la piena cumulabilità tra pensioni di anzianità (e pensioni anticipate) e redditi da lavoro dipendente o autonomo. Tale scenario era stato anticipato dalle sentenze 437/2002 e 137/2006 della Corte costituzionale. L’articolo 2 della legge 1564/1951 (Previdenza ed assistenza dei giornalisti) dice: “Le prestazioni che l'Istituto è tenuto ad erogare a favore dei propri iscritti non possono essere inferiori a quelle stabilite per le corrispondenti forme di previdenza e di assistenza obbligatorie”. Oggi la libertà di cumulo arriva a 20mila euro. Due pesi e due misure rispetto ai cittadini iscritti all’Inps.
Franco Abruzzo osserva con una punta polemica: “I miei avversari (presenti nelle componenti sindacali di Nuova Informazione, Stampa democratica e Quarto potere) governano, con un patto leonino, la Fnsi e l’Inpgi, ma non usano la loro forza numerica schiacciante per garantire l’uguaglianza di trattamento ai 60 anni, che vengono cacciati dalle aziende anche con il loro avallo. Le tre componenti oggi pensano solo a papparsi di nuovo il sindacato per avere il controllo della categria. Questo progetto deve essere battuto, votando la Lista MIL-Movimento Informazione e Libertà di cui sono portavoce. Giovanni Negri, Guido Besana, Edmondo Rho e Daniela Stigliano vanno inchiodati alle loro responsabilità. Sono al governo del sindacato da diversi lustri e non fanno nulla di serio e concreto a favore di chi è stato buttato fuori dalle aziende”.
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MIL - Il volantino per la campagna elettorale (con i
nomi dei candidati per l’Alg e per il Congresso Fnsi)
è in http://www.francoabruzzo.it/public/docs/MILVOLANTINO-9nov10_3.pdf
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5725
Franco Abruzzo illustra il programma del Mil
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5715
MIL: le BIOGRAFIE dei candidati ad una ad una.
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LA BIOGRAFIA “LUNGA” di FRANCO ABRUZZO è in
http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5757
Alg: “Prima di votare bisogna pagare le quote arretrate”.
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5730
Il sistema elettorale: tutte le regole fissate nell’articolo 29 dello Statuto dell’Alg.
“Ogni elettore può esprimere la preferenza ad alcuni o a tutti i nomi della lista votata. Le preferenze espresse in liste diverse comportano l’annullamento della scheda. Le indicazioni delle sole preferenze in una lista significano votazione della lista stessa”. IN ALLEGATO il volantino del MIL con i candidati.
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5703
La nascita di Stampa Democratica. Franco
Abruzzo: “Io c’ero”. La militanza sindacale.
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5700
Elezioni: istruzioni per le liste, come e dove votare.
Sono indette due votazioni in un’unica tornata per il rinnovo delle cariche sociali e l’elezione dei Delegati al 26° Congresso Nazionale della Stampa.
Quando. Le elezioni si svolgono nei giorni: 26 - 27- 28- 29 novembre 2010
Orari. 26 e 29 novembre: dalle ore 9 alle 19; 27 e 28 novembre: dalle 10 alle 18.
Dove. Nella sede Alg di viale Monte Santo 7 a Milano. Nel giorno 26 novembre nelle sedi delle province lombarde. (www.alg.it).
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Mercoledì 17 riunione del MIL
al Circolo della Stampa (h 20.30).
Intervento di Franco Abruzzo:
“Denuncerò anche l’insopportabile
peso degli Uffici marketing nella
fattura di quotidiani e periodici
con conseguenze drammatiche
nelle vendite e nell’occupazione”.
Un caso al “Corriere della Sera”.
Stampa democratica (Giovanni Negri), Quarto potere (Edmondo Rho e Daniela Stigliano) e Nuova Informazione (Guido Besana) sono i veri responsabili di un fallimento storico in Lombardia (giornalisti più poveri e con meno diritti nelle redazioni, giornalisti autonomi in miseria, disoccupati in drammatico aumento, folle di giovani senza prospettive di lavoro). Sulla commistione pubblicità/informazione tacciono Cdr e Ordine di Milano: il Corriere della Sera ha pubblicato nella edizione di ieri (8/11) un articolo a pagina 51 sulla “nuova Punto ecologica“ e a pagina 56 una pubblicità sulla “nuova Punto”. Che dire? Evviva la pubblicità che uccide l’informazione! Gli Uffici marketing, come denunciò quel Cdr, impongono le scelte alle redazioni e li distruggono nelle edicole. A rischio l’occupazione nel silenzio di chi dovrebbe urlare almeno la propria insoddisfazione.
Il collaboratore sottopagato può rivendicare un indennizzo per eventuali arricchimenti indebiti da parte di chi gli commissiona il lavoro. Su questo terreno il sindacato lombardo tace. Perché?
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PICCOLO BILANCIO di FRANCO ABRUZZO:
le “cose sindacali” fatte all’Ordine della
Lombardia dal 1989 al tracciano le linee
di azione futura di un sindacato regionale
e anche nazionale moderno, forte e deciso.
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