Milano, 16 novembre 2010. La sezione lavoro del Tribunale di Milano ha bocciato la linea dell’Alg (Associazione lombarda dei giornalisti) che, per quanto riguarda “la Padania”, ha lasciato il “datore di lavoro arbitro di attuare la Cigs o meno e di scegliere i lavoratori da sospendere e riammettere”. Una sentenza agghiacciante, che scarica sul sindacato territoriale colpe gravissime. La sentenza può essere letta integralmente su questo sito (in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5778).
La gestione del contratto è sotto accusa in Lombardia dopo la terza sentenza sulla “Padania”. Si impone il rispetto del diritto degli iscritti all’informazione. Rivolgo a Giovanni Negri (presidente dell’Alg e leader di Stampa democratica) un invito e un appello pressanti e accorati: “Hai detto di aver stipulato 60 accordi (o piani di ristrutturazione) Vogliamo conoscerli tutti, uno ad uno. Anche i Cdr rendano pubbliche le intese firmate con gli editori. Evitiamo altre sorprese amare del tipo Padania”. Anche Guido Besana (Nuova Informazione), Edmondo Rho e Daniela Stigliano (Quarto Potere) sono responsabili con Negri dei patti sottoscritti con le società editrici. Vogliamo capire se il sindacato, come è successo con la Padania, ha lasciato in altre circostanze gli editori arbitri del destino dei giornalisti da (rottamare e) collocare in Cigs.
La gestione del contratto dal giugno 2009 ad oggi aveva già mostrato in Lombardia aspetti opachi soprattutto in grandi aziende: Mondadori, Rusconi/Hachette, Domus. Giovanni Negri, presidente della “Lombarda”, nel corso di una riunione (11/6/2010) della sua componente sindacale (“Stampa democratica”), ha dichiarato che negli ultimi 10 mesi ha affrontato 60 vertenze contrattuali e che ha stipulato 60 accordi (o piani di ristrutturazione). Il sindacato ha bisogno di grande trasparenza. Nei siti della Fnsi e dell’Alg c’è poco o niente sul punto. C’è molto di più in questo sito. In Mondadori addirittura il CdR ha taciuto per mesi sugli straordinari fatti di sabato e domenica e sulla utilizzazione in posti-chiave di cinque consulenti di lusso. Nel frattempo i cococo presenti nelle redazioni delle principali case editrici aumentano. Ed è di queste ore l’esplosione del caso di Paola Caruso, utilizzata dal Corriere della Sera in redazione senza un contratto da dipendente. Il 30 giugno scorso nella sede della Lombarda si è svolta una riunione degli iscritti per parlare delle scadenze elettorali. Poteva essere una occasione per allargare informalmente il discorso ai temi scottanti del momento, ma non se ne è discusso (erano presenti meno di 30 persone). Chiediamo troppo? Negri in compagnia di Daniela Stigliano, Guido Besana ed Edmondo Rho rischia di pagare caro il silenzio. I giornalisti hanno memoria di elefante e di questo silenzio se ne ricorderanno, tra 10 giorni, quando si voterà appunto per il rinnovo della Lombarda e per scegliere i delegati al prossimo Congresso della Fnsi. Tutta la casta sindacale (Nuova Informazione, Stampa democratica, Quarto potere) sarà chiamata a render conto del suo operato e non ci saranno sconti. Il crollo della gestione consociativa potrebbe essere imminente. I giornalisti lombardi sono stufi, annoiati, incazzati, mentre disoccupazione, casi di mobbing e lavoro nero crescono in misura geometrica.
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Sconfitta senza appello per il sindacato lombardo.
LA PADANIA. Depositata la seconda sentenza a favore
di una giornalista e nuova mazzata per Giovanni Negri
(presidente dell’Alg). Bocciata la linea di un sindacato che
ha lasciato il “datore di lavoro arbitro di attuare la Cigs
o meno e di scegliere i lavoratori da sospendere e riammettere”.
LA SENTENZA IN ALLEGATO.
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I CASSINTEGRATI della PADANIA CONTESTANO LA LOMBARDA E IL RUOLO DI GIOVANNI NEGRI E CHIEDONO CHE LA FNSI LO CENSURI PESANTEMENTE. Questa battaglia è guidata da Dimitri Buffa (giornalista della Padania da tre anni in Cigs).Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5465
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http://www.youtube.com/watch?v=IJPsU38qNL0
Qui si può seguire quella parte di trasmissione di Milena Gabanelli (Report, 15 marzo 2009) da cui si evince che la Lega Nord, - mentre si rifiutava di mettere soldi per ripianare il rosso del giornale di partito e faceva dichiarare lo stato di crisi per la Padania -, trovava, invece, i soldi per finanziare il Movimento per l'autonomia (Mpa) di Raffaele Lombardo.
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