1. Nota del Cdr alla redazione del Corriere della Sera – 17/12/2010.
Cari colleghi, come programmato, oggi pomeriggio, e dopo il Cda di Rcs Mediagroup, il Cdr ha incontrato l'Azienda. Dal Cda sono uscite diverse notizie (come le non meglio identificate "dismissioni in tutto o in parte di attività o cespiti ritenuti, anche in relazione all'andamento di mercato, non strategici"). Fra tutte, però, ciò che più preoccupa è la dichiarazione dell'Ad Antonello Perricone su eventuali nuovi stati di crisi: «Sono in corso piani di prepensionamento concordati con i sindacati, ma non possiamo prevedere di escludere eventuali altri piani». E questo un attimo dopo aver garantito agli azionisti che nel piano industriale "è compresa la distribuzione di dividendi per gli anni 2011 e 2012 per un importo complessivo di 75 milioni".
Il Cdr ha posto alla delegazione aziendale molte domande relative al piano industriale e alle voci di stampa sulla possibile fusione tra alcuni periodici e parti del Corriere, senza però ottenere altre risposte che "non possiamo aggiungere nulla al comunicato di ufficiale di Rcs Mediagroup", oppure "andate alla conferenza stampa a porre questi quesiti" (la conferenza stampa con i vertici aziendali era in corso mentre si svolgeva la riunione).
Il Direttore generale di Rcs Quotidiani, Giulio Lattanzi, ha poi chiesto al Cdr di ritrattare il comunicato pubblicato oggi sul giornale e di presentare invece ("in dieci minuti") delle proposte sui temi: eliminazione delle tutele sulla mobilità, assunzioni depotenziate e multimedialità. Materie sulle quali l'Azienda non ha mai abbandonato le sue posizioni iniziali. Il Cdr ha respinto la richiesta di una sorta di smentita del nostro comunicato.
Alla luce delle informazioni emerse dal piano industriale, il Comitato, che anche nel testo pubblicato oggi sul giornale ha confermato di essere al tavolo pur con delle posizioni, ha invece proposto di procedere con la trattativa partendo da un documento con il quale l'Azienda si impegni a non richiedere per i prossimi cinque anni nuovi stati di crisi per i giornalisti del Corriere della Sera.
L'Azienda ha poi consegnato al Cdr la lettera che trovate qui sotto in allegato, ma contemporaneamente Perricone dichiarava alle agenzie di essere ottimista sull'esito delle nostre trattative. E' convocata un'assemblea lunedì prossimo alle 16. Cari saluti
Il Cdr
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2. Comunicazione Rcs quotidiani a Cdr Corriere della Sera – 17/12/2010.
Il 30 settembre il Direttore ha inviato una lettera al CdR e aUa redazione esprimendo la sua posizione, che noi condividiamo, sulle condizioni necessarie a "investire dj più nel giornale e nellaqualità".
Sono stati condotti incontri tra editore e (dR per due mesi fino a quando, lo scorso primo dicembre, é stata consegnata la bozza programmanca con le posizioni dell'azienda per garantire lo sviluppo del giornale ed è stato concordato un calendario di incontri questa settimana, Il primo dei Quali slittato su richiesta deU'assemblea a oggi, per trovare un accordo complessivo e unitario sui tre punti qualificanti: multimedialità, nuove regole e mobilità.
A seguito del comunicato, pubblicato in data odierna sul Corriere, che illustra la vostra visione della
posizion.e dell'editore e della direzione ci sembra doveroso precisare - e sottolineiamo che per parte nostra lo facciamo direttamente a voi e non sulle colonne del giornale - che
1) Lo stato di crisi non è stato causato da "investimenti aziendali sbagllati', ma dall'andamento economico della stampa on Italia come testimoniato dal fatto che lo stesso provvedimento è stato richiesto da molti altri editori italiani.
2) L'editore non ha chiesto alcun "ulteriore sacrificio economico" sul tema della multimedialità ma
l'applicazione del CNLG.
3} Sulla mobilità l'editore ha chiesto di applicare le regole che si applicano in tutti gli altri giornali
dove la libertà di stampa è senz'altro un valore.
4} Infine editore e direzione hanno pubblicamente detto che se si vuole investire sul prodotto non lo
si può fare alle condizioni economiche di un mercato che non esiste più, ma applicando a tutti i nuovi assunti quanto previsto dal vigente CNl.G: non riteniamo questo "un attentato al princjpio di
eguaglianza e di equità ", ma offrire un'opportunità a nuovi colleghi,
Tutto ciò premesso, dopo quasi tre mesi dì incontri, siamo rimasti sorpresi dal comunicato odierno in cui considerate le vostre posizioni sui punti della trattativa come "principi irrinunciabili” e quindi indisponibili a qualunque trattativa.
Dobbiamo dunque registrare come con il comunicato di oggi abbiate chiuso ogni spazio alla possibilità di una negoziazione positiva per entrambe le parti, nell'interesse unico dello sviluppo del giornale,
Di conseguenza a questo punto ci riserviamo, sentita la Direzione, di decidere come procedere.
La Direzione RCSQUOTIDIANI - Milano 17 dicembre 2010
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3. Le sei note critiche del Cdr del Corriere della Sera
(documento pubblicato il 17/12/2010)
Oggi pomeriggio (16/12/2010, ndr) la Rcs Mediagroup presenterà il suo Piano strategico 2011-2013. In vista di questo importante appuntamento, i giornalisti del Corriere della Sera sottolineano quanto segue:
1) Da novembre 2009 la redazione sta pagando le pesanti conseguenze di uno stato di crisi causato prevalentemente da investimenti aziendali sbagliati. Nell’aprile 2007 Rcs Mediagroup acquistò Recoletos, oltre a Namesco, Digicast, il 49% di Blei e il 12,86 del Gruppo Finelco. Fino a quel momento l’indebitamento del gruppo era stato contenuto: la posizione finanziaria nel 2006 era positiva per 5,7 milioni di euro, dopo l’operazione spagnola nel 2007 sprofondò a un indebitamento di 1.076,6 milioni, con oneri finanziari per 22,5 milioni. Al settembre 2010 l’indebitamento resta elevato: a 1.035,3 milioni, con oneri finanziari per 21,6 milioni. Intanto l’area dei quotidiani spagnoli ha visto crollare il proprio risultato operativo a -26,5 milioni nel 2009 per poi risalire faticosamente a 0,8 milioni nel 2010, rispetto al risultato positivo per 65,7 registrato nel settembre scorso dai Quotidiani italiani. Quindi, anche in un periodo di recessione, il Corriere della Sera (insieme con la Gazzetta dello Sport) si conferma la gallina dalle uova d'oro di tutto il gruppo. Mentre le perdite causate dall’operazione Recoletos appaiono ormai ad un livello tale da richiedere alla proprietà un aumento di capitale e/o ingenti dismissioni.
2) La ristrutturazione ha comportato la perdita di posti di lavoro, con il conseguente forte aumento dei carichi lavorativi per chi è rimasto, e un considerevole taglio delle retribuzioni dei redattori.
3) Due mesi e mezzo fa, Azienda e Direzione hanno tentato di imporre alla redazione ulteriori sacrifici economici associati alla richiesta di un nuovo incremento “produttivo” legato alla multimedialità (una materia sulla quale da quattro anni i giornalisti del Corriere chiedono, invano, investimenti e impulsi). Insomma: ancora più lavoro, in cambio di ancora meno denaro, senza neppure un preciso piano editoriale.
4) Come non bastasse, Azienda e Direzione hanno tentato di imporre la cancellazione dell’importante tutela contro i trasferimenti coatti dei giornalisti: arma fondamentale contro possibili azioni di mobbing; ma anche strumento indispensabile alla professionalità e alla libertà di espressione e di stampa; oltre che evidente caposaldo della credibilità e della qualità dell’informazione del Corriere della Sera.
5) Infine, ma non per ordine di importanza, Azienda e Direzione hanno tentato di imporre che la redazione concordasse sull’applicazione di contratti “discriminati” (niente integrativi, niente premio di produzione) per i nuovi assunti, cioè per quei “giovani” che pubblicamente si annuncia di voler aiutare. Una sorta di “attentato” al principio di eguaglianza e di equità, volto solo ad ottenere un brutale abbattimento contabile.
6) Dopo due giorni di sciopero a ottobre scorso, i giornalisti del Corriere della Sera si sono impegnati in una difficilissima trattativa sui temi sopra elencati. Una battaglia non per presunti privilegi, ma per la conferma di principi irrinunciabili se si vogliono mantenere qualità e libertà di informazione: indipendenza dei giornalisti anche attraverso la tutela da pressioni e mobbing; equità normativa e retributiva tra colleghi; retribuzione del lavoro.
I giornalisti del Corriere della Sera, che sempre hanno continuato con più lavoro, più impegno e più sacrifici a produrre un quotidiano competitivo (oltre che utili), restano al tavolo della trattativa fermi su questi presupposti e non più disponibili a pagare per responsabilità che non hanno.
Il Cdr del Corriere della Sera
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4. CdR della Gazzetta: “Noi, i parenti poveri”
Milano, 17 dicembre 2010
All’Amministratore Delegato e Direttore Generale Antonello Perricone
Al Presidente Piergaetano Marchetti
Al Direttore Generale Quotidiani Giulio Lattanzi
E p.c. al Responsabile Personale Vito Ribaudo
Il cdr della Gazzetta dello Sport, letti i contenuti del comunicato stampa diffuso da Rcs Mediagroup a riguardo del piano triennale approvato dal Consiglio di Amministrazione, esprime profonda delusione e profonda insoddisfazione per i riferimenti alla nostra testata in esso contenuti.
Al di là delle indicazioni estremamente generiche riguardanti le direttrici strategiche generali, parzialmente contraddette da quella che è invece, al momento, la nostra esperienza “sul campo”, nel dettaglio alla Gazzetta dello Sport è dedicata poco più di una sola riga. Vi si pone come obiettivi del triennio “l’ulteriore sviluppo di ricavi non editoriali”, oltre al consolidamento di una leadership che nei decenni non è peraltro mai stata in discussione.
Mentre per il Corriere della Sera si annunciano investimenti mirati e continuativi, per il quotidiano al quale dedichiamo il nostro lavoro, fornendo da sempre la massima disponibilità per svilupparne tutte le potenzialità senza alcuna preclusione, non solo non si annuncia l’intenzione di investire per metterci nelle condizioni di incrementarne, ulteriormente e doverosamente, contenuti e qualità, ma addirittura si esplicita che ciò che si vuole è ottenere ricavi non dal giornale stesso, quanto piuttosto dalla sua capacità di farsi veicolo per promuovere “altro”. Cosa che, come abbiamo dimostrato nei fatti, non disprezziamo e che anzi sappiamo bene essere divenuta parte integrante dell’equilibrio economico della testata. Ma che si regge proprio ed esclusivamente sulla capacità del giornale di essere sempre il meglio che un lettore può trovare in edicola o on line.
Soltanto ponendo sempre al centro dell’attenzione, e quindi anche degli investimenti, la qualità del nostro quotidiano, si potranno garantire nel tempo risultati economici all’intero mondo legato alla Gazzetta dello Sport.
Distinti saluti
Il cdr della Gazzetta dello Sport
Nicola Berardino
Francesco Ceniti
Mirko Graziano
Alessandro Filippini
Domenico Malfitano
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5937
Rcs Media Group: il CdA dà l’ok al piano triennale.
ANTONIO PERRICONE:
“Non possiamo oggi
prevedere di escludere
eventuali altri piani di crisi”.
Sei note critiche del CdR.
CdR Gazzetta dello Sport:
"Noi, i parenti poveri".
Perricone ha aggiunto: “Rcs MediaGroup su chiaro mandato del consiglio di amministrazione odierno, cercherà una forte e inequivocabile inversione di tendenza» nelle testate con marginalità negativa già dal 2011 e se questo non fosse possibile «è impensabile che si continui cosi”. I ricavi da attività digitali e multimediali in aumento del 20,8%. RICAVI NEL 2013 A 2,45 MILIARDI. Ebitda in miglioramento: 296 milioni. Cooptati in cda Giuseppe Rotelli e Roland Berger. Il nuovo piano triennale conferma “l’orientamento di addivenire a dismissioni in tutto o in parte di attività o cespiti ritenuti, anche in relazione all’andamento di mercato, non strategici” e anche eventuali “altre forme di valorizzazione degli stessi”, pur senza indicare date.
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