Milano, 12 gennaio 2011. Nel giorno del suo compleanno (57), Gianni Riotta riceve uno sgraditissimo regalo dalla redazione del "Sole 24 Ore" che dirige da 18 mesi: è sciopero. Alle 18.45 il comitato di redazione del quotidiano di Confindustria ha convocato i redattori di Milano e Roma e delle sedi periferiche in una assemblea immediata per le 19. Alle 19 il CdR ha spiegato a 200 giornalisti presenti personalmente o in collegamento telefonico la decisione di utilizzare il primo dei tre giorni di sciopero che l'assemblea ha deliberato lunedì scorso.
La goccia che ha fatto tracimare il vaso delle durissime contestazioni alla direzione è stata indicata nella decisione della direzione di non opporsi, nonostante lo stato di crisi vincolante, alle richieste aziendali sul prepensionamento obbligatorio di una giornalista che invece, per la ridottà età contributiva e anagrafica, non avrebbe dovuto essere posta obbligatoriamente in prepensionamento, come intimato dall'azienda. Un'evidente violazione dello stato di crisi, che prevede uscite obbligatorie ma anche solo volontarie nei casi di ridotta età contributiva, che stride con la decisione della direzione di mantenere in servizio della inviata responsabile della sede di Bruxelles, anch'essa nella lista dei prepensionandi "volontari" ma dotata di ben più prolungata anzianità contributiva rispetto alla collega che l'azienda invece voleva obbligare, nel silenzio di Riotta, all'uscita, in violazione dell'accordo siglato al ministero del Lavoro.
L'assemblea del Sole ha approvato senza ncessità di votare la decisione del CdR di utilizzare immediatamente il primo dei tre giorni di sciopero decisi nella riunione di lunedì e domattina il Sole non sarà nelle edicole, mentre il sito internet non viene aggiornato già da ora e per 24 ore.
Ma le tensioni con Riotta erano salite già in mattinata quando la redazione aveva appreso da un articolo a pagina 8 del "Giornale" di Sallusti delle voci sulla possibile promozione di due nuovi vicedirettori. Una notizia poi smentita. Ma subito le tensioni erano state rinfocolate dalle informazioni, provenienti dal sito Lettera43.it di Paolo Madron, sulla firma proprio oggi di due contratti di collaborazione attivati dal direttore Riotta. Uno a favore di Marco Ferrante, l'ex vicedirettore del Riformista, ex giornalista economico del Tg5, del Foglio, che proprio oggi aveva firmato un contratto di collaborazione con il quotidiano di viale Monterosa. Nato a Martina Franca nel 1964, autore di Marchionne. L'uomo che comprò la Chrysler e di Casa Agnelli, entrambi Mondadori, Ferrante passò al Riformista nell'ottobre del 2008, con la nuova direzione di Antonio Polito. Se ne andò da via Botteghe Oscure nel novembre del 2010, quando sul quotidiano arancione iniziarono a circolare voci di cessione, ormai conclamate dopo l'abbandono di Polito all'inizio del 2011. Al Sole 24 Ore ritroverà Daniele Bellasio e Christian Rocca, storici giornalisti del quotidiano di Giuliano Ferrara..
Il secondo contratto di collaborazione firmato oggi da Riotta è a Francesco Scisci, ex collaboratore del giornale economico che Riotta ha incaricato di collaborare da Pechino.
Due contratti di collaborazione che, come ha ricordato il CdR ai giornalisti del Sole, sono sì formalmente ineccepibili ma rappresentano una evidente provocazione perché avvengono per aggirare le norme dello stato di crisi che, a fronte di 31 prepensionamenti tra i 250 giornalisti del quotidiano di Confindustria, bloccherà fino a fine anno le assunzioni. D'altronde la redazione del Sole aveva già dovuto ingoiare in primavera, nonostante tutte le precedenti rassicurazioni contrarie di Riotta, l'assunzione di Christian Rocca. La firma del Foglio di Ferrara era stata imposta da Riotta alla redazione, contro il parere del CdR e in deroga allo stato di crisi, con la qualifica di inviato multimediale, novità assoluta nella storia della stampa italiana
Le tensioni di questi giorni sono esplose nell'assemblea del 10 gennario e sono il frutto della discussione che in questi mesi sta animando le redazioni romane e milanesi del quotidiano e riguarda la scelta del formato. Un progetto di restyling su cui il direttore Riotta sta puntando fin dal suo arrivo in via Monterosa e su cui i giornalisti vogliono esprimersi prima che il cambiamento sia preso in considerazione dal consiglio di amministrazione. Un ultimatum dato dai redattori, che non vogliono cedere. Dimezzare il giornale comporterebbe infatti una riduzione dei contenuti e quindi del lavoro dei giornalisti, che temono quindi una scelta che priam o poi si ripercuoterà contro le loro posizioni in azienda. Anche la pubblicità subirebbe un taglio notevole e questo preoccupa tutti. Dopo il calo delle vendite degli ultimi mesi: oltre 52mila copie in meno, il formato tabloidi potrebbe rappresentare il cosiddetto 'colpo di grazia'.
Secondo gli ultimissimi dati ADS sulla diffusione dei quotidiani, resi noti il 21 dicembre, dall'arrivo al Sole di Riotta a fine settembre 2010 (ultimo dato disponibile), in appena 16 mesi il quotidiano di Confindustria ha visto la diffusione media calare di oltre 54mila copie, le vendite complessive scendere di oltre 52mila copie (-16,9%) e gli abbonamenti pagati contrarsi di addirittura il 27,4% a meno di 95mila copie. La perdita a livello di risultato netto, nei primi nove mesi del 2010, è di 24,6 milioni, aumentata dell'11,64% rispetto all'anno precedente.
Venerdì 21 gennaio il consiglio di amministrazione del Gruppo 24 Ore, quotato alla Borsa di Milano, si riunirà per deliberare sul piano industriale 2011-13. Nella sede di via Monterosa a Milano si susseguono le voci più disparate, compresa la possibilità di una uscita di scena di Riotta e di un arrivo al suo posto di Ernesto Auci, ex direttore del Sole ed ex amministratore delegato della società di Confindustria. Si fa anche il nome di Oscar Giannino. Dagospia, invece, dà per imminenti le dimissioni di Riotta e candida come sostituto il vicedirettore del Corsera Dario Di Vico
Con la sfida di oggi, il CdA del Sole dovrà valutare se i rapporti sempre più tesi tra direttore e redazione siano consoni alla collaborazione necessaria per condurre in porto senza ulteriori traumi lo stato di crisi e soprattutto per riavviare un giornale che, dall'arrivo di Riotta, ha perso identità, appeal e lettori.
Non sono mancati momenti di tensione: un manipolo di fedelissimi di Riotta ha tentato di far uscire il quotidiano, ma il progetto è fallito.
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Comunicato del Comitato di redazione
Il Sole 24 Ore oggi non è in edicola e il sito non verrà aggiornato in segno di protesta per il mancato rispetto degli impegni presi da direzione e azienda con la redazione e per la continua mortificazione delle professionalità dei giornalisti. Anche per queste ragioni, la redazione aveva già proclamato lunedì lo stato di agitazione, affidando un pacchetto di tre giorni di sciopero al comitato di redazione. Nel corso della giornata di ieri, il comitato di redazione ha appreso l'attivazione di due nuovi contratti di collaborazione richiesti dal direttore e sottoscritti dall'azienda in una fase in cui è ancora in corso il piano di prepensionamenti che vede l'uscita anticipata dal giornale di 31 colleghi, per far fronte alla difficile situazione economica del gruppo. Inoltre, da parte dell'azienda sono state esercitate pressioni su una collega per indurla al prepensionamento, nonostante la mancanza di tutti i requisiti necessari. Il comitato di redazione, ancora in attesa delle informazioni richieste all'azienda sui progetti di rilancio e sviluppo del giornale, ritiene che questi ultimi eventi, calati in uno stato di forte tensione tra la redazione da una parte, l'azienda e la direzione dall'altra, rappresentino segnali fortemente negativi di un clima non più accettabile, cui dare risposta con l'esercizio del primo dei tre giorni di sciopero.
COMUNICATO DEL GRUPPO SOLE 24 ORE
In riferimento alla nota del Comitato di Redazione de "Il Sole24 Ore" l'azienda ribadisce l'assoluta correttezza dei comportamenti suoi e della Direzione, nel pieno rispetto degli accordi sindacali siglati e delle norme contrattuali vigenti.