LIBRI: COME CAMBIA LA PROFESSIONE GIORNALISTICA PER MICHELE MEZZA.
Roma, 8 febbraio 2011. Come è cambiato il mondo dell'informazione e della comunicazione al tempo dei social network. Un'analisi delineata da Michele Mezza nel libro «Sono le news, bellezza!» scritto per la Donzelli Editore, con la prefazione dei Derrick De Kerckhove e la postfazione di Pier Luigi Celli. Mezza vuole fare un quadro di «vincitori e vinti nella guerra delle velocità digitale». Con un occhio rivolto a Google e l'altro a Marx, l'autore analizza il mondo dell'informazione guardando agli sconquassi del mercato editoriale internazionale, per individuare perdenti e vincenti di una guerra che sta selezionando la specie del giornalismo. Il giornalista non più disvelatore esclusivo della notizia, ma selezionatore, decifratore, e soprattutto coproduttore dei nuovi sistemi intelligenti che tendono sempre più a sostituirsi alla meccanica redazionale. Nel centenario della nascita di Marshall McLuhan - come spiega nella prefazione Derrick de Kerckhove, già direttore del McLuhan Center di Toronto e riconosciuto erede del fondatore della mass-mediologia moderna - si conferma l'intuizione del computer come protesi del cervello umano, che disintermedia le funzioni delegate. Convinto che questa sia più una chance che una iattura, Michele Mezza - giornalista di lungo corso e ideatore di Rai News 24 - prova a delineare la figura di un nuovo mediatore, capace di governare le potenze tecnologiche, di declinare linguaggi sociali, di dare un'anima all'informatizzazione della vita, a patto di bruciare ogni nostalgia e conservatorismo. Con la certezza, condivisa da Pier Luigi Celli - che è stato direttore generale della Rai e oggi è direttore della Luiss di Roma -, che i tempi siano ormai maturi per una svolta radicale. Il messaggio è che il giornalismo ha un grande futuro, oltre che un passato, e che i giornalisti devono rimettersi in gioco con la certezza che l'informazione digitale è un'impresa culturale troppo importante per lasciarla solo ai giornalisti. Ma che diventa impossibile senza di loro. (Adnkronos)
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