Roma, 25 febbraio 2011. L’elezione della Giunta che affiancherà Franco Siddi e Roberto Natale alla guida della FNSI per i prossimi quattro anni, avvenuta ieri a Roma apparentemente senza sorprese e scossoni particolari, ha in realtà lasciato strascichi pesanti nella maggioranza e ferite che difficilmente potranno essere rimarginate. E la preoccupazione è tale che alcuni leader storici di questa maggioranza come Enrico Ferri e Giovanni Rossi ieri mattina prima del voto non nascondevano la loro incertezza sulla possibilità di qualche tranello e sgambetto interno nell’assegnazione delle preferenze, ribadendo come “questo è un Consiglio Nazionale che nessuno è grado di controllare realmente”.
Oggetto principale di tale preoccupazione lo “sfregio” di Camillo Galba, presidente dell’associazione regionale di stampa dell’Emilia Romagna e da sempre acerrimo rivale di Giovanni Rossi, che non trovando posto nei 9 professionali prescelti dalla maggioranza per la Giunta, ha costituito una lista propria conquistandosi il seggio da solo in aperto dissidio con la stessa maggioranza e con il gruppo comunista di Autonomia e Solidarietà da cui proviene e di cui fino a ieri era parte integrante. Ha preso 6 voti e a lui sono riconducibili anche le due schede bianche messe nell’urna, entrambe segno del malessere nella maggioranza e soprattutto nella componente di Autonomia e Solidarietà (per Galba si sussurra abbia votato anche l’”eroina” della Rai Maria Luisa Busi).
E così, se la minoranza si conferma compatta eleggendo i propri due rappresentanti tra i professionali (il calabrese Carlo Parisi e il romano Fabio Morabito) e il napoletano Domenico Falco tra i collaboratori, con il contributo determinante del Movimento Liberi Giornalisti – MIL- Stampa Libera, la maggioranza passa da 73 Consiglieri professionali a 65 e perde 8 seggi. Nella distribuzione dei voti a risentirne maggiormente è la componente di Autonomia e Solidarietà, costretta a consegnare il podio dei primi eletti ai tre candidati del segretario Franco Siddi, nell’ordine Daniela Stigliano, Luigi Ronsisvalle e Paolo Perucchini. Quest’ultimo è sempre meno uomo di Stampa Democratica, ieri rappresentata a Roma da un silenzioso Paolo Chiarelli facente funzioni, ed è invece sempre più uomo di fiducia del segretario Siddi, che di fatto lo ha preferito a Pino Nardi in virtù anche della forte sponsorizzazione targata Curia di Bergamo: Perucchini lavora infatti nella redazione di economia dell’Eco di Bergamo.
Sul fronte lombardo la presenza di Guido Besana, Daniela Stigliano e Paolo Perucchini nella Giunta a 16 (segretario, presidente, 11 professionali e 3 collaboratori), rispecchia sostanzialmente gli equilibri numerici e le proporzioni: la Lombardia infatti all’ultimo congresso di Bergamo aveva circa un quinto dei delegati totali. Ma l’elezione della Giunta nazionale potrebbe creare ora nuovi problemi al presidente facente funzioni in Lombarda Paolo Chiarelli (che sostituisce in via provvisoria Giovanni Negri). A nessuno infatti sono sfuggiti il volto rabbuiato di Marina Cosi, capodelegazione della Lombardia al congresso, che ieri si è dimessa per fare posto in Consiglio Nazionale a Guido Besana, non eletto a Bergamo e poi recuperato anche nella Giunta federale. Una svolta, dopo un'altalena di voci, che ora potrebbe portare a una maggiore instabilità negli equilibri di maggioranza dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti. Marina Cosi ovviamente nega con forza delusione e amarezza precisando che "il ripescaggio di Besano è soltanto opera mia". La bocciatura bergamasca di Besana viene addebitata al Capss ("Coordinamento delle Associazioni regionali per un sindacato di servizio"), che ha fatto mancare i voti per dare una lezione al buon Guido Besana di cui sono noti i contrasti con il conte Enrico Ferri (leader del Capss). In "Lombarda" si profilano due defezioni: Domenico Tedeschi e Giuseppe Alberti, infatti, potrebbero far venire meno il loro appoggio al facente funzioni Chiarelli. Prima dell’inizio dei lavori in quel di Roma, il professor Tedeschi sembrava infatti abbastanza certo della sua elezione in Giunta: aveva dato il suo appoggio in Lombarda al gruppo di maggioranza senza nulla chiedere in cambio, aveva ricevuto rassicurazioni che sarebbe stato ripagato in sede nazionale. Nel segreto dell’urna poi il feroce tradimento: la maggioranza elegge in giunta con dieci voti ciascuna Leyla Manunzia e Paola Vescovi, una sarda e una veneta, due giovani precarie, mentre per “u’ professore” solo due voti. Prima della proclamazione ufficiale degli eletti Tedeschi si era già eclissato e aveva lasciato la sala, meditando probabilmente su quei “galantuomini” della maggioranza che gli avevano dato garanzie poi disattese. La morale, a Roma come a Milano, alla fine potrebbe essere identica: seppur con numeri per ora non ancora allarmanti, la maggioranza perde continuamente pezzi. La minoranza invece continua a rafforzarsi e si organizza.
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Consiglio nazionale.
Eletti i 16 membri
della Giunta Fnsi.
Trionfo lombardo: eletti Daniela Stigliano, Paolo Perucchini e Guido Besana (che è subentrato a Marina Cosi dimissionaria).
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