Roma «Dovreste denunciarlo voi, io farei così» tuona Franco Abruzzo, sanguigno e infaticabile consigliere dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia (e per una vita presidente dell’Odg lombardo). «Pólemos, biòs dicevano i greci, la polemica è vita».
E lo stalking di Bocchino?
«Ma io leggo le cose che scrivete, lo stalking non lo vedo. Sono inchieste su fatti e circostanze. Se poi Bocchino le vuole contestare chieda di rettificare».
Invece querela in massa.
«È un tentativo di bloccarvi. I politici hanno questa abitudine, ma se tutti facessero come Bocchino non ci sarebbe più cronaca politica, non si potrebbe più scrivere niente».
Tra l’altro Bocchino è giornalista.
«E anche editore. Io gli chiederei i danni in sede civile».
Una controdenuncia?
«Sissignore, perché il suo è un tentativo di limitare la libertà di critica e di cronaca che è una prerogativa sacrosanta della stampa».
Ormai siamo terrorizzati dall’idea di scrivere su quell’onorevole.
«Vi ho detto come farei io, che sono uno polemico ma conosco le leggi. Prima gli farei una controdenuncia per calunnia e poi un’azione civilistica».
Tra l’altro le azioni legali di Bocchino hanno avuto conseguenze sulla nostra tranquillità.
«Appunto, denunciatelo».
Anche come collega.
«Certo, potreste fare subito un esposto all’Ordine dei giornalisti, perché Bocchino è venuto meno alla regola deontologica della colleganza, il rispetto del lavoro dei colleghi».
Ma noi non siamo colleghi, siamo killer, macchine del fango.
«Questo è il tipico argomento dei politici che non vogliono inchieste sul loro conto. Ma c’è l’articolo 2 della nostra legge professionale, voluta da due eminenti personalità della democrazia repubblicana, Aldo Moro e Guido Gonella, dice che è diritto insopprimibile del giornalista la libertà di informazione e critica, sempre nei limiti del rispetto della libertà e dignità altrui».
Ma Bocchino dice di essere mortificato e turbato dai nostri articoli.
«È la terminologia del 612bis del Codice penale, atti persecutori. Ma è curioso detto da un parlamentare».
Per quale motivo?
«Perché un deputato ha tutti gli strumenti, economici, legali, politici per controbattere, non è un povero cristo che può essere intimorito dalle attenzioni dei media».
Ma ci sono precedenti?
«Solo uno che io sappia. Un caso di stalking a mezzo stampa da parte di un giornale del gruppo Ciarrapico. Ma la vittima era una signorina, non un deputato importante e potente come Bocchino. È chiaro che è tutta una questione politica».
Nervosismi...
«È un partito che non mi sembra sia messo molto bene, perdono un deputato al giorno, i nervi possono saltare facilmente...»
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BOCCHINO DENUNCIA “LIBERO” e 18 redattori
della testata - FNSI: “NO a TENTATIVI di
INTIMIDAZIONE della STAMPA”. BERLUSCONI
CONTRO “IL FATTO”.
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6335
Franco Siddi: “Ingiustificata
la denuncia per stalking
ai redattori de ‘Il Giornale’
dell’onorevole Italo Bocchino”.
Ordine nazionale dei Giornalisti: “Inaccettabili le intimidazioni ai giornalisti” - BRUNO TUCCI (ODG LAZIO): “DA ITALO BOCCHINO INIZIATIVA SENZA PRECEDENTI. CI SI INVENTA STALKING COLLETTIVO PER LIMITARE la LIBERTÀ DI STAMPA
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