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Stampa

IL SOLE 24 ORE.
GIANNI RIOTTA: ultime ore
avvolte nell’incertezza.
MARTEDÌ 15 LA RIUNIONE
DECISIVA DEL CdA NON
SOLO SUL BILANCIO 2010.
QUALCOSA SUCCEDERA’.


Milano, 14 marzo 2011. Il destino di Gianni Riotta appare incerto a 18 ore dalla riunione del CdA della società editrice del Sole 24 Ore. Il CdA si riunirà attorno alle 15.30 del 15 marzo. Fonti romane confermano che non  si occuperà soltanto del bilancio consuntivo 2010. Tutti i  discorsi della vigilia girano attorno allo scoop di ieri dell’Ansa sulle dimissioni di Riotta, che le ha prontamente smentite. La credibilità dell’Ansa non appare scossa o scalfita. L’agenzia ha intercettato uno stato d’animo  forte in Confindustria: la storia vive le ore conclusive. Ma non si sa ancora quale sarà il finale (dimissioni o licenziamento). L’azionista  ha letto il  Cnlg e sa che al direttore, comunque, spettano  al massimo 25 stipendi. E dal Cnlg  Confindustria non intende schiodarsi. Che farà Riotta? Andrà allo scontro forte degli appoggi governativi che lo hanno finora sorretto?  I  bilanci  2009 e 2010 e anche le edicole non lo sorreggono. I numeri dicono per lui pollice verso e lo rendono indifendibile.  E’ evidente che il CdA dovrà aprirsi con una soluzione già concordata. Il secondo tempo della riunione sarà dedicata alla individuazione del nuovo direttore, che potrebbe essere un giornalista autorevole pescato all’interno del Palazzo di viale Monte Rosa 91.  Staremo a vedere. Domani qualcosa accadrà. L’augurio è che la redazione del quotidiano possa ritrovare una guida sicura e obiettivi nel segno della sua specificità storica. Non mancano nella redazione giornalisti dotati di grande professionalità capaci di rinverdire i  successi  delle gestioni Locatelli, Carrubba e Auci. (Francesco M. De Bonis)


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IL SOLE 24 ORE. Scoop Ansa.
GIANNI RIOTTA VERSO
LE DIMISSIONI. MARTEDÌ 15
LA RIUNIONE DEL CdA NON
SOLO SUL BILANCIO 2010.
MA RIOTTA SMENTISCE.
E  IL "GIALLO"  RESISTE.


Roma, 12 marzo 2011.  Il direttore del Sole 24 Ore, Gianni Riotta, secondo quanto ha appreso l'Ansa, avrebbe presentato le dimissioni con una lettera al Consiglio di amministrazione che si riunirà martedì prossimo. Una riunione che era già in calendario con all'ordine del giorno l'approvazione del bilancio 2010 e anche, secondo l'Adnkronos, l'uscita dalla società editrice dello stesso  direttore; già ci sarebbe una rosa di nomi per la successione.  Nel giro di pochi minuti, il direttore del quotidiano di Confindustria ha fulminato le indiscrezioni raccolte e diffuse dall’Ansa alle 17.57, affermando  seccamente (h 18.20): «Smentisco nettamente di essermi dimesso dalla direzione del Sole 24 Ore». Il Comitato di redazione del quotidiano è stato ricevuto da Riotta attorno alle 19.30. Il direttore, secondo l’Adnkronos, si sarebbe limitato a comunicazioni interne ordinarie. Il "giallo" resiste. (fonti: ANSA e Adnkronos).


RIUNIONE RIOTTA-CDR SOLE24ORE PER COMUNICAZIONI INTERNE


Milano, 12 marzo 2011. Nella riunione di stasera Gianni Riotta ha dato al comitato di redazione del ‘Sole 24 ore’ solo “comunicazioni interne assolutamente ordinarie”. Il direttore è apparso sereno e ha anche scherzato in merito alle voci sulle sue dimissioni, circolate in giornata. “Voi pensavate che vi avrei fatto comunicazioni importanti, che mi sarei dimesso: mi spiace dovervi deludere”, avrebbe ironizzato stando a quanto riferito da chi ha partecipato alla riunione. In programma per martedì il consiglio d’amministrazione della società, gia’ in calendario da tempo, con all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio. (AGI)


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Sole 24 Ore a pezzi: Gianni Riotta finalmente getta la spugna



di Stefano Feltri  per IL FATTO quotidiano - Pubblicato il 13 marzo 2011


Roma - Se prima era questione di settimane, ora è di ore: Gianni Riotta se ne sta andando dalla direzione del Sole 24 Ore. La notizia filtra alle agenzie di stampa nel pomeriggio di ieri, lui smentisce con una nota: "Smentisco nettamente di essermi dimesso dalla direzione del Sole 24 Ore". Da quando è stato sfiduciato il 4 di febbraio in un referendum tra i giornalisti del quotidiano – i "No" superarono quota 70 per cento – sembra che ci sia soltanto una cosa che trattiene Riotta sulla poltrona più alta del giornale della Confindustria: il negoziato sulla buonuscita. Gli avvocati sarebbero al lavoro, nei corridoi del palazzo di viale Monterosa, a Milano, si sussurrano cifre a sei zeri, uno o due milioni di euro.



Leggere anche:


1)      Si aggrava la crisi al "Sole 24 Ore". Durissima lettera contro Riotta: "giornale distrutto"


2)      2) Sole 24 Ore: lettera aperta di un azionista ad Emma Marcegaglia



Si vedrà presto se sono esagerate: martedì si riunisce il consiglio di amministrazione della società editrice e in quella occasione potrebbe definirsi una volta per tutte il destino di Riotta. Anche se nulla è sicuro, visto che più volte negli ultimi mesi è stato dato per spacciato salvandosi all’ultimo minuto.


Quel che è certo è che gli equilibri sono ormai da tempo compromessi. Non soltanto tra direttore e redazione, ma anche con l’editore: il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha scaricato Riotta da tempo e in un recente cda era pronta a cacciarlo, ma Riotta ha dimostrato una certa abilità diplomatica tentando un’operazione spregiudicata. Da direttore "marcegagliano" è diventato direttore d’opposizione, cercando sostegni in quella parte di Confindustria che rappresenta l’alternativa alla Marcegaglia, cioè il gruppo coalizzato attorno a Luca Cordero di Montezemolo, da Aurelio Regina a Luigi Abete, che nel quotidiano potrebbe contare, secondo alcuni redattori, sulla sponda del vicedirettore Alessandro Plateroti.


È chiaro che l’equilibrismo di Riotta non era destinato a durare e adesso, assieme a lui, potrebbe saltare anche l’amministratore delegato del gruppo, Donatella Treu. Perché la gestione Riotta non ha lasciato cicatrici soltanto nella redazione, ma anche e soprattutto nei conti. L’ex macchina da soldi di carta è diventata una fonte di perdite per l’associazione degli industriali.



Il bilancio della sua gestione


Ha fatto parecchio rumore, a gennaio, la lettera ai colleghi del giornalista del Sole Nicola Borzi in cui si faceva un primo bilancio della gestione Riotta: 54 mila copie in meno in edicola in sedici mesi, una riduzione degli abbonamenti di quasi il 30 per cento. E il gruppo, nei primi nove mesi del 2010, aveva perso 25 milioni di euro.



>>>LEGGERE --- SOLE 24 ORE: UN BUCO SPAVENTOSO



Il direttore non è riuscito neppure a imporre la rivoluzione del formato tabloid, un Sole 24 Ore più piccolo e più maneggevole che però avrebbe determinato un crollo degli introiti pubblicitari non sostenibile. Il progetto simbolo della sua gestione è stato affondato dalla stessa Marcegaglia. Nelle ultime settimane, poi, Riotta ha peggiorato la sua posizione: prima un editoriale troppo critico sulla piazza delle donne che ha fatto imbufalire le redattrici del giornale, poi le gaffe storiche sul Risorgimento e non solo (Riotta in persona ha confuso la Libia con la Somalia), "il giornale è allo sbando", dicono dalla redazione.


In questi giorni convulsi tutti pensano già al dopo. Riotta, assieme alla consistente buonuscita, cerca di ottenere un paracadute che sembra essere un trasferimento a New York, dove è già stato per il Corriere della Sera. Un buen retiro che gli evita lo stigma del fallimento e che lo mette al riparo dalle ire dei suoi redattori, già pronti alla rivolta se il trasferimento americano sarà concesso. Per la guida del giornale le uniche alternative sembrano interne: il favorito resta Fabio Tamburini, direttore di Radio 24 e Radiocor (le costole minori del gruppo), ma si fa il nome anche del vice di Riotta Edoardo De Biasi.


La Marcegaglia è troppo vicina all’inizio del semestre bianco, l’ultimo sel suo mandato in cui si limiterà a preparare la successione, per imporre un candidato forte. L’unico scenario alternativo è che i montezemoliani anticipino la presa di potere e al cda di martedì riescano a incassare la nomina di Roberto Napoletano, al momento direttore del Messaggero. Comunque vada, il governo non è preoccupato: nel 2009, quando venne scelto Riotta, la Marcegaglia chiese il placet a palazzo Chigi. E, c’è da scommetterci, succederà anche questa volta. Con l’unica differenza che, vista la guerra in corso sulle nomine pubbliche e non solo, tra Letta e Giulio Tremonti bisognerà fare un passaggio anche dal ministero del Tesoro. Intanto Riotta, scrive su Twitter: "A tutti-tutte che twittano simpatia e sostegno what to say? I love ya guys I really do".


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 Tutte le più recenti vicende de “Il Sole 24 Ore” in


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