di Anna Laura Bussa-ANSA
Roma, 25 giugno 2011. Niente carcere per i giornalisti. Nè sanzioni per editori (nel testo originario ci sono, ma poi sono state eliminate). Istituzione di un archivio riservato. Da 1 a 4 anni di carcere per chi 'svelì atti coperti da segreto dei quali sia venuto a conoscenza in ragione del proprio lavoro. Illeciti disciplinari gravi per magistrati che non cancellino le intercettazioni irrilevanti. Sono questi alcuni dei punti cardine del ddl presentato il 21 luglio 2008 a Palazzo Madama dai senatori Pd Anna Finocchiaro e da Felice Casson. Il testo, che per il segretario del partito Pier Luigi Bersani, potrebbe diventare una base di discussione per la riforma delle intercettazioni, prevede, tra l'altro, dei momenti di 'filtrò in cui Pm e Gip 'separanò le intercettazioni rilevanti da quelle che non lo sono. Queste ultime dovranno essere 'chiusè nell'archivio riservato e non potranno mai essere pubblicate. Quelle rilevanti, potranno finire sui giornali, ma solo dopo essere state comunicate alle parti. Questi alcuni dei temi affrontati dal ddl:
- LIMITE DI DURATA DELLE INTERCETTAZIONI - Salvo che per i reati più gravi come mafia terrorismo, la proroga degli ascolti non potrà superare i 3 mesi. A meno che non emergano nuovi elementi di prova. Non più di due proroghe per le 'cimicì, salvo emergano nuovi elementi investigativi.
- MENO CENTRALI DI ASCOLTO - Le registrazioni si faranno con impianti installati in ogni distretto di Corte d'Appello. Gli ascolti, con centrali realizzate presso la Procura o, se il Pm autorizza, presso i servizi di polizia giudiziaria.
- SELEZIONE INTERCETTAZIONI - Prima il Pm, poi il Gip avranno il potere-dovere, ogni qualvolta si dovranno depositare degli atti, di selezionare le intercettazioni. All'inizio non ci sarà una vera udienza per evitare lungaggini. Ma il giudice potrà sentire le parti senza formalità. Quelle rilevanti verranno depositate in segreteria. Quelle irrilevanti, che non potranno mai essere pubblicate, nell'archivio riservato. Le parti potranno avere cognizione di ogni cosa.
- ARCHIVIO RISERVATO - Il Pm vi deve custodire verbali e registrazioni. I difensori potranno accedervi solo per verificare il materiale acquisito e chiedere integrazioni. Gli ascolti irrilevanti saranno distrutti, con accordo delle parti, in caso di prescrizione o quando la sentenza passerà in giudicato. Nel dibattimento alcune di quelle irrilevanti potranno essere acquisite se il giudice lo riterrà necessario. I documenti 'assolutamente estraneì al procedimento potranno essere distrutti prima, salvo in casi di mafia o terrorismo. Il procuratore nomina un responsabile dell'archivio che dovrà comunicargli ogni 2 mesi l'elenco delle operazioni che si protraggono oltre i 3 mesi. Il procuratore ogni anno riferirà al Guardasigilli anche sulle spese di gestione.
- DIVIETI - No alla pubblicazione di conversazioni, comunicazioni informatiche o dati su traffici telefonici fino alla fine della indagini preliminari. Le 'talpè in Procura rischiano da 1 a 4 anni di carcere. Se la 'fugà di notizie avviene per colpa, la pena è fino a 1 anno. Se commessa da Pubblico Ufficiale o incaricato di pubblico servizio, da 2 a 6 anni o da 1 a 2 anni. Chi viola il segreto imposto dal Pm rischia da 1 a 2 anni. Chi prende visione di atti secretati è punito con la reclusione da 1 a 3 anni. Per chi rivela il contenuto di documenti raccolti illecitamente la condanna è da 1 a 4 anni. Se si tratta di P.U, da 1 a 5 anni.
- GIORNALISTI - Per loro niente carcere, ma ammende da 500 a 10.000 euro. Previste sanzioni disciplinari.
- INTERVENTO URGENTE A TUTELA ONORABILITÀ PERSONE - È un nuovo istituto al quale si ricorre con procedura d'urgenza (ex art. 700) nel caso in cui vengano pubblicate notizie false. (ANSA).
I tre testi di riforma delle intercettazioni a confronto
di Anna Laura Bussa-ANSA
Roma, 25 giugno 2011. Il governo sembra voler puntare tutto sul ddl Mastella. Il Pd vuol ripartire, invece, dal ddl 'Finocchiaro-Casson' (presentato nel 2008 al Senato). Ma alla Camera, in Aula, è fermo il testo del governo, già approvato dal Senato il 10 giugno 2010. Questi, in estrema sintesi, i tre testi di riforma delle intercettazioni a confronto: quello del governo è sia nella versione licenziata dal Senato, sia in quella approvata in commissione Giustizia della Camera (il 28 luglio 2010).
REATI INTERCETTABILI - OGGI: tutti i reati più gravi (mafia, terrorismo, sequestro di persona) e quelli puniti con più di 5 anni di carcere, compresa la corruzione. DDL GOVERNO: sono gli stessi reati, più lo stalking. - negli altri testi non si affronta il tema.
- LIMITI - OGGI: si possono controllare gli ascolti per tutta la durata delle indagini preliminari. DDL GOVERNO: nella versione licenziata dal Senato, il limite è di 75 giorni più proroga di 3 giorni in 3 giorni. Per i reati più gravi il limite è di 40 giorni più altri 20 prorogabili. Nella versione Camera, il limite è 75 giorni prorogabili di 15 in 15 fino a conclusione indagini. Per i reati più gravi è di 40 giorni prorogabili di 20 in 20. - DDL CASSON-FINOCCHIARO: salvo che per casi di terrorismo o mafia, la proroga degli ascolti non potrà superare i 3 mesi, a meno che non emergano nuovi elementi di prova. Per le cimici non più di 2 proroghe, a meno che non intervengano nuovi elementi investigativi.
- DIVIETI E SANZIONI PER CRONISTI E TALPE - OGGI: il giornalista che pubblica intercettazioni secretate rischia un mese di carcere, evitabile pagando 281 euro di ammenda. No a multe per editori. - DDL GOVERNO: nella versione del Senato, il cronista rischia un mese di carcere evitabile con una multa di 10 mila euro. Per gli editori 300 mila euro (se pubblicano brani testuali di intercettazioni) o 450 mila euro (se le intercettazioni riguardano persone estranee ai fatti). Nella versione Camera, restano le sanzioni per il giornalista, ma diminuiscono quelle per gli editori: dalle 50 alle 200 quote. Chi passa ai cronisti atti coperti da segreto rischia fino a 6 anni di carcere diventando intercettabile. - DDL MASTELLA: il giornalista che pubblica atti vietati rischia l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda da 10 mila a 100 mila euro. Diventano 6 mesi e 4 anni se le conversazioni sono state raccolte illecitamente. Chi rivela le notizie può essere condannato da 6 masi a 3 anni. Se si tratta di un pubblici ufficiale la pena aumenta da 1 a 5 anni. - DDL CASSON-FINOCCHIARO: non c'è carcere per i cronisti, ma ammende da 500 a 10 mila euro. Oltre a sanzioni disciplinari. Vita dura anche per le talpe in Procura: se la fuga è dolosa da 1 a 4 anni di carcere, se è colposa, fino ad 1 anno. Chi prende visione di atti secretati avrà una reclusione da 1 a 3 anni. Salgono da 1 a 4 anni per chi rivela il contenuto di documenti raccolti illecitamente.
- INTERCETTAZIONI ESTRANEE O IRRILEVANTI Tutti i ddl concordano: non potranno mai essere pubblicate. - DDL CASSON-FINOCCHIARO: dovranno essere distrutte, con accordo delle parti, in caso di prescrizione o quando la sentenza passerà in giudicato. Gli atti estranei potranno essere distrutti prima, a meno che non si tratti di mafia o terrorismo. ARCHIVIO RISERVATO È previsto nei Ddl Mastella, in quello del Governo, e in quello Casson-Finocchiaro. Con analoghe caratteristiche: il Pm vi deve custodire verbali e registrazioni e sarà il Procuratore ad assumersi la responsabilità di eventuali fughe di notizie. Nomina un responsabile. I difensori potranno accedervi solo per verificare il materiale acquisito e chiedere integrazioni.
- UDIENZA FILTRO È il momento in cui si sceglie tra gli ascolti rilevanti e non. La prevedono il Ddl del governo e quello Finocchiaro-Casson.
- DIVIETI DI PUBBLICAZIONE - DDL MASTELLA: Non si possono pubblicare né atti, anche se non più secretati, né ascolti fino alla conclusione delle indagini preliminari. - DDL GOVERNO: nella versione Camera, le intercettazioni rilevanti potranno essere pubblicate solo dopo l'udienza filtro. - DDL FINOCCHIARO-CASSON: Anche secondo questo testo si dovrà attendere la fine delle indagini preliminare per poter pubblicare conversazioni, comunicazioni informatiche o dati su traffici telefonici. (ANSA).