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GIORNALISTI: 110MILA
tra professionisti e pubblicisti.
IN INPGI MENO DELLA
METÀ VISIBILI (“hanno una
posizione Inpgi”). DATI 2010
della RICERCA di LSDI.
CRESCONO gli AUTONOMI,
REDAZIONI INVECCHIANO

I giornalisti attivi sono scesi al 44,5%, pari a 44.906 iscritti, di cui circa 25.011 nel lavoro autonomo e 19.895 in quello subordinato. Franco Siddi: “Non c'è posto per tutti”. La ricerca mostra che oltre il 62% dei freelance dichiarano meno di 5.000 euro annui.

di Francesca Pierleoni-ANSA


Roma, 4 novembre 2011. Aumentano gli iscritti all'Ordine dei giornalisti, l'anno scorso si sono superati 110.000 tesserati, ma meno di un giornalista su due è visibile, cioè ha una posizione contributiva attiva all'Inpgi. Gli attivi sono scesi al 44,5%, pari a 44.906 iscritti, di cui circa 25.011 nel lavoro autonomo e 19.895 in quello subordinato. Sono fra i dati aggiornati al 2010, della Ricerca Giornalismo: il lato emerso della professione, curata da Pino Rea, coordinatore di 'Libertà di stampa - Diritto all'informazione, presentata alla Federazione Nazionale stampa italiana nella giornata europea contro il precariato. Stando ai numeri, cresce il lavoro autonomo del 7,7% (ora è a quota 55,7%) il cui reddito però continua a diminuire. Cala il lavoro subordinato (-3,85%) e sparisce il turnover (-31% delle posizioni dei praticanti). «Siamo convinti che il precariato non sia strumento di sviluppo - dice Franco Siddi, segretario generale della Fnsi - che le imprese possono averne vantaggi nel tempo breve ma non di qualificazione e crescita. Su questo punto le imprese sono sorde, poche provano soluzioni nuove. Bisognerà esaminare azienda per azienda, sfrondare i collaboratori quando necessario, ma quelli che restano devono essere pagati bene. Non c'è posto per tutti». La ricerca mostra che oltre il 62% dei freelance dichiarano meno di 5.000 euro annui e si registra un progressivo invecchiamento delle redazioni: i rapporti di lavoro, nella fascia superiore ai 50 anni salgono dal 24,40% del 2009 al 27,50% del 2010; sono in lieve crescita quelli nella fascia fra i 36 i 50 anni, (dal 49,80% al 50,50%) mentre scendono quelli sotto i 35 anni (dal 24,40% al 22%). Durante l'incontro, cui hanno partecipato, fra gli altri, anche il senatore Pd Vincenzo Vita e i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl, Enzo Carra (Udc), relatore della legge sull'equo compenso per i giornalisti precari, ha detto che «bisogna intervenire, soprattutto sull'enorme numero di iscritti, favoriti dalla proliferazione di scuole di giornalismo». La legge sull'equo compenso «per fortuna sta andando avanti con grande velocità. C'è gia un testo definitivo partito per le commissioni che devono dare i loro pareri». Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, oltre a ricordare di aver fatto già chiudere otto scuole, si è chiesto se «è morale che i colleghi prepensionati continuino alla stessa scrivania a fare lo stesso lavoro». Per Roberto Natale, presidente della Fnsi un altro tema da non abbandonare «è quello della riforma dell'accesso alla professione». Infine, Andrea Camporese, Presidente dell'Inpgi ha ricordato che «ci sono 50mila giornalisti che non ci versano contributi perchè o non lavorano o lavorano fuori dalle regole». (ANSA).


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Editoria e Lavoro. Giornata


europea contro il precariato.


Franco Siddi:  “Possibile


una nuova crisi nel 2012


se nei prossimi sei mesi


dovesse arrivare lo


tsunami pubblicitario.


Il saldo entrate/uscite


presenta 200 redattori


contrattualizzati in meno”.


Ed ora cerchiamo di capire


chi sono i 50.000 sommersi


 


Cinquantamila giornalisti non hanno nessuna posizione all’Inpgi perché, come ha osservava Andrea Camporese, presidente dell’ Istituto di previdenza,  ‘’o non lavorano o lavorano fuori dalle regole’’ . E’ la faccia sommersa della professione giornalistica in Italia,  di cui sarebbe molto utile, per avere un quadro completo della situazione, cercare di ricostruire i lineamenti con un lavoro di ricerca specifico.


di Pino Rea -www.lsdi.it 5/11/2011


In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7599


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