Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
  » Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
I fatti della vita
INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  Attualità
Stampa

Editoria e Lavoro. Giornata
europea contro il precariato.
Franco Siddi: “Possibile
una nuova crisi nel 2012
se nei prossimi sei mesi
dovesse arrivare lo
tsunami pubblicitario.
Il saldo entrate/uscite
presenta 200 redattori
contrattualizzati in meno”.
Ed ora cerchiamo di capire
chi sono i 50.000 sommersi

Cinquantamila giornalisti non hanno nessuna posizione all’Inpgi perché, come ha osservava Andrea Camporese, presidente dell’ Istituto di previdenza, ‘’o non lavorano o lavorano fuori dalle regole’’ . E’ la faccia sommersa della professione giornalistica in Italia, di cui sarebbe molto utile, per avere un quadro completo della situazione, cercare di ricostruire i lineamenti con un lavoro di ricerca specifico.

di Pino Rea -www.lsdi.it 5/11/2011

Cinquantamila giornalisti che non hanno nessuna posizione all’ Inpgi perché, come osservava ieri Andrea Camporese, presidente dell’ Istituto di previdenza,  ‘’o non lavorano o lavorano fuori dalle regole’’. E’ la faccia sommersa della professione giornalistica in Italia,  di cui sarebbe molto utile, per avere un quadro completo della situazione, cercare di ricostruire i lineamenti con un lavoro di ricerca specifico.


Abbiamo lanciato questa ipotesi ieri mattina, in occasione della presentazione dell’aggiornamento della Ricerca sulla professione giornalistica in Italia, che si è tenuta nel salone della Federazione della stampa, chiedendo specificamente al presidente nazionale dell’ Ordine, Enzo Iacopino, di progettare una analisi su questo tema.


Il dibattito però si è concentrato sulla questione del lavoro autonomo e del ‘’precariato’’ (tutti dicono di detestare il termine, ma nessuno ne può fare a meno perché la sua valenza negativa rimane molto efficace per indicare il fenomeno) mentre le questioni relative alla faccia sommersa della professione non sono state nemmeno sfiorate.


Crediamo invece che sia importante avere un quadro completo, perché in parte quei 50.000 sommersi in qualche modo pesano anche sul mercato del lavoro giornalistico in Italia e quindi rilanciamo qui la proposta di avviare una indagine sul pubblicismo in Italia.


Di quei 50.000 sommersi sappiamo infatti solo che sono prevalentemente pubblicisti e che una parte di loro – quelli con più di 15 anni di iscrizione all’ Ordine – restano iscritti a vita, senza dover dimostrare, in occasione delle verifiche periodiche che gli ordini regionali sono tenuti a compiere, di continuare a fare lavoro giornalistico retribuito. Lavoro per cui d’ altra parte si sarebbe tenuti ad iscriversi alla cosiddetta Inpgi2 (relativa al lavoro non subordinato).


Per legge (Decreto legislativo 103 del 1996) l’iscrizione all’Inpgi 2 è infatti obbligatoria da parte di tutti i giornalisti che svolgono attività professionale senza vincolo di subordinazione indipendentemente dall’ entità del reddito prodotto e dal numero di collaborazioni effettuate. E questo vale per tutti i tipi di rapporti, sia che l’ attività professionale venga svolta con partita IVA, sia in maniera occasionale oppure tramite cessione del diritto d’ autore.


D’ altronde, come hanno segnalato i titoli delle notizie dedicate alla presentazione del nostro Rapporto, quello che colpisce di più è proprio la invisibilità di metà dei giornalisti italiani e riteniamo che l’ Ordine nazionale abbia tutto l’ interesse a ricostruire in maniera più approfondita la composizione di una così grossa fetta dei suoi iscritti.


La prossima settimana si terrà a Roma (8,9 e 10 novembre) una riunione del Consiglio nazionale dell’ Ordine in cui fra l’ altro verrà portato in discussione il testo della Carta di Firenze. In quella sede riproporremo la richiesta di avviare una indagine: naturalmente con la collaborazione degli ordini regionali, il cui contributo è essenziale.


 


* * * * *


Per quanto riguarda invece il dibattito pubblichiamo qui sotto la ricostruzione a cura di Redattore sociale


GIORNALISMO. CARRA: LAVORARE PER MENO DI 5 EURO LEDE DIGNITÀ.


“Non possiamo più accontentarci di statistiche e numeri, un collaboratore non è considerato nemmeno un lavoratore, una persona che lavora per meno di 5 euro non è neanche una persona a quel punto”. E’ quanto ha affermato il deputato Enzo Carra, relatore alla Camera della proposta di legge sull’equo compenso giornalistico, commentando la ricerca di Lsdi nel corso della giornata europea contro il precariato nelle professioni “Stand up for journalism”. Il disegno di legge Moffa prevede, tra l’altro, di concedere l’erogazione di contributi pubblici soltanto a quegli editori che non sfruttano i giornalisti. “Che questa legge possa essere da apripista per altre. E’ stata firmata da esponenti della maggioranza” ha detto Carra. La Commissione Cultura della Camera dei Deputati nella seduta del 25 ottobre 2011 ha adottato il testo definitivo del disegno di legge volto a promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico. Il testo è stato trasmesso alle Commissioni parlamentari competenti per l’espressione del parere necessario anche ai fini dell’eventuale trasferimento in sede legislativa.


“L’accelerazione della legge in Parlamento è stata conseguenza di una tragedia – ha spiegato il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino – il presidente della Camera, invitato a riflettere dopo il suicidio del collega Pierpaolo Faggiano sulla giungla in questa professione, si è fatto carico della proposta di legge”. Iacopino ha precisato che “la linea dell’Ordine è la chiusura di alcune scuole e la non apertura di altre”. Il prossimo 8 novembre il Consiglio nazionale dell’Ordine discuterà l’approvazione della Carta di Firenze sul precariato, che prevede la sanzionabilita’ dei redattori e direttori che permettono lo sfruttamento dei colleghi collaboratori. Ma la Carta è gia’ sotto attacco nelle stanze del potere del giornalismo italiano.


“In queste settimane c’è chi sta tentando di avvelenare i pozzi per recuperare 4 miserabili preferenze per le elezioni dell’Inpgi. Noi non stiamo facendo questa battaglia contro i colleghi prepensionati – ha detto Iacopino – Non è morale che i colleghi pensionati siedano alla stessa scrivania facendo lo stesso lavoro che facevano prima. In molte testate, il comitato di redazione non si accorge che il sito internet è pieno di colleghi prepensionati. Visto che i Cdr non se ne accorgono, ho chiesto all’Inpgi di fornire i nomi dei colleghi prepensionati, sono dati pubblici, ho chiesto di fornire la documentazione relativa all’esistenza di contribuzione dopo l’andata in pensione degli stessi colleghi. Ma perché un editore deve assumere un giovane a 3.000 euro, ovvio che non lo inserirà mai se può far fare la stessa cosa a un collega che seguiva il senato al quale fa un contratto di mille euro. Incoraggiamo quest’opera di chiarezza”.


Il segretario dell’Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti, Franco Siddi ha affermato in apertura dell’iniziativa che “il lavoro autonomo raramente è un lavoro vero, spesso è precario, in altri casi vergognoso è il compenso dato dagli editori a fronte di prestazioni quotidiane, la professione è in crisi ed è in difficoltà”. A peggiorare le cose si aspetta una nuova crisi in arrivo nel 2012. “Lo sviluppo non c’è, è fermo e rischia di diventare drammatico nel corso del prossimo anno – ha detto Franco Siddi – se nei prossimi sei mesi dovesse arrivare lo tsunami pubblicitario, questa professione sarà investita da situazioni molto difficili”. Per il segretario del sindacato dei giornalisti “Il collaboratore giornalista che si affida alla mano di dio dell’editore che fa quello che vuole”. La professione giornalistica è in crisi come dimostra il calo dell’occupazione.


“Gli occupati stabili sono diminuiti, nel saldo entrate uscite abbiamo 200 contrattualizzati in meno quest’anno per la prima volta, l’occupazione non cresce- ha concluso – La solidarietà interna sempre difficile è oggi indispensabile. Quando scoppiano le crisi e anche quando ci sono posizioni di vantaggio, la categoria non è molto propensa ad occuparsi attivamente in termini solidali di chi è massacrato nel lavoro”. (www.lsdi.it)


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


GIORNALISTI: 110MILA


tra professionisti e pubblicisti.


IN INPGI MENO DELLA


METÀ VISIBILI (“hanno una


posizione Inpgi”). DATI 2010


della RICERCA di LSDI.


CRESCONO gli AUTONOMI,


REDAZIONI INVECCHIANO.


I giornalisti attivi sono scesi al 44,5%, pari a 44.906 iscritti, di cui circa 25.011 nel lavoro autonomo e 19.895 in quello subordinato. Franco Siddi: “Non c'è posto per tutti”. La ricerca mostra che oltre il 62% dei freelance dichiarano meno di 5.000 euro annui.


(In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7585)


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°





Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com