IL MONTI PENSIERO SUGLI ORDINI PROFESSIONALI
di www.anmvioggi.it 19/11/2011
"Non si può negare che gli enti professionali svolgano un servizio pubblico nel certificare una certa qualità del servizio offerto dai propri membri, nel garantire l'aggiornamento e la formazione continua, ell'assicurare un comportamento etico onorevole. Per tutti questi compiti il ruolo degli ordini è essenziale,mentre non credo che gli ordini dovrebbero essere coinvolti nella sfera economica dei professionisti, dettando regole sul comportamento nel mercato dei loro iscritti, come per esempio fissando le tariffe o vietando la pubblicità".
Sono parole pronunciate nel 2003 da Mario Monti quando era Commissario europeo alla concorrenza. Intervistato da Italia Oggi dichiarava che i servizi erogati nell'ambito le professioni liberali "sono di vitale importanza per tutto il sistema economico europeo, perchè hanno un impatto determinante sulla competitività di altri settori. Lo stesso Consiglio di Lisbona ha sottolineato l'importanza dei servizi per al competitività del sistema Europa. Ciò non significa certo che l'esistenza di ordini professionali, in quanto tale costituisca un limite per il mercato. E' la loro eccessiva regolamentazione che finisce, in alcuni casi, per proteggere più gli interessi degli affiliati che quelli della collettività".
Era il 2003. Quattro anni dopo l'Antitrust partì proprio da una istruttoria nei confronti dell'Ordine dei veterinari per arrivare alla Legge Bersani. Rispetto allo stravolgimento operato all'epoca sul sistema ordinistico, la Legge di stabilità dice poche cose nuove agli Ordini.
Nel 2004 uscì il Rapporto europeo sulla concorrenza delle professioni e il Commissario Monti ribadiva alcuni capi saldi dell'analisi condotta dalla Commissione UE in materia di liberalizzazione delle professioni.
Ecco cosa dichiarava al Sole 24 Ore: "L'Italia è uno dei paesi in cui la regolamentazione statale è molto forte. Vediamo positivamente gli sforzi, che però durano da un po' tanto tempo, per organizzare una riforma del settore. Ne seguiamo attentamente gli sviluppi. Spero - aggiunge- che Governo e Legislatore tengano conto dell'azione di advocacy che la Commissione europea sta compiendo. Che non significa un attacco agli Ordini che manterranno le loro funzioni essenziali. Però credo sia un vantaggio per le professioni se gli ordini si concentrano sulle funzioni di tutela dell'interesse generale, come la preparazione professionale dei membri e la qualità dei servizi, dedicandosi meno all'autoregolamentazione economico e tariffaria. (...) In un mercato aperto alla concorrenza è improbabile che i prezzi regolamentati garantiscano prezzi inferiori ai livelli concorrenziali. Quanto alla qualità dei servizi, se ci sono professionisti senza scrupoli è difficile immaginare che i prezzi fissi impediscano l'offerta di servizi scadenti. Bisogna rispettare il criterio della proporzionalità, trovare meccanismi meno restrittivi della fissazione dei prezzi".
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