Coprire vent’anni in tre mesi. È questa la «mission impossible» richiesta dal nuovo governo alle casse di previdenza private. In pratica gli enti pensionistici dei professionisti entro il 31 marzo dovranno assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni pensionistiche per i prossimi 50 anni. Finora invece le casse di previdenza dovevano assicurare la sostenibilità del loro sistema fino ai prossimi 30 anni. «Non bisogna dimenticare che fino al 2007 la sostenibilità da garantire era di 15 anni. Insomma nel giro di 4 anni ci viene richiesto un salto di 35 anni. Qualcosa di mai visto in nessun sistema previdenziale europeo» protesta Andrea Camporese, presidente (dell’Inpgi e) dell’Adepp, l’associazione che raggruppa 20 enti previdenziali «È per questo che abbiamo già chiesto al ministro Fornero di rivedere insieme a noi forma e sostanza del decreto varato domenica». La prima richiesta formulata dalle casse del mondo professionale è quella di inserire nel calcolo di sostenibilità anche il patrimonio di ciascun ente. «Non si può ignorare che la ricchezza di ciascuna cassa è formata da beni mobili e immobili – osserva Walter Anedda, presidente dell’istituto dei dottori commercialisti - da tempo stiamo lavorando per mettere in sicurezza il nostro sistema per i prossimi 30 anni, adesso, improvvisamente e in appena tre mesi ce ne chiedono altri 20. E il tutto senza nemmeno calcolare il nostro patrimonio. Eppure noi non incidiamo per nulla nel bilancio dello Stato, non chiediamo contributi. Anzi, paghiamo doppiamente le tasse: sulle pensioni e sul rendimento del patrimonio». A questo punto diventa evidente quale sia il tarlo che si insinua nella mente di chi gestisce gli enti privati: non è che il fine ultimo sia quello di far confluire le casse all’interno dell’Inps per poter mettere le mani sul «tesoretto » accantonato dai professionisti? «Certo qualche dubbio viene - ammette Giovanni Pietro Malagnino, vice presidente dell’Enpam, l’ente di previdenza di medici e odontoiatri - abbiamo calcolato che tra 50 anni le casse private avranno un patrimonio di circa 500 miliardi. Possibile che si stia ipotizzando una socializzazione degli utili e una privatizzazione delle perdite? Molto meglio pensare che ci verrà concessa una proroga a quella scadenza del 31 marzo e che si possano includere nel calcolo di sostenibilità anche i beni patrimoniali». Ciò che non appare ancora chiaro è che cosa accadrà se tutto rimarrà com’è e se le casse non riusciranno ad adeguarsi entro marzo. «Il decreto prevede l’applicazione del sistema di calcolo contributivo per tutti - spiega Camporese - il punto è che l’applicazione del contributivo, da sola, non potrà cambiare la sostenibilità degli enti. E se l’equilibrio non dovesse essere raggiunto nemmeno con il contributivo? E poi, siamo proprio sicuri che un calcolo proiettato in avanti di mezzo secolo sia equo anche per le generazioni future? Se non dovessimo trovare la giusta misura, dovremmo tagliare del 50% le pensioni che già eroghiamo o caricare i giovani di un pesante prelievo previdenziale». Uno scenario pesantissimo che aggraverebbe la condizione di chi già ha praticato uno strappo importante. È il caso della cassa forense che dopo cospicui aumenti dei versamenti e qualche taglio alle pensioni era finalmente arrivata all’equilibrio. Ma che adesso dovrebbe ripartire da zero. «Uno sforzo troppo grande per noi - sottolinea Alberto Bagnoli, presidente della cassa forense - non bisogna dimenticare che il reddito degli avvocati continua a scendere fino a medie toccate 20 anni fa. Un nuovo aumento delle aliquote non sarebbe sostenibile, oltre a essere ingiusto. Invece il passaggio al contributivo non ci spaventa anche perché da tempo adottiamo un retributivo corretto molto simile al contributivo. Il punto è che, con entrambi i sistemi, nessuno può garantire la sostenibilità per un periodo di tempo lungo mezzo secolo. Il tutto per una riforma che non inciderebbe per niente sul bilancio dello Stato». Ameno che a qualcuno non faccia gola il «tesoretto».
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
INPGI – Valutazioni attuariali del prof. Marco Micocci (13 luglio 2011)
Come si evince dalle tabelle 6.1 e 6.2, in base alle basi tecniche adottate nelle valutazioni, il fondo mantiene l’obiettivo di pagare le pensioni per tutto il periodo di simulazione.
Con riferimento agli indicatori cardine della solvibilità prospettica di INPGI vai la pena evidenziare quanto segue:
- il Patrimonio dell’istituto è sostanzialmente sempre crescente (anche se ovviamente in modi diversi) sia nella simulazione a patrimonio di mercato che nella simulazione a patrimonio storico (8); questa dinamica è ovviamente il presidio più rilevante che iscritti possono vantare ed è ottenuto già con le ipotesi “ministeriali” di rendimento.
- l’Indice di Garanzia rimane stabilmente a livelli “solidi” che testimoniano l’incisività della Riforma 2011; il valore minimo (corrispondente al momento demografico “peggiore” della gestione) dell’indice nel caso di simulazione a patrimonio di mercato è pari a 0,88; nel caso di simulazione a patrimonio storico a 0,64. In entrambi i casi al momento del minimo dell’Indice di Garanzia ci si trova comunque in uno scenario di patrimonio crescente.
- l’indice di Garanzia chiude il periodo di simulazione oltre il livello di 2 nello scenario a patrimonio di mercato e oltre 1,7 nel caso di patrimonio storico.
- considerando la sola gestione IVS I’Indice di Garanzia si attesta a valori lievemente migliori di quelli sopra citati.
Per comprendere appieno la portata della Riforma 2011, nel par. 7 sono analizzate le principali differenze tra ìl Bilancio Tecnico ante e post riforma. Le dinamiche degli indicatori descritti, del saldo tecnico (contributi — prestazioni) e del saldo corrente (contributi + rendimenti — spese — prestazioni) mostrano che l’incremento delle aliquote di contribuzione (par. 2.21), la variazione dell’età di vecchiaia delle donne (par. 2.20) e la graduale sostituzione dei “vecchi” iscritti con i “nuovi” giornalisti attivi riporta l’Istituto in una situazione virtuosa nel medio - lungo periodo. In particolare, i giornalisti entrati in INPGI dal 24.7.1998 in avanti sono contraddistinti da un favorevole rapporto tra contributi versati e prestazioni; in termini tecnici l’aliquota di equilibrio del loro trattamento è inferiore all’aliquota di contribuzione che effettivamente versano. Pertanto via via che le nuove generazioni entrano nel fondo apportano nuovi contributi che in parte sanano anche le dinamiche non altrettanto virtuose ereditate dalle generazioni precedenti. Quanto evìdenziato in precedenza con riferimento al patrimonio di mercato è riflesso anche nei risultati dei Bilancio Tecnico Sintetico (Tabella 6.3 e 6.4) che mostrano un rilevante avanzo tecnico derivante proprio dalla dinamica di lungo periodo della gestione.
NOTA/8 In questo caso (patrimonio storico) il solo periodo 2030 — 2034 mostra una lievissima inversione di segno della dinamica con un’erosione dello 0,20% annuo nel quinquennio considerato.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Manovra Monti- Dl 201 del 6/12/2011. Art. 24 (comma 19). Enti previdenziali di diritto privato dei professionisti.
In considerazione dell’esigenza di assicurare l’equilibrio finanziario delle rispettive gestioni in conformità alle disposizioni di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, gli enti e le forme gestorie di cui ai predetti decreti adottano, nell’esercizio della loro autonomia gestionale, entro e non oltre il 31 marzo 2012, misure volte ad assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di cinquanta anni. Le delibere in materia sono sottoposte all’approvazione dei Ministeri vigilanti secondo le disposizioni di cui ai predetti decreti, che si esprime in modo definitivo entro trenta giorni dalla ricezione di tali delibere. Decorso il termine del 31 marzo 2012 senza l’adozione dei previsti provvedimenti, ovvero nel caso di parere negativo dei Ministeri vigilanti, si applicano, con decorrenza dal 1° gennaio 2012:
a) le disposizioni di cui al comma 1 del presente articolo sull’applicazione del pro-rata agli iscritti alle relative gestioni;
b) un contributo di solidarietà, per gli anni 2012 e 2013, a carico dei pensionati nella misura dell’1 per cento.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
IL COORDINAMENTO DEGLI ENTI DI CATEGORIA DEI
GIORNALISTI al premier MARIO MONTI sulla norma
che aumenta da 30 a 50 anni la sostenibilità dei conti rilevati
nei bilanci tecnici: “E’ di impossibile applicazione
la data del 31/3/2012 come frontiera ultima della verifica
dei conti prospettici dell’intero sistema previdenziale privato”.
In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7862
…………………………………..
Professionisti. Casse previdenziali
in allarme. Il governo prepara il SuperInps
Le categorie professionali in coro respingono il piano perché produrrebbe una perdita di autonomia e regole uguali per tutti. La prospettiva, se non dello scioglimento, potrebbe essere quella dell’accorpamento forzoso delle 19 Casse. Le parole d’ordine della riforma previdenziale, ventilata in questi giorni, sono un bombardamento che lambisce e minaccia il baluardo della loro autonomia, sancita dalla legge (i decreti legislativi 509/1994 e 103/1996). «Questa autonomia è anche e soprattutto autosufficienza economica: a differenza dell’Inps, noi non graviamo sullo Stato, da cui non percepiamo un euro», sottolinea Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi (l’ente dei giornalisti) e dell’Adepp (l’Associazione delle Casse privatizzate). “Siamo già in rivolta – dice Camporese - per la tassazione dei proventi finanziari, che anche per noi è stata portata al 20%, dal 12,5%. Speriamo che il ministro voglia incontrarci al più presto”.
di Valentina Conte e Andrea Rustichelli per la Repubblica 5/12/2011
In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7857
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Comunicato INPGI sul decreto legge “Salva-Italia”.
Nessun cambiamento sulla
Vecchiaia e sull’Anzianità.
In pensione alla
maturazione dei requisiti.
Saranno interamente salvaguardate le pensioni fino a due volte il minimo INPS nella misura del 100% (12.152,92 euro).
In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7883
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
NOTA DELLA FONDAZIONE (8 novembre 2011).
INPGI: MINISTERI VIGILANTI APPROVANO RIFORMA
PREVIDENZIALE. SGRAVI CONTRIBUTIVI per incentivare
LE ASSUNZIONI, aumento di 3 punti delle aliquote a carico
degli editori, innalzamento dell’età pensionabile
delle donne a 65 anni. Solidi i conti dell’ente nei prossimi 50 anni
(in coda le valutazioni attuariali del prof. Marco Micocci). Gli sgravi contributivi, immediatamente operativi per i prossimi tre anni solo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, comporteranno una riduzione del costo del lavoro del 60% per effetto della riduzione di 12 punti percentuali dell'aliquota IVS. Con gli effetti della manovra il patrimonio dell'Istituto continuerà – ha dichiarato il presidente Andrea Camporese - ad essere crescente e, nei prossimi 50 anni, non saranno intaccate le riserve accantonate. Con i provvedimenti adottati, invece, l'Inpgi riuscirà a mantenere prestazioni di gran lunga superiori a quelle dell'Inps. Apporto decisivo, con il CdA, di Fieg e Fnsi. Ministero del Lavoro e ministero dell'Economia hanno dato prova di estrema sensibilità nell'esaminare tempestivamente i provvedimenti. (In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=7616)
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°