Milano, 25 gennaio 2012. Pubblichiamo il testo del dl n. 1/2012 sulle liberalizzazioni pubblicato nella Gazzetta ufficiale di ieri sera e il commento del Governo ai 97 articoli del provvedimento. Due gli articoli (9 e 10) dedicati alle professioni ordinistiche.
CAPO III “SERVIZI PROFESSIONALI”
L’articolo 9 ((Disposizioni sulle professioni regolamentate) abroga le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico. Nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale, è previsto che il compenso del professionista sia determinato con riferimento a parametri stabiliti con decreto del ministro vigilante. E’ altresì previsto che con decreto del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze siano anche stabiliti i parametri per oneri e contribuzioni alle casse professionali e agli archivi precedentemente basati sulle tariffe. Tali parametri non possono in ogni caso costituire base per la pattuizione del compenso tra professionista e cliente, pena la nullità della relativa clausola ai sensi dell’art. 36 del Codice del consumo.
Il compenso per le prestazioni professionali è pattuito per iscritto al momento del conferimento dell’incarico professionale. Il professionista deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico e deve altresì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale. In ogni caso la misura del compenso, previamente resa nota al cliente con preventivo scritto se questi lo richiede, deve essere adeguata all’importanza dell’opera e va pattuita in modo onnicomprensivo. L’inottemperanza costituisce illecito disciplinare del professionista.
L’articolo interviene poi sul tirocinio, stabilendo che la durata del tirocinio previsto per l’accesso alle professioni regolamentate non potrà essere superiore a diciotto mesi e per i primi sei mesi, e potrà essere svolto, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i consigli nazionali degli ordini e il ministro dell’istruzione, università e ricerca, in concomitanza col corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica. Analoghe convenzioni possono essere stipulate tra i Consigli nazionali degli ordini e il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, per lo svolgimento del tirocinio presso pubbliche amministrazioni, all’esito del corso di laurea.
Le disposizioni sul tirocinio non si applicano alle professioni sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente.
Articolo 10 (Estensione ai liberi professionisti della possibilità partecipare al patrimonio dei confidi). Come è noto, il comma 7 dell’articolo 39 del decreto-legge n.201/2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214/2011, ha previsto che al capitale sociale dei confidi e delle banche che in base al loro statuto esercitano prevalentemente l’attività di garanzia collettiva dei fidi a favore dei soci possano partecipare, anche in deroga alle disposizioni di legge che prevedono divieti o limiti di partecipazione, imprese non finanziarie di grandi dimensioni ed enti pubblici e privati purché le medie e piccole imprese socie continuino a disporre della maggioranza assoluta dei voti esercitabili in assemblea e la nomina dei membri degli organi di gestione e di supervisione strategica sia riservata all’assemblea. La disposizione richiamata, che è finalizzata ad aumentare il grado di patrimonializzazione dei soggetti che svolgono l’attività di garanzia collettiva dei fidi nei confronti delle piccole e medie imprese socie, è ora integrata con la previsione della possibilità anche per i liberi professionisti di poter partecipare al capitale sociale, con i medesimi limiti societari previsti per i predetti enti ed imprese.
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Il testo del dl è in
http://media2.corriere.it/corriere/pdf/2012/DL_LIBERALIZZAZIONI-testo-24-pulito.pdf
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Il commento del Governo
DISEGNO DI LEGGE PER LA CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE n. 1 del 24 GENNAIO 2012, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI PER LA CONCORRENZA, LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE E LA COMPETITIVITA’ (Gazzetta Ufficiale n. 19/24 gennaio 2012 – Supplemento ordinario 18/L). Il testo è in
http://media2.corriere.it/corriere/pdf/2012/RELAZIONE-ILLUSTRATIVA-testo-24-gennaio.pdf
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LIBERALIZZAZIONI: SCATTA il DECRETO, PA PAGA 5,7 MLD DEBITI. TESTO FINALE DI 97 ARTICOLI PUBBLICATO SULLA G.U. - L’ITER parte dal SENATO
di Corrado Chiominto-ANSA
Roma, 25 gennaio 2012. Scatta il decreto per le liberalizzazioni. Il testo firmato dal presidente della Repubblica arriva in Gazzetta ufficiale e contiene anche qualche novità. La buona notizia è per le imprese fornitrici della Pubblica amministrazione: il decreto stanzia infatti 5,7 miliardi per il pagamento di enti e ministeri. Le risorse vengono trovate in parte riallocando fondi, in parte consentendo l'emissione, fino a 2 miliardi, di titoli di Stato. È questa la principale novità nel testo finale del decreto per le liberalizzazioni, che contiene anche alcune nuove norme sulla filiera agroalimentare e (ma sono di dettaglio) sulle rendite finanziarie. L'iter del provvedimento partirà dal Senato e per questo il testo circola già per le vie brevi tra alcuni senatori. I 97 articoli confermano in gran parte le indiscrezioni circolate il giorno del varo da parte del Consiglio dei ministri, dalle norme sui taxi a quelle sulle farmacie (con mini ritocchi), da quelle sui notai alla possibilità di creare Srl da parte di giovani con un solo euro, dal gas alla Rc Auto. La vera novità è rappresentata dalle misure per accelerare il pagamento dei crediti commerciali vantati da parte delle imprese nei confronti della amministrazioni statali. L'articolo utilizza tre diverse forme di finanziamento per complessivi 5,7 miliardi. 2,7 miliardi saranno messi a disposizione riutilizzando i fondi speciali derivanti dai residui passivi; 1 miliardo, recuperato riallocando alcune poste contabili, servirà ad estinguere i crediti relativi ai consumi intermedi; 2 miliardi saranno pagati tramite titoli di Stato e l'assegnazione di tali obbligazioni statali non sarà computata nei limiti delle emissioni nette dei titoli di Stato indicata nella legge di bilancio. Tra le novità introdotte ci sono due articoli relativi alla filiera agroalimentare, le norme consentono l'attivazione di un volume di investimenti nel settore Food e No-Food quantificabili - spiega la relazione tecnica - in 250-300 milioni di euro, l'intervento - viene spiegato - assume carattere di urgenza in considerazione della fase di crisi economica e dell'esigenza di rilancio degli investimenti che, in particolare, il comparto attende da oltre tre anni. Ma questa norma viene accompagnata anche da una disciplina sulle «relazioni commerciali in materia di cessioni di prodotti agricoli e agroalimentari» che servono a limitare pratiche commerciali sleali che, vista la crisi, rischierebbero di ampliarsi nei prossimi mesi. Tra le altre novità un articolo prevede l'applicazione della deducibilità degli interessi passivi per le società, a prevalente capitale pubblico, che forniscono acqua, energia, teleriscaldamento e servizi di smaltimento e depurazione. Alcune modifiche di dettaglio vengono introdotte anche per la tassazione delle rendite finanziarie con l'aliquota unica prevedendo la soppressione dell'esclusione della tassa del 20% sui redditi di capitale e sui redditi differenti di natura finanziaria (la norma ha valore interpretativo) ma anche l'applicazione dell'aliquota del 12,5% sui pronti contro termine su titoli pubblici emessi da Stati esteri e dell'11% sui fondi pensione Ue (per rispondere ad una procedura di infrazione comunitaria). Nel testo vengono fissate con dettaglio anche le norme sull'autotrasporto e rispetto all'ultimo testo vengono introdotte alcune novità che sembrano confermare la volontà di sterilizzare l'effetto degli aumenti dei carburanti per il settore. La modifica - spiega la relazione tecnica - si è resa opportuna per equiparare la normativa italiana a quella degli altri Paesi europei ma anche per limitare l'esposizione finanziaria che gli aumenti delle accise comportano in attesa del rimborso, che è oggi annuale e diventerà trimestrale. Nella relazione tecnica infatti il governo riconosce che «i recenti aumenti delle accise sul gasolio per autotrazione stanno mettendo a dura prova la tenuta del comparto, che ha già dovuto sopportare ulteriori rincari di altre voci di spesa come assicurazioni e manutenzione dei veicoli, in un contesto economico che è tuttora al di sotto dei livelli antecedenti alla crisi». (ANSA)