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L'INPGI sotto la lente
del ministro Fornero:
Fiorella Kostoris
nomina di spessore.
Battaglia per i posti:
si decide il 4 aprile.

La super economista rappresenta un segnale chiaro dell’attenzione che il ministro del Lavoro intende riservare all’Inpgi. - di www.iustitia.it

Le complesse regole per l'elezione dei 10 consiglieri di amministrazione dell’Inpgi. - di Pierluigi Roesler Franz - Sindaco Inpgi

Napoli, 26 marzo 2012. Il 4 APRILE il nuovo consiglio generale sceglierà al suo interno dieci giornalisti, di cui almeno un pensionato, che andranno a far parte del consiglio d’amministrazione dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. Il cda dell’istituto è formato da altri sei componenti: per il comitato amministratore della gestione separata, che si è riunito a Roma il 22 marzo, è stato eletto Massimo Marciano; per la Fnsi viene confermato il segretario Franco


Siddi; per gli editori lasciano l’incarico Roberto Cilenti e Alberto Donati, che dell’Inpgi era vice presidente, sostituiti da Fabrizio Carotti e Edoardo Zecca; per la presidenza del consiglio esce l’avvocato Salvatore Lo Giudice, direttore degli Affari legali della Rai, e gli subentra Andrea Mancinelli; per il ministero del Lavoro la poltrona occupata dall’ex sindaco di Taranto Giovanni Battafarano viene assegnata a Fiorella Kostoris Padoa Schioppa. Ed è questa la nomina di maggiore spessore perché la super economista rappresenta un segnale chiaro dell’attenzione che il ministro del Lavoro Elsa Fornero intende riservare all’Inpgi.


Sul versante dei giornalisti il veneto Andrea Camporese, pupillo ed erede di Gabriele Cescutti, si avvia verso una tranquilla conferma alla presidenza. Battaglia aperta invece per la vice presidenza cui aspirano davvero in tanti. Facciamo qualche nome: l’ex segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi; la pensionata milanese Marina Cosi, presidente in scadenza del Fondo di previdenza integrativa della Fnsi; la leader dell’opposizione Silvana Mazzocchi; l'abruzzese Domenico Marcozzi, forte del primato di preferenze conquistato tra i giornalisti pensionati.


Tra i trombati illustri ci sono il presidente dell’Assostampa lombarda Giovanni Negri, battuto per dieci voti da Maurizio Andriolo, vice presidente uscente dell’Inpgi, incarico per il quale non è più ricandidabile; il segretario di Assostampa Palermo Roberto Ginex, nettamente staccato da Maria Pia


Maria Pia Farinella e Paolo Serventi Longhi


 Farinella e Giuseppe Gulletta. Nelle battaglie per i vertici dell’istituto sono assenti i napoletani, e non è una novità, l’ultimo incarico di rilievo vero risale a quaranta anni fa con Adriano Falvo presidente della Fnsi dal 1970 al 1974. Nel consiglio generale oggi ci sono due presenze napoletane, Enzo Colimoro e Rossana Russo, ma soltanto perché lo statuto dell’Inpgi riserva due posti alla Campania. Stando alle voci sulle trattative in corso Colimoro si starebbe impegnando a fondo per acchiappare un posto nel consiglio d’amministrazione. L’incarico sarebbe incompatibile con la presidenza di un sindacato regionale, ma forse il disoccupato di lungo corso Colimoro potrebbe decidere di chiudere la non esaltante esperienza sindacale per andare a occupare una poltroncina nel consiglio d'amministrazione dell’istituto di previdenza, incarico remunerato con 24mila euro l’anno, cui vanno aggiunti i rimborsi spese.


Chi invece ha mancato di trecento voti l’elezione al collegio sindacale, e si ritrova primo dei supplenti (e quindi fuori), è Lino Zaccaria, ‘danneggiato’ dalla concorrenza di Maurizio Cerino, che ha consentito a Enrico Ferri, ex presidente di Stampa Veneta, di conquistare il terzo posto tra i sindaci.


In  http://www.iustitia.it/26_marzo_12/documenti/apertura.htm


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Le complesse regole per l'elezione dei 10 consiglieri di amministrazione dell’Inpgi.


 



di Pierluigi Roesler Franz - Sindaco INPGI


Oggi i consiglieri che in Consiglio Generale hanno diritto di voto per l'elezione dei 10 consiglieri di amministrazione sono 63: 50 attivi + 10 pensionati + il Segretario FNSI Franco Siddi + 2 Editori (Fabrizio Carotti ed Edoardo Zecca). Gli altri 6 componenti del Consiglio Generale, cioé Massimo Marciano e Stefania Di Mitrio (Gestione Separata), Fiorella Kostoris Padoa Schioppa (Ministero del Lavoro) e Andrea Mancinelli (Presidenza del Consiglio dei Ministri), nonché Gianfranco Summo (CASAGIT) ed Enzo Iacopino (Ordine Nazionale dei Giornalisti) non possono votare.


Dei 63 consiglieri aventi diritto al voto nel 2008 votarono in 59: si astennero i 2 editori, il sottoscritto non votò per essersi dimesso optando per fare il sindaco e Mendia di Napoli fu assente per malattia.


Il quoziente fu quindi 5,9 = 59 votanti diviso 10 posti da consigliere.


Se il 4 aprile prossimo votassero in 61, cioé 63 meno i 2 editori (sempreché si astengano anche stavolta), il quoziente sarebbe 6,1.


Ogni lista deve essere sottoscritta da almeno 7 consiglieri con diritto di voto e che non siano candidati.


I voti di preferenza possono essere espressi soltanto nell’ambito di una sola lista, pena la nullità della scheda.


All’interno di ogni lista è possibile esprimere un massimo di sette preferenze.


Il voto di preferenza costituisce voto di lista.


Pertanto se si formassero tre liste e la lista di maggioranza prendesse 45 voti, 45 diviso 6,1 fa 7,37. Sette consiglieri pieni e resto di 0,37.


Se la seconda prendesse 10 voti, 10 diviso 6,1 fa 1,639. cioè un consigliere pieno e resto di 0,639.


Se la terza lista prendesse 6 voti, 6 diviso 6,1 fa 0,98, cioé nessun consigliere pieno e resto di 0,98 di resto.


Pertanto la lista di maggioranza prenderebbe 7 seggi, la seconda lista 2 seggi di cui 1 con i resti e la terza lista 1 seggio con i resti.


Ricordo che a parità di resti il seggio è attribuito alla lista che non ha ottenuto alcun quoziente pieno. A parità di resti tra liste che abbiano quozienti pieni, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto più voti. Nel caso di quozienti pieni e di voti pari è applicato il criterio di cui al comma 12 dell’art. 9. Per ciascuna lista vengono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di preferenze. In caso di parità si applica il criterio di cui al comma 12 dell’art. 9 dello Statuto INPGi, cioé vale la maggiore anzianità contributiva presso l'Istituto (ed é quello che accadde nel 2008 quando solo per questa ragione fu proclamato eletto Ino Iselli su Lino Zaccaria).


Rammento infine - anche se per questa occasione appare del tutto pleonastico, essendovi già molti aspiranti candidati che sono pensionati - che tra i 10 consiglieri di amministrazione deve esservi almeno 1 pensionato. Altrimenti la votazione sarebbe nulla.


 


 





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