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Stampa

Editoria: dal Governo
un decreto legge e
una legge delega per
ridisegnare il settore

Le principali modifiche sono dirette a ”commisurare l’entità del contributo al parametro del numero di copie vendute”, con esclusione delle vendite in blocco e dello strillonaggio, sostituendo l’attuale criterio delle copie distribuite.

Roma, 8 mag - Un decreto legge ed una legge delega per ridisegnare le forme di sostegno all’editoria. E’ quanto si propone il governo con un provvedimento all’esame degli uffici e che sarà affrontato a breve, a quanto apprende l’Asca, in un imminente Consiglio dei ministri. Lo scopo dell’iniziativa, promossa dal Sottosegretario all’editoria, Paolo Peluffo, e’ di rendere concreta, nell’ambito della manovra complessiva di risanamento dei conti pubblici, la previsione del decreto legge dello scorso dicembre di cessazione del sistema di contributi in favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici entro il 31 dicembre 2014. A questo scopo il provvedimento delega affida ad appositi decreti legislativi il riordino della normativa vigente, prevedendo ”forme omogenee di contributo correlate al rimborso di costi effettivamente sostenuti, nonche’ specifiche forme di sostegno per la lettura, l’innovazione, la nascita di nuove imprese, la multimedialita”’. ”Per assicurare l’attuazione dei principi costituzionali in tema di liberta’ e di pluralismo nella manifestazione del pensiero”, il ddl affida al governo il compito di ”definire le categorie di soggetti destinatarie dei contributi, con particolare riguardo ai quotidiani e periodici di consolidata tradizione e valore politico-culturale, alle testate espressione di comunita’ locali”. Per le nuove imprese editoriali sono previsti ”incentivi allo start up”, incentivi anche per l’innovazione tecnologica e la multimedialita’. Il decreto legge vorrebbe, invece, disciplinare in via transitoria i contributi relativi alle imprese editrici di quotidiani e periodici sino a tutto il 2013, per ottenere ”effetti di risparmio prima del 2014”. Le principali modifiche sono dirette a ”commisurare l’entità del contributo al parametro del numero di copie vendute”, con esclusione delle vendite in blocco e dello strillonaggio, sostituendo l’attuale criterio delle copie distribuite: almeno il 25% delle copie distribuite per i quotidiani nazionali, il 35% per quelli locali. Si prevede poi, per la prima volta, al fine di incentivare l’occupazione giornalistica e poligrafica presso le case editrici, un minimo di cinque dipendenti, per i quotidiani, con prevalenza di giornalisti. Le agenzie di informazione radiofonica possono accedere ad un contributo pari al 30% dei costi sostenuti per il personale per la diffusione, risultanti dal bilancio certificato da una societa’ di revisione, per un massimo di ottocentomila euro. Una norma specifica riguarda le testate online, con rimborso sino al 70% dei costi. Vengono poi dettati criteri per l’ottimizzazione della spesa relativa all’acquisto di inserzioni radiofoniche, televisive e sulla stampa da parte delle pubbliche amministrazioni. Per favorire la modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica, dal 1 gennaio 2013, diventa obbligatoria la tracciabilita’ delle vendite e delle rese di quotidiani e periodici. Per sostenere l’adeguamento tecnologico degli operatori e’ attribuito un credito di imposta per il 2012 non superiore ai 10 milioni di euro. Il testo del decreto legge interviene anche su un settore estraneo alla materia del sostegno alle imprese editrici di quotidiani e periodici, quello delle convenzioni con le agenzie di stampa, dettando alcuni criteri: l’importo delle convenzioni non puo’ eccedere il 60% del fatturato complessivo dell’agenzia e, in ogni caso, nessuna agenzia di stampa puo’ essere destinataria di contratti per un importo annuale superiore al 35% dell’apposito stanziamento di bilancio della Presidenza del Consiglio. (ASCA)


EDITORIA: PRONTA la RIFORMA del  GOVERNO. Si va verso decreto legge


Roma, 8 maggio 2012. Il governo Monti accelera sulla riforma dell'editoria. A quanto si apprende, sarebbe pronta la riforma dei contributi pubblici che porterà ad una riduzione generalizzata dei finanziamenti. Oggi si è svolto a palazzo Chigi un pre Consiglio dei ministri durante il quale è stato analizzato il testo di riforma. Raccontano che il provvedimento approderà al prossimo Consiglio dei ministri e, secondo le ultime indiscrezioni, è più probabile che assumerà la forma di un decreto legge che non quella di un disegno di legge delega. (Adnkronos)


EDITORIA. MONTI RIFFESER LANCIA ALLARME. SERVE SVOLTA. DEFISCALIZZARE degli INVESTIMENTI PUBBLICITARI ed EDICOLE APERTE di DOMENICA


Bologna, 8 maggio 2012. Una svolta e un'accelerazione nelle politiche governative in ambito editoriale per evitare che la crisi si avviti ulteriormente. È quello che chiede Andrea Riffeser Monti, amministratore delegato della Poligrafici Editoriale che edita Qn-Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno. Oltre a lanciare l'allarme, l'editore bolognese indica - in una nota che accompagna un report, positivo, di Banca Imi sul suo gruppo - tre provvedimenti concreti: defiscalizzazione degli investimenti pubblicitari, apertura dei punti vendita nelle giornate festive e prefestive, regolamentazione della fruizione dei quotidiani nei bar. In primo luogo, argomenta Riffeser Monti, «facciamo un appello al governo e alle forze politiche per rilanciare l'economia anche attraverso la defiscalizzazione e la detassazione per chi investe in pubblicità». In seconda battuta, aggiunge toccando il tasto dei punti vendita e delle liberalizzazioni disposte dal governo Monti, «il sabato e soprattutto la domenica tutti i punti vendita devono rimanere aperti. Gli edicolanti - puntualizza - devono fare uno sforzo: si va verso la liberalizzazione dei negozi e dei supermercati, la gente è ormai abituata agli acquisti sabato e domenica, quando si ha più tempo per comperare e per leggere. Le aperture domenicali di tutte le edicole sono indispensabili - chiosa -: potrebbe venir sperimentata in un periodo di prova di sei mesi o di un anno». Terzo punto, infine, la regolamentazione della fruizione dei quotidiani nei bar. Alla quale - conclude la nota - aggiungere l'aumento del prezzo dei quotidiani.(ANSA).


 


 


 


 


 


 


 





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