Roma, 1 giugno 2012. 12 milioni e 700 mila euro di attivo nell’esercizio 2011: è il dato che emerge dal Bilancio consuntivo dell’Inpgi ratificato all’unanimità dal Consiglio Generale e approvato nelle scorse settimane, sempre unanimemente, dal Cda.
In particolare va segnalato, il risultato del rendimento immobiliare che registra un saldo positivo del 4,85% rispetto al 4,69% del 2010. Il rendimento complessivo netto della gestione mobiliare è stato del 3,14%, nonostante la tempesta che ha investito i mercati finanziari di tutto il mondo. Nella Gestione separata il rendimento netto dell’intero patrimonio ha raggiunto il considerevole risultato del 6,29%.
La crisi del sistema dell’informazione, ed in particolare delle aziende editoriali piccole e grandi, ha avuto un effetto negativo sull’occupazione e di conseguenza sul monte contributivo. Rispetto all’anno precedente l’Inpgi ha infatti registrato una riduzione di 139 rapporti rispetto all’anno precedente, tuttavia tale diminuzione è stata inferiore a quella registrata nel 2010.
L’inpgi ha inoltre assolto, in modo più consistente che in passato, al compito istituzionale di sostenere gli ammortizzatori sociali resi necessari dalle situazioni di difficoltà delle imprese. Un significativo aumento si è registrato soprattutto nell’utilizzo dello strumento dei contratti di solidarietà.
L’Istituto ha realizzato nel 2011 una riforma importante, varata all’unanimità nel segno della responsabilità collettivamente assunta, che ha investito l’età pensionabile delle iscritte. Una riforma che consente di difendere la sostenibilità dei conti dell’Inpgi, anche grazie all’aumento di tre punti in cinque anni delle aliquote contributive a carico dei datori di lavoro.
“I dati del bilancio – commenta il Presidente Andrea Camporese – testimoniano la tenuta e la buona gestione finanziaria dell’Istituto, anche se risentono oggettivamente delle conseguenze della crisi sul mercato occupazionale dei giornalisti italiani. Non è un momento facile, ma c’è l’impegno di tutti, dell’Istituto, della Federazione della stampa e dell’intera categoria a continuare a garantire un sistema previdenziale dei giornalisti adeguato alla complessità della professione ed al ruolo sociale ed autonomo della professione. I giornalisti italiani possono avere fiducia nel proprio futuro pensionistico. La sfida centrale è quella della crescita del mercato del lavoro. Per questo abbiamo varato forti sgravi contributivi della durata di tre anni per le aziende che assumono a tempo indeterminato. Il sistema di protezione sociale dei giornalisti italiani è ampio, articolato, pensato e validato dalle leggi per far fronte ai cicli economici negativi. Serve responsabilità e rigore: gli organi statutari da poche settimane eletti lo stanno dimostrando”. (www.inpgi.it)
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Previdenza. La relazione della bicamerale
Casse private con meno iscritti
Vitaliano D'Angerio-Il Sole 24 Ore del 31/5/2012
Meno iscritti, più pensionati. E i segni della crisi economica che impattano in modo vigoroso sul mondo dei professionisti. È quanto emerge dalla relazione della commissione bicamerale di vigilanza degli enti pensione sui bilanci consuntivi 2007-2008 e su quelli di previsione 2008-2009. Oltre che dall'analisi dei bilanci tecnici.
Per quanto riguarda le casse privatizzate, si legge nelle conclusioni del documento, «va notato il seguente trend: si riduce il rapporto tra iscritti e pensioni, di parecchio in talune realtà. Questo dato di fatto si unisce ad un processo di indebolimento della capacità economica e contributiva del professionista iscritto, per effetto delle difficoltà della crisi e dei fenomeni di precarietà sempre più presenti anche in queste categorie». Un campanello d'allarme dunque già presente nei documenti contabili di quattro anni fa.
«Abbiamo recuperato un forte arretrato di bilanci – spiega Giorgio Jannone (Pdl), presidente della bicamerale di vigilanza –. Sono numeri datati ma avevano già in sé i trend che si stanno sviluppando in questi anni. In particolare, è da evidenziare per alcune casse l'inversione di tendenza negativa del numero di iscritti». A tal proposito, sono due gli enti segnalati nel documento: cassa ragionieri ed Enasarco (agenti di commercio e promotori finanziari). I ragionieri nel 2007 avevano 29.297 iscritti contro i 28.659 del 2008 (-2,17%). Enasarco invece passa dai 271.093 (2007) ai 264.576 del 2008 (-2,4%). «Per Enasarco – si legge nella relazione – in particolare si conferma un trend decrescente dovuto principalmente alla particolare gestione degli iscritti silenti (definiti come coloro che non contribuiscono da più di tre anni)».
Nel documento vengono analizzati pure i bilanci tecnici 2006 dove «emerge in particolare che quattro delle cinque gestioni Enpam non rispettano il requisito di stabilità trentennale ed esauriscono le proprie riserve patrimoniali entro il 2030. Si evidenzia inoltre che Cassa forense, geometri, Enpacl, Enpav e la quota B del fondo di previdenza generale dell'Enpam, esauriscono il patrimonio prima del 2056». Nella relazione però viene subito rilevato che, in questi anni, le casse in questione hanno varato robuste riforme previdenziali per far fronte a tali problematiche contabili-previdenziali. Viene dunque dato atto che dal 2006 ad oggi molto è stato fatto dal mondo degli enti pensione. Che ora devono confrontarsi con la richiesta di sostenibilità a 50 anni chiesta dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
«Più in generale – spiega Jannone – in questi anni abbiamo incontrato spesso i rappresentanti delle casse per fare un punto sugli investimenti mobiliari e immobiliari. Ebbene, a proposito del settore del mattone, abbiamo riscontrato dei patrimoni disomogenei. Spesso sono stati effettuati degli investimenti real estate con dei criteri non condivisibili». Infine la lotta agli sprechi. «Abbiamo sottolineato in più occasioni che gli enti pensione devono ridurre le spese di gestione – rileva Jannone –. Nell'ambito dei documenti contabili, devono spacchettare la voce compensi, facendo emergere rimborsi spese e benefit che spesso non appaiono con la necessaria chiarezza».
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