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IL GIORNO/Il RESTO DEL CARLINO/LA NAZIONE
del 22 marzo 2007-pagina 3.

Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti
della Lombardia FRANCO ABRUZZO:
“Va tutelata la dignità di tutti,
modelle o politici che siano”


di ROSSELLA MINOTTI


MILANO


«Io non sono uno che cambia tesi per opportunismo. Il mio amico Del Boca dice cose assurde. Volete scrivere tutto? Accomodatevi. Troverete un giudice che vi massacra». Franco Abruzzo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia già partito con la campagna elettorale per le elezioni di rinnovo che ci saranno a maggio, prende le distanze dal presidente dell’Ordine nazionale Lorenzo Del Boca, che ha definito «frettolosa» la censura nei confronti del «Giornale» e di Belpietro.


È così?


«Io come presidente dell’Ordine — dice Abruzzo — ho l’obbligo di segnalare eventuali reati deontologici. Ho fatto un modestissimo avviso disciplinare a Belpietro, sto conducendo un’istruttoria, entro trenta giorni il direttore del Giornale deve mandarmi la sua difesa, poi porto le carte al Consiglio dell’Ordine che decide se archiviare o aprire il procedimento».


Ma dove comincia, e soprattutto dove finisce la libertà di stampa?


«Per me con la Costituzione, che garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. E la pari dignità sociale precede l’uguaglianza. Sono io allora che pongo un problema alla categoria. La dignità della persona vale sempre o no? È vero che un uomo pubblico ha meno tutela rispetto a quello della strada, ma è anche vero che è tenuto a rispondere della sfera pubblica, non di quella privata. Quindi facciamo vincere la Costituzione repubblicana, che è grandiosa, ma per tutti, le modelle e i politici. O il politico dobbiamo sputtanarlo a tutti i costi?».


Quindi ha fatto bene il direttore di Oggi Belleri a non pubblicare le foto di Sircana.


«I direttori purtroppo hanno un potere monarchico, assoluto, di decidere sulla linea del giornale, però hanno anche un interlocutore che può mettere il becco sulla completezza dell’informazione, l’organismo sindacale, il comitato di redazione, che ha fatto bene a sollevare il problema. Comunque ora, con la pubblicazione della foto del portavoce di Prodi, è crollata tutta la battaglia. Quella foto, se davvero è l’unica, non dice nulla. Cosa dimostra? Ogni sera io, ad esempio, esco dall’ufficio e mi trovo accanto alle cosiddette belle di notte, ce n’è sempre una appostata lì accanto al portone di via Antonio da Recanate 1».


Allora Belleri poteva pubblicarle. Sempre che, come dicono molti, dietro non ci siano anche i vertici dell’azienda editoriale.


«Io ragiono sulle carte, prove di altro non ci sono. Ma pubblicare quella foto anticipava un giudizio pesante su quella persona. Allora, dico provocatoriamente, io vorrei che si pubblicassero gli altri otto scatti della Barbara Berlusconi, non quelli che sono usciti sui giornali. Ma scherziamo? Sono foto lesive della dignità di Barbara, e io la difendo. Lei può baciare chi vuole. Così come non si può scrivere che A,Y. si concedeva per cinquemila euro o che la G. è una che la dà a tutti. Ma dov’è finita la dignità della persona? Se molliamo su queste cose il giornalismo cosa diventa? Solo quello del gossip».


………………………………


CASSAZIONE CIVILE: “E’ FATTO DIVIETO AL GIORNALISTA DI FORNIRE NOTIZIE O PUBBLICARE IMMAGINI O FOTOGRAFIE DI SOGGETTI COINVOLTI IN FATTI DI CRONACA LESIVE DELLA DIGNITÀ DELLE PERSONE, SALVO CHE SI TRATTI DI INFORMAZIONI ESSENZIALI”


In tema di responsabilità disciplinare dei giornalisti, la norma deontologica di cui all'art. 8 del Codice di deontologia di cui all'art. 139 del d.lgs. n. 196 del 2003 è chiaramente espressa con una formulazione che, letta secondo la logica propria della norma impositiva di un comando o di un divieto o permissiva di un comportamento, va intesa nel senso che "è fatto divieto al giornalista di fornire notizie o pubblicare immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignità delle persone, salvo che si tratti di informazioni essenziali". Essa, dunque, pone in primo luogo un divieto quando le notizie, le immagini o le fotografie dei soggetti coinvolti in un fatto di cronaca siano lesive della loro dignità e solo in via di deroga ne consente il superamento.  (Cass. civ. Sez. III, 31-03-2006, n. 7607 -A.M. c. Cons. Naz. Ord. Giornalisti; FONTI Mass. Giur. It., 2006; CED Cassazione, 2006).


……………


L'azione di responsabilità


L'azione di responsabilità per danni causati dalla violazione dei doveri di riservatezza e del diritto alla privacy, essendo una azione extra - contrattuale deve proporsi nei confronti di colui che si assume essere l'autore materiale dell'illecito. (Trib. Monza Sez. I, 12-12-2005; M.K. c. C.D.; FONTI Massima redazionale, 2005).


………….


FRANCO ABRUZZO: “NON ESISTE LA LIBERTA' DI SCRIVERE TUTTO”.


Milano, 17 marzo 2007.  "Non esiste la libertà di scrivere tutto quello che figura nelle carte processuali". A sostenerlo è Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia che interviene così sulle polemiche relative al cosiddetto caso 'vallettopoli'. "La tutela della dignità della persona prevale sul diritto di cronaca e di critica - sostiene Abruzzo- e la dignità della persona è il cuore della nostra Costituzione. Alcuni giornalisti devono capire che la normativa sulla privacy realizza l'articolo 2 della Costituzione e che le nostre leggi accordano una protezione totale ai soggetti deboli". "L'articolo 21 - osserva Abruzzo- va letto tutto, anche il sesto comma, che pone il limite del buon costume all'esercizio del diritto di informazione. Il buon costume, ha spiegato la Corte costituzionale con la sentenza 293/2000, è nient'altro che il rispetto della dignità della persona. Su questa linea è attestato da sempre il Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. In queste ore - sottolinea Abruzzo- diversi parlamentari di destra, per di più giornalisti, hanno attaccato l'Ordine. Farebbero bene, invece – conclude - a frequentare un corso di diritto costituzionale o di diritto dell'informazione". (Red-Ros/Zn/Adnkronos) 17-MAR-07 09:41





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