Roma, 26 marzo 2008. Il Comitato Esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, nella seduta dell’11 marzo 2008, ha prorogato al 30 settembre 2008 la scadenza per la partecipazione alla prima edizione del Premio Giornalistico Internazionale Corso Bovio promosso ed organizzato dall’Ordine nazionale dei giornalisti per valorizzare le tesi di laurea dedicate al giornalismo ed alle istituzioni della professione. L’Esecutivo ha inoltre affidato la responsabilità del progetto al Vice Presidente Enrico Paissan. Il premio, intitolato alla figura dell'avvocato e giornalista Corso Bovio, è riservato agli studenti delle Università pubbliche e private italiane e straniere. Il bando e la domanda di partecipazione al concorso sono disponibili sull’home page del sito www.odg.it
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Ordine nazionale: presentato
a Roma il premio giornalistico
internazionale “Corso Bovio”
Milano, 18 gennaio 2008. Nel ricordo di Corso Bovio, Maestro e Amico per tanti anni, gli Avv.ti Stefania Farnetani e Caterina Malavenda promuovono una sottoscrizione fra gli Amici ed i Colleghi che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene finalizzata al restauro della cornice di una delle più belle opere conservate presso la Pinacoteca di Brera, che ben volentieri ha aderito all’iniziativa. Si tratta dello “Sposalizio della vergine” di Raffaello e la somma che occorre è di circa 30.000,00 euro. L’Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi ha messo a disposizione, per la raccolta dei fondi un conto corrente intestato all’Associazione il cui codice IBAN è il seguente: IT60 N 0320401600 000000004559 , causale “Raffaello”.
Chiunque voglia contribuire potrà farlo, inviando la somma che riterrà adeguata su tale conto, indicando la suddetta causale e sapendo che, a restauro ultimato, l’opera verrà presentata in pubblico e sulla cornice verrà apposta una targhetta che ricorderà Corso che amava le cose belle.
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Ordine nazionale: presentato
a Roma il premio giornalistico
internazionale “Corso Bovio”
Roma, 4 dicembre 2007. Intitolato alla figura dell'avvocato e giornalista Corso Bovio l'omonimo Premio Giornalistico Internazionale istituito dall'Ordine nazionale dei Giornalisti è riservato agli studenti delle Università pubbliche e private italiane e straniere. Il concorso è nato dalla volontà dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti di valorizzare il rapporto intercorrente tra Università e mondo dell’informazione, raccogliendo in un’apposita biblioteca le tesi elaborate e aventi come oggetto i vari aspetti attinenti alla professione giornalistica. Da qui la decisione di premiare sei tesi, al termine di un percorso di divulgazione e coinvolgimento delle Università durante il quale verranno raccolti e selezionati i lavori ritenuti più significativi. Il concorso prevede anche una sezione internazionale con l’istituzione di un premio speciale intitolato alla giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa a causa delle sue coraggiose inchieste giornalistiche.
Al Premio Giornalistico Internazionale Corso Bovio potranno partecipare tutti gli studenti delle Università pubbliche e private italiane e straniere che hanno presentato e discusso tesi relative al giornalismo ed alle Istituzioni della professione al compimento di corsi universitari, master post-lauream biennali, dottorati di ricerca. Il periodo è compreso tra gennaio 2000 ed il termine di scadenza della presentazione previsto dal bando di concorso che sarà pubblicato sul sito dell’Ordine e diffuso in tutte le Università italiane.
La premiazione dei vincitori avverrà nel corso di una serata evento finale che si terrà nell’estate 2008 sul Lago di Garda, che per il tramite della Comunità del Garda, ha offerto la propria accoglienza per ospitare l’atto conclusivo del concorso nella magnifica cornice del Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera.
Alla conferenza, nel corso della quale sono stati presentati alle autorità e alla stampa il Comitato D’Onore e Scientifico, sono intervenuti Lorenzo del Boca (presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti), Aventino Frau (presidente della Comunità del Garda) e Maurizio Pizzuto (consigliere nazionale dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti responsabile per il Premio). Presente, nella storica ed elegante sala del Mappamondo, anche la moglie di Corso Bovio, avvocato Rita Percile.
Il Presidente Del Boca nel suo intervento ha sottolineato tre aspetti. Il Premio come occasione utile e significativa per avvicinare e far parlare due mondi attigui, giornalismo e scuola, ma tra i quali si è sempre creata una sorta di diffidenza.
Il secondo obiettivo: conservare nel tempo le tesi di laurea, spesso frutto di lunghi lavori di ricerca e di approfondimento, quindi un patrimonio culturale che deve essere messo a disposizione di tutti.
Infine, perché Corso Bovio: per ricordare il prestigioso avvocato, l'illustre collega, il caro amico, che ha tanto dato all'Ordine, ai professionisti e agli aspiranti giornalisti.
All’iniziativa hanno già espresso il proprio patrocinio: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero per gli Affari Esteri, il Ministero per le Comunicazioni, il Ministero per le Politiche Giovanili ed Attività Sportive, il Ministero della Università e Ricerca Scientifica.
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Consiglio nazionale:
promosso il Premio
Internazionale Tesi
sul giornalismo
“Corso Bovio”: il bando
pronto a fine ottobre.
In coda - Un articolo
di Luca Boneschi
su Corso Bovio
Roma, 4 ottobre 2007. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha ideato e promosso la prima edizione del Premio Internazionale Tesi sul giornalismo Corso Bovio per valorizzare le tesi di laurea dedicate al giornalismo ed alle istituzioni della professione.
L’obiettivo è infatti quello di raccogliere le tesi discusse nelle varie università italiane su problematiche attinenti al mondo dell’informazione e del giornalismo e premiare quelle ritenute più meritevoli.
L’iniziativa, la cui responsabilità è stata affidata a Maurizio Pizzuto, consigliere nazionale dal 2001, ha già avuto il plauso del Presidente della Repubblica per il quale è stato chiesto l’Alto Patronato.
Il Premio è dedicato alla memoria del giurista Corso Bovio, i cui studi e la cospicua attività attinenti ai problemi dell’informazione hanno rappresentato un punto di riferimento fondamentale per la professione giornalistica e la cui collaborazione con l'Ordine Nazionale dei Giornalisti lo ha visto curare varie edizioni del manuale Diritto e informazione, testo di preparazione all’esame di abilitazione professionale e lo ha portato ad essere animatore del corso di Fiuggi e a tenere per anni seminari all’Ifg dell’Ordine dei giornalisti di Milano ed alla scuola di giornalismo dell’Università di Urbino. Aveva inoltre pubblicato diversi articoli su riviste giuridiche sul diritto della stampa.
A conclusione del concorso è prevista una serata celebrativa durante la quale saranno consegnati i premi ai vincitori e verranno discussi e dibattuti gli aspetti più significativi della manifestazione.
Al concorso possono partecipare gli studenti di tutte le discipline che hanno discusso una tesi di laurea relativa al giornalismo nelle università italiane e straniere, sia pubbliche che private, dal gennaio 2000 fino al termine di scadenza della presentazione degli elaborati (31 marzo 2008).
E’ prevista l’assegnazione di sei premi in denaro del valore di 5.000 euro ciascuno; è stata inoltre istituita una sezione internazionale “Premio Anna Politoskaia” dedicata alla giornalista russa uccisa nell’ottobre 2006 con l’assegnazione di un ulteriore premio di 5.000 euro. Il bando del concorso sarà pubblicato entro la fine di ottobre e sarà disponibile sul sito dell’Ordine www.odg.it
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Nota. Milano abbandona il suo concorso.
Il nuovo Consiglio dell'Ordine di Milano ha deciso di non rinnovare il concorso "Tesi di laurea sul Giornalismo" promosso nel 1998. Ciò per affermare una discontinuità con la "gestione Abruzzo".
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“IL DIRITTO DELL’INFORMAZIONE E DELL’INFORMATICA”
Anno XXIII – n. 3 (maggio giugno 2007)
CORSO BOVIO
di Luca Boneschi
Che dire di Corso Libero Bovio che non sia già stato scritto o raccontato? Abbiamo saputo tutto di lui. Nei giorni della sua così inaspettata tragedia, i giornali ci hanno descritto la storia della sua illustre famiglia, l'invidiabile carriera professionale di Corso, l'apprezzamento unanime per l'uomo e per il professionista, le sue molte attività, l'origine del suo inusuale doppio nome, le sue ultime ore di vita. Tutto, ma non una chiave di lettura del suo sbalorditivo gesto, che entra a far parte dei molti misteri della complessità dell'animo umano e che nessuna psicanalisi potrà mai spiegare.
A me, che l'ho conosciuto ancora giovanissimo quand'era all'inizio della professione, piace ricordare un'amicizia costruita su piccoli fatti apparentemente insignificanti e su scontri e incontri professionali che ci hanno avvicinato fino agli ultimissimi giorni, sugli sporadici incontri mattutini o serali, entrando o uscendo dai nostri studi di via Podgora, sui processi seguiti insieme, da opposti fronti o dalla stessa parte, sulla sua intensa e spesso non visibile collaborazione a questa Rivista.
Quando ho traslocato lo studio in via Podgora (era il 1988) ho trovato ad attendermi alla fine di una faticosa giornata di lavoro «non professionale» una bottiglia di champagne e un biglietto di Corso, che dava il benvenuto tra gli avvocati di via Podgora: e il buonumore tornava, come tornava quando ricevevo, sempre accompagnati da un biglietto, i suoi articoli ironici e divertenti, in punta di penna, che prendendo spunto da un avvenimento qualunque lo portavano a toccare argomenti seri in modo non tradizionale, un po' irriguardoso, che solo un avvocato affermato e molto bravo, oltre che colto, può permettersi: l'ultimo, un articolo delizioso sul diritto alla privacy della signora dalle belle forme che questa primavera ha deciso di fare il bagno e di prendere il sole nuda nella Fontana di Trevi. E ancora, non più di due settimane prima di decidere di andarsene, mi aveva mandato, dicendomi che avrebbe avuto piacere che trovasse posto nella mia libreria, il suo «Studiare da giornalista: Diritto. Informazione», manuale giuridico per i giornalisti, da lui curato con i contributi di alcuni dei suoi collaboratori. Il libro non è nella mia libreria: è rimasto sul mio tavolo di lavoro perché avevo deciso di recensirlo per questa Rivista. E sempre nelle ultime settimane mi aveva mandato il commento, scritto con Paolo Grasso, all'ordinanza del Gip di Milano su nuovi criteri per individuare il giudice territorialmente competente in tenia di diffamazione a mezzo stampa (primo evento lesivo «percepibile») che era già in bozze il 10 luglio scorso, quando l'incredibile notizia della sua morte è volata sui telefonini e sui computer di tutti noi lasciandoci costernati, e che viene pubblicata su questo numero, purtroppo accompagnata da queste righe che scrivo col pianto nel cuore.
Due cose più di altre ci hanno uniti professionalmente: i giornalisti e la diffamazione a mezzo stampa (o, se si preferisce, il diritto di cronaca). Spesso da ottiche diverse e talora dalla stessa parte della barricata: e ho sempre potuto apprezzare, oltre alla sapienza tecnica e alla fluidità dell'esposizione che tutti conoscono, anche la sua prudenza nella valutazione di fatti e comportamenti e la sua obiettività. Giornalisti e diffamazione hanno avvicinato Corso amiche a questa Rivista, nella quale non ha pubblicato molto, ma che si è valsa della sua assidua opera di fornitore di materiale (sentenze, ordinanze) e di segnalatore di problemi: tantissimi davvero. e sempre di rilevante interesse. Ma c'è una cosa che non posso non ricordare e sulla quale devo spendere un po' di parole: una «battaglia» condotta insieme (e persa, perché troppo « giusta », seria. semplice per essere vincente in Italia: troppi gli egoismi di categoria, troppe le difficoltà pratiche). Quella sul «Giurì per la lealtà dell'informazione» proposto dalla Fondazione Calamandrei, dall'Istituto per la formazione al giornalismo di Milano e dal Circolo della Stampa, ma la cui idea appartiene tutta intera a Corso.
Siamo nel 1989, a nuovo codice di procedura penale appena entrato in vigore. Corso mi propone di prendere spunto dalle norme- di attuazione del nuovo codice che prevedono la possibilità del deferimento del giudizio sulla verità del fatto a un Giurì d'onore (idea non nuova, ma mai di fatto realizzata) per provare a costruire un «Giuri per la lealtà dell'informazione» con la finalità di risolvere i problemi del rapporto tra informazione e diritti della persona con un giudizio rapido e rimedi sensati. Giustizia privati e arbitrale, ovviamente, sulla base di un modello esistente: il Giur dell'autodisciplina pubblicitaria.
Ci siamo messi al lavoro e abbiamo organizzato al Circolo della Stampa un convegno coinvolgendo avvocati, magistrati e giornalisti. Tra gli altri, Giorgio Santerini per il sindacato lombardo dei giornalisti, Franco Abruzzo per l'ordine dei giornalisti della Lombardia, Francesco Saverio Borrelli per la sua esperienza nel Giurì per l'autodisciplina pubblicitaria, Remo Danovi per gli aspetti deontologici, oltre naturalmente a Corso Bovio che ha tracciato le linee del «Giurì per la lealtà dell'informazione» (il “sommario” del suo intervento è significativo: 1. L'informazione e la sua rapidità, la giustizia e la sua lentezza. 2. Il quando e il quantum. 3. L'onore per sentenza. 4. Una giustizia alternativa. 5. Il Giurì nel nuovo codice di procedura penale. 6. L'autodisciplina. 7.. Un Giuri dell'informazione).
L'idea è andata avanti: poi a un certo punto ci siamo arresi alle difficoltà. Forse i tempi non erano maturi: dovrebbero esserlo ora, che viene ufficialmente promossa anche dal Consiglio Nazionale Forense la costituzione di organismi di conciliazione e arbitrato “per affiancare alla giustizia togata in crisi strutturale... una giustizia privata che operi nell'ambito dell'autonomia contrattuale, come auspicato dall'Unione Europea” (Guido Alpa, Il Sole 24 Ore del 22 luglio 2007).
La lungimiranza di Bovio merita dunque di essere ricordata e sottolineata. E il materiale di quel convegno, anche riletto a distanza di quasi vent'anni, rimane eccezionale: è pubblicato su questa Rivista, 1990, pagg. 1/44. Eccezionale. di grande interesse, e trattato da Corso con la consueta ironia, come quando riferisce in nota un'intuizione (peraltro straordinaria) di Franco Abruzzo, avanzata «informalmente ed extra-moenia» (così capovolgendo qualche abitudine giornalistica di riferire l'off records): lasciare alla sola magistratura civile la gestione delle controversie per la diffamazione a mezzo stampa, applicando un procedimento modellato sull'art. 28 dello statuto dei lavoratori (per i comportamenti antisindacali).
Spero davvero che qualcuno vada a rileggerlo, il saggio di Corso, e ne tragga utili spunti. Perché Corso Bovio era una miniera di idee: come quando, qualche anno fa, si è fatto promotore di una associazione di studiosi del diritto dell'informazione (Asdi) con alcuni avvocati del settore (anch'io tra questi), il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia e un gruppo di giovani professori universitari di diritto dell'informazione: esauritasi la spinta iniziale di Bovio, l'Asdi non ha più funzionato. In questo, credo che non siamo stati per Corso degli amici adeguati.
LUCA BONESCHI
* La produzione giuridica di Bovio è copiosa. ma di difficile ricostruzione perché fatta soprattutto di articoli per riviste e giornali: e, come spesso càpita agli avvocati, non teneva un elenco di quanto scriveva, che era davvero tanto. Accanto al suo manuale «Studiare da giornalista: Diritto, Informazione », giunto alla terza edizione. vanno tuttavia ricordate, tra le molte (compresa questa Rivista) le sue intense collaborazioni a Diritto e Giustizia e al Foro Ambrosiano (dove teneva la rubrica «Giustizia e dintorni») e le sue collaborazioni giornalistiche (ma sempre su temi giuridici) a Oggi, Famiglia Cristiana (dove teneva la rubrica «Il Legale») e La Voce Repubblicana (il giornale dove scriveva suo nonno e dove lui ha continuato, sottolineando la tradizione repubblicana della famiglia). I suoi collaboratori stanno ora cercando di ricostruire una bibliografia il più possibile completa, che appena possibile renderemo nota.