Cari giornalisti, che siate giovani, maturi o di mezza età, un unico destino vi accomuna: a partire dal 2017 avrete pensioni sempre più ridotte, fino a non intascare più neanche un euro. Parola di Fulvio Gismondi, professore di Teoria del rischio alla Sapienza di Roma,autore di un recentissimo libro, La gestione finanziaria dei fondi pensione e partner di Pirola Gismondi & associati, studio di consulenza finanziaria e attuariale.
Gismondi ha redatto una ponderosa relazione previsionale sull’andamento del fondo pensioni dell’Inpgi (Istituto di previdenza dei giornalisti italiani) e, alla fine, ha scritto al presidente dell’istituto Gabriele Cescutti, che l’aveva incaricato del lavoro, queste inequivocabili parole: «Il fondo evidenzia dal 1° gennaio 2017 uno squilibrio che non consente di fronteggiare,
nel lungo periodo, il pagamento delle pensioni promesse agli iscritti mediante le risorse derivanti dalla contribuzione corrente». Perché le uscite (pensioni) supereranno le entrate (contributi). Si potrebbe pensare che, se l’Inpgi riuscisse a gestire al meglio i suoi beni, potrebbe capovolgere la previsione avversa. Ma l’inesorabile professor Gismondi non lascia scampo: «Lo squilibrio è di tipo strutturale», dice e «l’ottimizzazione dell’area finanziaria e amministrativa del fondo non può essere considerata una soluzione di riequilibrio della gestione previdenziale », perché potrebbe solo marginalmente «posporre l’epoca del default senza incidere strutturalmente sulla condizione di squilibrio del fondo ». E ciò perché la previsione effettuata dallo studio in questione ha già tenuto conto dello stato di tutti i beni e di tutti i possibili investimenti del fondo pensioni Inpgi: immobiliari, depositi e certificati fruttiferi, titoli di stato e corporate bond, quote di Oicr, mutui e prestiti fruttiferi, azioni di società quotate, polizze assicurative.Ecco così serviti i giornalisti che già oggi sono pensionati e che, si prevede, in 3.135 sopravviveranno almeno fino al 2017, e i 5.515 oggi attivi ma che, tra 12 anni, dovrebbero passare nella schiera dei pensionati. In tutto 8.650 giornalisti dalla pensione futura alquanto incerta.
Il campanello d’allarme attivato da Gismondi, squilla irreversibilmente a partire dal 2017, quando l’Inpgi incasserà meno contributi, quasi 470 milioni di euro, di quanto invece dovrà pagare in pensioni, cifra, quest’ultima, che supererà i 487 milioni. A quella stessa data,però, l’istituto potrà contare su rendimenti netti e rivalutazioni del patrimonio immobiliare pari a circa 23,5 milioni
di euro e, in definitiva, riuscirà ancora ad avanzare qualcosa per accrescere il suo patrimonio totale fino a poco più di 2 miliardi di euro. Dall’anno seguente, però, lo squilibrio tra pensioni e contributi diventerà tale da superare anche tutti i guadagni, un fatto che produrrà una prima piccola erosione del patrimonio dell’istituto pari a 9,7 milioni di euro. Da quel momento la caduta sarà però verticale e porterà, all’inizio del 2034, alla completa distruzione del patrimonio Inpgi.
ECCO I NUMERI VERITÀ
BILANCIO INPGI 2004 2005 2010 2017 2034
Contributi 315.510 339.182 401.820 469.548 759.685
Spese 15.302 16.450 18.488 22.773 36.844
Rendimenti 19.046 19.573 27.750 35.167 -
Rivalutazione patrim. imm. 11.204 10.054 10.069 11.098 -
Prestazioni 269.368 277.135 336.489 487.402 857.555
Patrimonio totale 1.183.919 1.259.149 1.673.969 2.002.841 negativo
Entrate, uscite, rendimenti e patrimonio dell’Inpgi, in milioni di euro,
secondo la relazione previsionale di Fulvio Gismondi