Milano, 2 febbraio 2006. "La situazione di criticità dell'Inpgi verrà a galla intorno al 2017-2020, e il suo patrimonio sarà completamente azzerato nel 2034". Questo l'allarme lanciato dal sottosegretario leghista al Welfare, Alberto Brambilla, durante il convegno "Legge Biagi e professione giornalistica", svoltosi al Circolo della Stampa. Brambilla, che stilerà un rapporto sulla situazione dell'istituto di previdenza per i giornalisti "probabilmente entro fine mese", ha auspicato "una rapida approvazione della riforma Inpgi". "Sarebbe bene - ha aggiunto - che la riforma Inpgi passasse. Sarebbe questo un primo passo concreto, anche se poi sarebbe necessario farne altri",
Giovanni Negri, presidente dell'Associazione lombarda dei giornalisti (Fnsi), ha invece commentato lapidariamente l'impasse sulla trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti. "Siamo distanti da qualunque trattativa, non c'è nessun tavolo” ha detto e ha spiegato che "gli editori sono disponibili a discutere solo a patto del congelamento degli scatti, dell'eliminazione della figura del redattore ordinario sotto i trenta mesi, della licenziabilità dal caporedattore in su. Il tutto per tagliare il costo del lavoro del 30%-35%".
Inoltre, ha spiegato Negri a proposito del tema stesso del convegno, di Legge Biagi "non si parla più, ma è messa sotto la cenere a covare, pronta a scattare quanto prima". Uno dei punti su cui si è incentrato lo scontro tra giornalisti ed editori nei mesi scorsi è proprio quello dell'inaccettabile applicazione delle forme più estreme di flessibilità e di 'lavoro in affitto' a una professione come quella giornalistica. Negri ha accennato anche che lo stato della vertenza è reso ancor più difficile dal problema della riforma dell'Inpgi, bloccata dagli editori: "Una riforma - ha detto Negri - che noi abbiamo voluto e che loro in consiglio generale hannoperfino votato". (Apcom)
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Il testo in : www.odg.mi.it/docview.asp?DID=364
Relazione attuariale (30 agosto 2004) del prof. Fulvio Gismondi
al presidente Gabriele Cescutti. "L’Inpgi evidenzia dal 1° gennaio 2017
uno squilibrio che non consente di fronteggiare, nel lungo periodo,
il pagamento dellepensioni promesse agli iscritti
mediante le risorse derivantidalla contribuzione corrente"
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In: www.odg.mi.it/docview.asp?DID=342
Franco Abruzzo illustra la sua posizione
sul futuro dell’Istituto. L’Inpgi assorbito
nell’Inps? “No, l’Inpgi torni ente pubblico
come l’Inps. Vi spiego perché”