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Referendum venerdì 29 maggio
e sabato 30 maggio 2009.
FRANCO ABRUZZO: "IO VOTO SI'"

Contratto e “fronte del no”.
Una opposizione confusa
e cieca afferma, con un uso
imprudente delle parole, che
il nuovo Cnlg è “un colpo
letale alla libertà di stampa”.
Democrazia in pericolo?
Superato il limite del ridicolo.
Eppure l’opposizione ha
votato le delibere Inpgi,
che assorbendo il patto
Fnsi/Fieg, salvaguardano
coloro che lavorano
nelle aziende in difficoltà.
La risposta di Silvana Mazzocchi.
Nota di FRANCO ABRUZZO

Ma sono altri i fatti letali
al diritto di cronaca.
di Ombretta Tiziana Rinieri.
Altri messaggi in coda.
Giovani e anziani: interessi divergenti.

Milano, 15 maggio 2009. Dipingere il proprio Paese come il Paese delle libertà conculcate è un esercizio che affascina i politici dell’opposizione. Dobbiamo prendere atto che questo esercizio affascina anche alcuni Cdr (Corriere della Sera, Stampa, Messaggero, Nazione e Giorno) che legittimamente avversano le scelte fatte dalla Fnsi con la firma apposta sul nuovo Contratto di lavoro giornalistico. Oggi questi CdR, come informa l’Ansa, hanno tenuto una conferenza stampa convocata a Roma nella sede della stampa estera e hanno espresso l’opinione secondo la quale il nuovo contratto è «un colpo letale alla libertà di stampa». Eppure siamo una democrazia parlamentare. Abbiamo un libero Parlamento e libere istituzioni. Non si scorgono colonnelli minacciosi all’orizzonte. Queste banali considerazioni avrebbero dovuto  consigliare  ai Cdr un uso prudente delle parole. Un contratto è pur sempre un atto che esprime almeno due volontà (Fnsi e Fieg) e che è impugnabile davanti all’autorità giudiziaria. Se è così, perché far uso di toni apocalittici? Perché parlare assurdamente di democrazia in pericolo? A sostegno delle loro tesi, i Cdr hanno schierato sette argomenti altrettanto fuorvianti: “la possibilità di distacco senza consenso del giornalista da una testata all'altra dello stesso gruppo; la licenziabilità dei vicedirettori, che in questo modo diventeranno «soldatini degli editori»; il via libera alle unità organizzative redazionali, in pratica «redazioni-ombra che potrebbero far uscire i giornali nei giorni di sciopero e in ogni caso avranno un rapporto stretto con la pubblicità»; la flessibilità selvaggia, con prestazioni multitestata e multimediali obbligatorie e gratuite, più part-time e più lavoro in affitto; il duro colpo agli scatti di anzianità, «che erano la polizza di assicurazione del giornalista»; l'indebolimento generale dei poteri del sindacato; un maxi-piano di pensionamenti forzati di centinaia di giornalisti dai 58 anni in su”.  Questi sette “argomenti” confermano che alcuni giornalisti si ritengono figli di un  “dio maggiore”: il Cnlg non può assegnare ai cronisti un destino uguale a quello dei cittadini comuni. Una visione elitaria, che esclude leggi e direttive comunitarie. I vicedirettori in quanto dirigenti licenziabili? No. Ma centinaia e centinaia di dirigenti negli ultimi mesi sono stati messi sul lastrico per di più privi delle tutele generose costruite dalla Fnsi per i giornalisti. C’è bisogno di “redazioni.ombra” per far uscire i giornali in caso di sciopero? Ma non esiste la libertà di aderire o meno a uno sciopero? Nei giornali nordamericani i redattori  non vengono spostati da un giornale all’altro? Non saltano da un argomento all’altro? Gli scatti? Sono rimasti in piedi, mentre gli editori volevano cancellarli del tutto. La Fnsi ha combattuto una dura battaglia difensiva, che ha anche tutelato i più deboli e i più giovani.


Frattanto, rispetto al 27 marzo giorno della firma del Cnlg, la situazione dell’editoria italiana è decisamente peggiorata. Ecco il quadro delle novità delle ultime 96 ore:



  • RCS: nel primo trimestre perde 40,7 mln, taglia costi per 200 milioni in Italia e all’estero,  in tutte le voci  compreso il lavoro.

  • MONDADORI: primo trimestre in rosso per 1,8 mln, ricavi -23%

  • GRUPPO L'ESPRESSO. Perdite nel primo trimestre 2009  per 2,5 mln, pubblicità a -26%.

  • IL SOLE 24 ORE in rosso nel primo trimestre 2009: la perdita netta del Gruppo è di 4,2 milioni (contro i + 5,3 milioni del 2008).

  • CALTAGIRONE EDITORE: ricavi 2008 a 294 milioni (326,8 milioni nel 2007), margine operativo lordo a 30,8 milioni (53,6 milioni di euro nel 2007), utile netto negativo per 10,9 milioni (positivo per 61,2 milioni nel 2007) dopo ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni per 29,7 milioni.

  • POLIGRAFICI EDITORIALE: il bilancio dell'esercizio 2008 chiude con una perdita netta di 12,2 milioni.

La crisi c’è, morde, ed è destinata a durare: la caduta delle entrate pubblicitarie e diffusionali è un dato certificato. Gli organici, purtroppo, vanno rapportati  alle entrate odierne e non a quelle di ieri.


Ma non tutta la realtà è grigia o nera. Finché sono in vigore gli articoli 2, 3, 4, 36 e 41 della Costituzione e 13 dello Statuto dei lavoratori (legge 300/1970) è difficile che un giornalista possa essere distaccato o trasferito contro la sua volontà. Gli editori non hanno fatto i conti con le potenzialità garantiste della nostra Carta fondamentale. Il contratto non può cancellare il valore (giuridico) della dignità della persona, che, ex art 41 Cost, è un argine alla libertà d'impresa. Mi chiedo come facciano gli editori a spaccare una famiglia, trasferendo uno dei due coniugi e allontanandolo dai figli. Bisogna leggere le sentenze della Corte costituzionale al riguardo. La giurisprudenza costituzionale, -  che afferma la piena equiparazione tra stranieri e cittadini italiani per quanto concerne il godimento dei diritti in materia di famiglia -, evidenzia che i principi di protezione dell’unità familiare trovano riconoscimento non solo nella Costituzione ma anche «in svariate disposizioni dei trattati internazionali ratificati dall’Italia». La nostra Repubblica, quindi, tutela lo straniero e il suo diritto  a mantenere l’unità del suo nucleo familiare. Può un contratto togliere ai giornalisti italiani un diritto che lo Stato garantisce a chi non è italiano?”. E' possibile difendersi. Anche con ampie possibilità di successo.


Negli ultimi 14 anni i giornalisti hanno ottenuto due rinnovi contrattuali (1995 e 2001  e, in base al “protocollo Ciampi” del 1993,  due rinnovi economici biennali  nel 1997 e nel 2003). Nei 14 anni diversi colleghi hanno maturato 7 scatti biennali.  I minimi, prima del rinnovo contrattuale del 27 marzo 2009, erano fermi, quindi, da sei anni. Oggi, con il contratto 2009/2011, parte un nuovo percorso economico virtuoso, che vede una inversione dei ruoli tra aumenti contrattuali biennali e scatti (triennali). I giornalisti potrebbero, nei prossimi 14 anni, inanellare 7 aumenti contrattuali economici e 5 scatti (senza tener conto che i primi 3 scatti per i giovani mantengono la cadenza biennale). Il Cnlg fissa un eguale trattamento  tra giornalisti che lavorano sull’online e sulla carta stampata o in tv.  E’ stato aumentato il parametro minimo per i redattori di prima nomina, quelli più deboli. Questo parametro, nella scala retributiva, passa da 71 a 81. Il redattore di prima nomina, con i vecchi parametri, avrebbe preso un aumento di 188 euro contro i 213 euro effettivi  di oggi. I redattori a termine, per i quali  sarà cancellato il salario di reingresso (o "contratto depotenziato"), riceveranno lo stipendio contrattuale riconosciuto a chi è assunto a  tempo indeterminato.  I contratti a tempo determinato in futuro, quindi, costeranno di più rispetto ad oggi.  Il  principio, sostenuto fortemente dalla Fnsi,  è che la flessibilità si paga. Quando si incroceranno i numeri economici di tutte queste operazioni si scoprirà probabilmente che il contratto firmato il 27 marzo 2009 non è proprio da buttare. Ha salvato l’argenteria in una stagione economica drammatica. Non è poco.


Nelle stesse ore della conferenza stampa la leadership di “Puntoeacapo”  ha confermato che (con un’altra componente sindacale, Senzabavaglio, ndr) nel CdA dell’Inpgi ha approvato – con un “atto di responsabilità”!- tutte le delibere che assorbono una larga e significativa parte del nuovo Cnlg dedicato agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, prepensionamenti, intervento dello Stato e degli editori, eliminazione dell’abbattimento delle pensioni). Contraddizione?  La portavoce Silvana Mazzocchi spiega così il  comportamento di Puntoeacapo:Il voto a favore della delibere, compresa quella che cancella il taglio alle pensioni dei colleghi nei casi di prepensionamento, è stato un doveroso atto finalizzato a cautelare i colleghi rottamandi da un contratto sciagurato. Atto cautelativo dovuto alla ratifica già effettuata in sede ministeriale dell’accordo. Per quanto mi riguarda, nel corso del Cda, nel sottolineare quanto detto in aula dal segretario Franco Siddi, (e dunque a sua volta verbalizzato) ovvero che, se con il referendum prevarrà il no, il contratto sarà disdettato, ho aggiunto la differenza tra posizione politico sindacale e quella che deriva dall’essere amministratore di un Ente a tutela degli iscritti. Pertanto il giudizio personale e quello di Puntoeacapo, a prescindere da quelli espressi dai notiziari appiattiti sulle posizioni della dirigenza della Fnsi, resta quello che era e che è: No al contratto!”. Puntoeacapo non aveva, però, detto che gli ammortizzatori sociali andavano respinti in quanto sono lo strumento diabolico che consente agli editori di licenziare? Il ripensamento è un sintomo evidente del marasma nel quale si trova oggi la cosiddetta opposizione. Distinguere tra delibere Inpgi e contratto è un giochetto ingenuo. Delibere e contratto formano un corpo unitario. Che merita l’apprezzamento dei giornalisti italiani. Il lavoro dell’Inpgi va completato con la piena libertà di cumulo per i giornalisti 58enni e 59enni sul punto del pensionamento. E’ un atto di giustizia.


Giovani e anziani: interessi divergenti. L'opposizione più dura viene dai gionalisti 58enni e 59enni destinati al pensionamento. Costoro dicono no e non si rendono conto che anche nel passato giornalisti della stessa età sono stati espulsi senza le garanzie di oggi.  I giovani precari e senza lavoro hanno interessi divergenti da coloro che andranno in quiescenza anche con il 90% dell'ultimo stipendio. O no? I colleghi 58enni e 59enni hanno, però, un diritto fondamentale che va tutelato dal sindacato: la libertà di cumulo. Un diritto che www.francoabruzzo.it difenderà fino in fondo. I giornalisti in pensione hanno il diritto di continuare a lavorare almeno come liberi professionisti.


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3855


Il nuovo Contratto illustrato


punto per punto dalla


Federazione della Stampa


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Risposta ai Cdr


per i quali il nuovo


Cnlg “stronca” il


diritto di cronaca


 


Ma sono altri i fatti


“letali alla libertà di


stampa”.  Ecco


l’elenco in 11 punti.


 


Sono una professionista free lance e vi spiego quello che è letale alla libertà di stampa, ai giornalisti e agli editori:


1) entrare in un giornale in cambio di una tessera di partito e diventare il trombone dei politici;


2) entrare in un giornale grazie a "influenti amicizie" per ritrovarsi sempre a dire Sissignore;


3) il disconoscimento del ruolo del giornalista quale portatore di interessi collettivi (vedasi i reati in materia ambientale, per esempio) da una legge (n. 15) del 2005, che di fatto annulla la 241/90 a favore dell'accesso per interesse personale; 


4) non avere il sostegno e la tutela di un servizio legale forte e gratuito per svolgere concretamente il ruolo di "cane da guardia del potere"  ;


5) l'esistenza di "colleghi" volutamente non iscritti all'albo (e pertanto perfetti sconosciuti all'Inpgi e all'Ordine), che scrivendo gratis o quasi in quantità industriale, si prestano a scrivere veline, scopiazzano, inventano e non controllano le fonti agendo al di fuori di ogni regola deontologica ed etica. Tanto questi chi li sanziona? Mentre per i lettori tutti coloro che scrivono sui giornali sono giornalisti. Non vi sono distinzioni;


6) l'esistenza di pubblicisti, che "arrotondano" lo stipendio principale con l'hobby del giornalismo per una questione d'immagine e di ritorno di rapporti di forza con enti e politici; 


7) l'esistenza di un vivaio di "praticanti politici" con il posto già assicurato, perché la "faziosità è un diritto". Se tutto ciò è vero e giusto, qualcuno deve spiegarmi allora perché esistono le scuole di giornalismo;


8) lasciare che "Striscia la Notizia" sostituisca nell'immaginario collettivo la fatica, la  serietà e la preparazione del lavoro giornalistico (senza nulla togliere ai corrisdpondenti di Ricci, che comunque assolvono a un bisogno di informazione);


9) la corsa miope di taluni editori al risparmio di retribuzioni e collaborazioni (in alcuni giornali i co.co.co., vengono pagati addirittura meno 10 euro a pezzo! Uno non si ripaga neppure il telefono e la benzina), che svilisce l'impegno e le tasche;


10) la sostituzione delle inchieste indipendenti con il gossip di tutti i tipi;


11) la sostituzione dei contenuti con la pubblicità.


Si potrebbe continuare ancora a lungo, ma penso che l'elenco sia più che sufficiente a spiegare la caduta della qualità dell'informazione nel nostro Paese e la conseguente disaffezione dei lettori ai giornali, che in tempi di crisi si tramuta in un bel taglio all'acquisto in edicola. 


Ombretta Tiziana Rinieri


"ombretta rinieri" [ombretta_rinieri@yahoo.it]    


To    info@francoabruzzo.it 


Subject   R: Il nuovo Cnlg è "un colpo letale alla libertà  di stampa". Siamo al delirio della cosiddetta opposizione.


Date   16/05/2009 12:30


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CONTRATTO-DIBATTITO.


Giovanni Ruotolo ai Cdr del fronte del no:


“C’è gente che non si rende conto


di quello che dice, perché non


sarebbe così imprudente da


mettere in relazione la dignità


del lavoro giornalistico con gli


scatti, oppure non legherebbe


troppo, sempre agli scatti, la difesa


dell'autonomia dell'informazione”,


 


Ho sentito colleghi assunti all'interno di grandi redazioni accusare questo contratto di ledere la dignità del lavoro giornalistico. Questa è gente che non si rende conto di quello che dice, perché non sarebbe così imprudente da mettere in relazione la dignità del lavoro giornalistico con gli scatti, oppure non legherebbe troppo, sempre agli scatti, la difesa dell'autonomia dell'informazione, perché a quel punto chiunque potrebbe obbiettare che, con questo sistema, l'autonomia dell'informazione è stata difesa un po' poco.


Che dire, invece, dei collaboratori e dei freelance che lavorano in una condizione di isolamento, sempre soli di fronte alle richieste di capi, direttori ed editori? Chi si preoccupa della dignità del loro lavoro giornalistico? Senza contare che, per quanto riguarda i collaboratori esterni e i corrispondenti, le aziende editoriali scaricano su di loro dei costi di produzione dal telefono, a internet, alle spese per muoversi e le spese per i materiali di consumo, il tutto a fronte di compensi modestissimi.


Molti colleghi professionisti e con la puzza sotto il naso, dopo averci discriminati per anni, negandoci la dignità di giornalisti adesso si accorgono che la campana sta cominciando a suonare per loro. Per ora non è un suono così stonato (a differenza dalle campane che hanno suonato per noi fino ad ora), ma evidentemente non gli aggrada.


Altro punto messo giustamente in discussione da Ombretta: il ruolo dei pubblicisti: così com'è si tratta della regolamentazione del dilettantismo, cosa che non esiste in nessun'altra professione regolamentata da un albo (non esistono che io sappia l'architetto pubblicista o il dentista pubblicista) tanto più che, come scrive Ombretta questo dà adito a situazioni molto opache. In un paese normale questo non sarebbe permesso: Ordine dei giornalisti e la Fnsi devono essere dei giornalisti e non dei bancari o degli impiegati. O è chiedere troppo?


Giovanni Ruotolo -cronista freelance


"Ruotolo Giovanni" [giovanni.ruotolo@gmail.com]    


To    info@francoabruzzo.it 


Date   17/05/2009 10:55


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3823


Protocollo firmato da Sacconi e Bonaiuti.


RATIFICATA A PALAZZO CHIGI


L’IPOTESI DI ACCORDO DI


RINNOVO DEL CONTRATTO


NAZIONALE DI LAVORO


GIORNALISTICO 26 MARZO 2009.


 


A seguito della ratifica, confermata la piena operatività della rinnovata disciplina collettiva secondo i termini e le decorrenze indicati nel testo. Il Governo – nel ribadire la volontà di realizzare gli Stati Generali dell’Editoria - prende atto con soddisfazione della conclusione positiva delle trattative tra FNSI e FIEG che hanno consentito la firma di rinnovo del CCNL giornalistico e si impegna ad avviare tempestivamente un apposito tavolo di confronto con le parti sociali sulla base delle richieste concordemente avanzate da FIEG e FNSI. Sarà finanziato il Fondo per la “mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti”. Previsto un intervento per la stabilizzazione (per almeno due anni) di 667 collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata. Serviranno almeno tre interventi legislativi per attuare le istanze Fnsi/Fieg con la indicazione dei mezzi di copertura. Chiesti dalla Fnsi (con dichiarazione a verbale condivisa dal Governo) gli ammortizzatori sociali anche per i collaboratori autonomi, che perdono il lavoro. IN CODA IL TESTO INTEGRALE DEL PROTOCOLLO.


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In: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3751


Giornalisti. Contratto:


referendum. Siddi:


“La conseguenza di una


bocciatura sarebbe


l’assenza di un contratto”.


 


“Bisogna ricordare che il vecchio contratto è spirato e non produce più effetti progressivi e che il nuovo contratto bocciato potrebbe essere disdettato, ipotesi nella quale ciascun giornalista dovrebbe definire con il proprio editore le condizioni contrattuali”


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Venerdì 29 e sabato 30 maggio 



referendum sul contratto


nazionale di lavoro giornalistico.


Questi gli orari dei seggi in Lombardia.


 


(www.alg.it) - Il referendum ha carattere consultivo. Hanno diritto al voto in Lombardia tutti i colleghi iscritti all’Ordine dei Giornalisti di Lombardia (non è necessario essere iscritti al sindacato) e nello specifico: chi ha il contratto Fnsi-Fieg - compresi articoli 2, 12, 36 e chi ha o ha avuto negli ultimi mesi un contratto a termine - ; chi ha versato nel 2008 il contributo soggettivo all’Inpgi 2 e ha solo reddito da lavoro autonomo; chi è pensionato; chi è in trattamento di disoccupazione Inpgi.



Sono previste dunque tre diverse urne: una per i titolari di un contratto Fnsi-Fieg sia a tempo indeterminato che a tempo determinato; una per i lavoratori autonomi iscritti alal gestione separata dell’Inpgi e una per i pensionati (ex contratto Fnsi-Fieg).


I seggi sono allestiti a Milano e nelle province, nei luoghi e con gli orari che seguono:


Milano: sede Alg, viale Montesanto 7, il 29 e il 30 maggio dalle 10 alle 19.


Seggi nelle province, aperto venerdì 29 maggio dalle ore 10 alle ore 19         
e sabato 30 maggio dalle ore 10 alle ore 12      


Bergamo: c/o L’Eco di Bergamo, viale Papa Giovanni XXIII, 118


Brescia, c/o Il Giornale di Brescia, via Solferino, 22


Como, c/o la Provincia, via P. Paoli, 21


Cremona, c/o La Provincia, via delle Industrie, 2


Lecco, c/o La Provincia, via della Costituzione, 26


Mantova, c/o Cisl, via Pietro Torelli, 7


Pavia, c/o Consiglio Circoscrizione Pavia storica, pza della Vittoria


Sondrio, c/o La Provincia, via N. Sauro, 13


Varese, c/o La Prealpina, viale Tamagno, 13


 


 





Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
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