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Stampa

Elezione dell’Ordine del 20 e 27 maggio 2007.
Appello di Franco Abruzzo
al rispetto della dignità
dell’avversario: “La tecnica
di demonizzare gli altri è
figlia di una cultura
giacobina-leninista,
che non mi appartiene”.
“L’anomalia lombarda ha
diritto di vita e di
cittadinanza. Difendiamola!”


Milano, 7 febbraio 2007. Sono tanti i segnali, che fanno pensare a una campagna elettorale per il rinnovo dei Consigli regionali  e del Consiglio nazionale  non solo vivace ma soprattutto orientata all’annientamento dell’avversario. Il “Bollettino dei pensionati”, ospitato nel sito della Fnsi (www.fnsi.it), ne è un esempio  chiaro (l’orientamento maniacale  è ovviamente contro Franco Abruzzo).  L’avversario è considerato un nemico. “Nuova informazione”  -componente sindacale di sinistra e radical chic - ad esempio sostiene che bisogna cambiare radicalmente questo “Ordine”. Possiamo anche essere d’accordo, ma “Nuova Informazione” (variante milanese di  “Autonomia e solidarietà”) è da decenni al potere  nella  Fnsi ma soprattutto nell’Ordine nazionale. Cosa ha fatto per cambiare le cose? Nulla o quasi. Per giunta la Fnsi oggi attraversa una crisi terribile per via delle fallimentari trattative contrattuali.


Per quanto riguarda Milano, “Nuova informazione ha retto l’Ordine (e l’Ifg De Martino) con Franco Abruzzo dal 1995 al 2004. La sua presenza non ha prodotto alcunché di rilevante e di originale, avendo approvato tutte le scelte o quasi del presidente. Nel 2005/2006 Abruzzo e l’Ordine nazionale (ossia Del Boca, Roidi, Politi e De Vito)  hanno puntato sull’attivismo del sottosegretario all’Università, Maria Grazia Siliquini (AN), nel tentativo di cambiare le regole di accesso alla professione. L’operazione è fallita sugli scogli del Consiglio di Stato, che ha bocciato il nuovo Dpr, che avrebbe dovuto sostituire il vecchio Dpr 328/2001. Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere elettorali.


Franco Abruzzo  intende rivolgere un appello a tutte le parti (Stampa democratica, Nuova Informazione, Movimento Giornalisti liberi, Quarto potere, Senza bavaglio), perché nella campagna elettorale ci sia rispetto verso gli avversari. Abruzzo precisa: “La tecnica di demonizzare gli altri è figlia di una cultura giacobina-leninista, che non mi appartiene”.  Qualcuno, che evidentemente non è un buon cronista, lancia in queste ore accuse di condanne e inchieste, che esistono soltanto nella fantasia ammalata degli estensori delle note. Aggiunge Abruzzo: “  “Nuova informazione” farebbe bene a controllare gli estensori dei suoi bollettini online”. Le critiche hanno un limite come insegna la Cassazione.


Per quanto riguarda il cosiddetto “caso Farina” abbiamo dimostrato che esiste un caso speculare (il “caso Rosso”). Il Consiglio nazionale (in cui Nuova Informazione/Autonomia e solidarietà è egemone) ha ridotto  la sanzione milanese della radiazione in quella della sospensione romanesca a 12 mesi perché il collega “si è ravveduto”. Anche Farina si è ravveduto, ha confessato pubblicamente i suoi gravi peccati e  ha chiesto il patteggiamento. E allora? La politica dei due pesi e delle due misure è immorale.


Abruzzo precisa: “La battaglia deve essere centrata sulle politica delle cose cara a Pietro Nenni.  Ed intendo essere giudicato sulla politica complessiva sviluppata in questi anni, dalla deontologia alla formazione,  all’assistenza gratuita legale, dall’accesso agli Albi e  al Registro alla politica culturale e alla comunicazione. Tutti devono riflettere su una circostanza: l’Ordine di Milano è anomalo. Perché è anomalo?  Perché in solitudine conduce battaglie, anche nel campo della previdenza,   che hanno scosso e scuotono i vertici della categoria e la stessa categoria. I vertici della categoria (leggi Serventi Longhi) hanno deciso di far fuori Abruzzo. La parola per fortuna è agli elettori. Serventi Longhi per ora è uno sconfitto. L’anomalia lombarda ha diritto di vita e di cittadinanza. Difendiamola!”.


……………………………………………


Cassazione


"Diritto di critica va motivato


 con giudizio di disvalore"


 


Per il corretto esercizio del diritto di critica è necessario motivare in modo congruo il giudizio di disvalore, che incide sull'onore o la reputazione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (Sezione Terza n. 27141 del 19 dicembre 2006), secondo cui il diritto di critica non si estrinseca, come quello di cronaca, nella mera narrazione dei fatti ma in un'opinione che, in quanto tale, non può che essere soggettiva. In quanto manifestazione del punto di vista della persona che la esprime, la critica, per non sfociare nella lesione della reputazione, deve essere corredata da adeguate motivazioni di disapprovazione morale.


"Il diritto di critica, - precisa la Corte - non diversamente da quello di cronaca, è condizionato, quanto alla legittimità del suo esercizio, dal limite della continenza, sia sotto l’aspetto della correttezza formale dell’esposizione, sia sotto quello sostanziale della non eccedenza dei limiti di quanto strettamente necessario per il pubblico interesse, e dov’essere accompagnato da congrua motivazione del giudizio di disvalore incidente sull’onore o la reputazione".


"Tuttavia, - dichiara la Cassazione - allorquando la narrazione di determinati fatti, per essere esposta insieme ad opinioni dell’autore, rappresenti nel contempo esercizio del diritto di cronaca e di quello di critica, la valutazione di continenza non può essere condotta sulla base degli indicati criteri di natura essenzialmente formale, ma deve lasciare spazio alla interpretazione soggettiva dei fatti esposti, in modo che la critica non può ritenersi sempre vietata quando sia idonea ad offendere la reputazione individuale, essendo, invece, decisivo, ai fini del riconoscimento dell’esimente, un bilanciamento dell’interesse individuale alla reputazione con quello alla libera manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita, il quale è ravvisabile nella pertinenza della critica di cui si tratta all’interesse dell’opinione pubblica alla conoscenza del fatto oggetto della critica". (da: www.criticamente.it)


 





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