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INTERCETTAZIONI.
ALFANO: “Avanti, ma
il ddl non sarà votato
prima delle regionali”.

LA STRETTA NEL DDL ALL'ESAME DEL SENATO. PIU' VINCOLI PER AUTORIZZARLE, CARCERE PER CHI LE PUBBLICA. FNSI: GOVERNO VUOLE IMBAVAGLIARE GIORNALISTI.

Il Cairo, 22 febbraio 2010. Sul ddl intercettazioni la maggioranza e il governo hanno intenzione di andare avanti ma senza l'obiettivo di un voto finale al Senato prima delle regionali. Rispondendo ai cronisti che, a margine della sua visita al Cairo gli chiedono chiarimenti a proposito dei tempi del ddl, il ministro della Giustizia Angelino Alfano risponde che «non ci diamo l'obiettivo» del voto prima dell'appuntamento elettorale di fine marzo: «vogliamo fare un lavoro che sia il più serio possibile. Dal momento però che il ddl è stato proposto dal consiglio dei ministri nel luglio del 2008 e siamo già a fine febbraio 2010, non mi pare che abbiamo fatto in tutta fretta». A tale proposito Alfano ricorda che il ddl intercettazioni (o meglio «sulla privacy dei cittadini») è stato «valutato dalla Camera per un anno, da circa sette mesi è al Senato e il 3 marzo prossimo scadono i termini per gli emendamenti». Il provvedimento - conclude il guardasigilli «rimette equilibrio» su «tre diritti sempre garantiti»: «quello alla privacy e alla riservatezza previsto dall'articolo 15 della Costituzione, quello al diritto di cronaca e libero pensiero, garantito dall'articolo 21 e l'obbligo per il pm di condurre l'azione penale sempre previsto dall'articolo 112 della Costituzione». (ANSA).


 


INTERCETTAZIONI: LA STRETTA NEL DDL ALL'ESAME DEL SENATO. PIU' VINCOLI PER AUTORIZZARLE, CARCERE PER CHI LE PUBBLICA. 


Roma, 21 febbraio 2010.  Per intercettare qualcuno bisognerà prima dimostrare la sussistenza di "evidenti indizi di colpevolezza". Carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni delle quali è stata disposta la distruzione. Mentre gli atti di indagine potranno essere pubblicati solo "per riassunto" cioé senza virgolettati. Sono queste le novità più rilevanti introdotte dal disegno di legge sulle intercettazioni, che la maggioranza intende approvare al più presto e sul quale i senatori cominceranno a lavorare dal prossimo 3 marzo. Il provvedimento fu approvato dalla Camera l'11 giugno del 2009, su un testo sul quale il governo aveva posto la fiducia.


PER QUALI REATI: confermato l'elenco attuale. Delitti non colposi puniti con la reclusione superiore a cinque anni nel massimo, delitti contro la Pubblica Amministrazione, delitti riguardanti, tra l'altro, droga, armi, insider trading, aggiotaggio, molestie, pedofilia. Ma per autorizzarle il giudice dovrà avere in mano "evidenti indizi di colpevolezza" dell'indagato e non più "gravi indizi di reato". Per i reati di mafia e terrorismo basteranno però "sufficienti indizi di colpa".


PER QUANTO TEMPO: viene introdotto il limite massimo di 30 giorni, prorogabili per altri due periodi di 15 giorni l'uno. In tutto, quindi, 60 giorni. Per i reati di mafia e terrorismo questi limiti non valgono.


L'ARCHIVIO: le intercettazioni dovranno essere conservate in un archivio riservato della procura.


DIVIETO PUBBLICAZIONE. Vietatissimo pubblicare intercettazioni delle quali è stata disposta la distruzione: si rischiano da 6 mesi a 3 anni di carcere. Stesse pene se si pubblicano intercettazioni che riguardano persone estranee all'inchiesta. Divieto di pubblicare il contenuto delle intercettazioni e gli atti dell'indagine prima della conclusione delle indagini preliminari. Possibile pubblicare un riassunto. Il giornalista che sgarra rischia 30 giorni di carcere, l'editore 465mila euro di multa.


TV: Le immagini video dei processi saranno autorizzate solo le parti acconsentono. (ANSA).


 


INTERCETTAZIONI. FNSI: GOVERNO VUOLE IMBAVAGLIARE GIORNALISTI 


Roma, 20 febbraio 2010. Esplode un nuovo scandalo e subito torna d'attualità la legge sulle intercettazioni. Lo nota il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana Roberto Natale, che sottolinea: "Il nesso è esplicito, e fa capire senza equivoci che il governo vuole imbavagliare i giornalisti ". La vicenda degli appalti legati al G8 e al terremoto abruzzese, commenta Natale, "è straordinariamente esemplare: ancora una volta (come già per le scalate dei 'furbetti', per il crack Parmalat, per gli scandali della sanità) non si tratta di questioni private, ma del modo in cui viene amministrata la cosa pubblica. E' questo il punto decisivo, e chi continua a parlare a sproposito di violazioni della privacy vuole solo occultarlo". Natale ricorda che "i giornalisti italiani hanno dato da tempo la loro disponibilità a interventi legislativi che affinino gli strumenti per garantire la riservatezza delle persone estranee alle indagini. Ma non possiamo essere in alcun modo disponibili - ribadisce il presidente del sindacato - se l'intento è quello di impedire che l'opinione pubblica conosca vergogne come il dialogo tra i due 'imprenditori' la mattina dopo la


tragedia dell'Aquila. Ci pensino bene coloro che mostrano tanta fretta di approvare il disegno di legge Alfano al Senato, senza modificare il pessimo testo uscito dalla Camera - conclude -. Se necessario, andremo a spiegare piazza per piazza che si vogliono coprire i faccendieri. E vedremo da che parte si schiereranno i cittadini". (ANSA).


 


 





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