Milano, 24 febbraio 2007. Riunione questa mattina al Circolo della Stampa della “tavola rotonda” del “Movimento Giornalisti per la Costituzione” di cui Franco Abruzzo è uno dei portavoce. La “tavola rotonda” raggruppa la leadership paritaria del Movimento, nato il 25 gennaio scorso, nel corso di una assemblea di 350 giornalisti lombardi, in vista delle elezioni del 20/27 maggio per il rinnovo dei Consigli dell’Ordine. Dal dibattito durato tre ore sono emerse queste linee:
1) affermazione della piena validità dell’accesso alla professione per mezzo dei master e delle scuole biennali di giornalismo ancorati all’Università. Sostegno convinto all’Ifg “Carlo De Martino” rilanciato in questi giorni dall’azione comune Regione Lombardia/Ordine dei Giornalisti della Lombardia;
2) impegno dei futuri consiglieri a varare una delibera con la quale l’Ordine della Lombardia afferma, come Autorità amministrativa, la prevalenza delle direttive comunitarie sulla normativa nazionale in fatto di iscrizioni al Registro dei Praticanti aperto soltanto a coloro che hanno conseguito una laurea almeno di primo livello (triennale): ciò in base ai principi affermati nella direttiva 89/48/CEE e nella sentenza 10 maggio 2001 della IV sezione della Corte di Giustizia europea (nella causa C-285/00);
3) pieno sostegno alla linea tradizionale del Consiglio dell’Ordine della Lombardia in tema di praticantato d’ufficio, di iscrizione dei pubblicisti che ne abbiano titolo e diritto in maniera indipendente dal numero delle domande, di corsi facoltativi a pagamento per l’aggiornamento professionale dei colleghi e di quanti in particolare lavorano negli Uffici stampa pubblici e privati;
4) dibattito sui condizionamenti delle banche e della pubblicità nella vita dei giornali di carta, tv, radiofonici e web con l’obiettivo di proporre al Parlamento una organica riforma dell’editoria che faccia prevalere il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini all’informazione sulle azioni dei proprietari dei giornali stessi. Gli slogan di questa battaglia altamente civile sono questi: “Banchieri, giù le mani dai giornali” e “La pubblicità stia al suo posto e non sostituisca l’informazione”. Il Movimento farà una intensa campagna nei luoghi di lavoro, perché siano respinte certe offerte indebite di favori da parte di pr e aziende. Gli uffici marketing non devono interferire con il lavoro dei direttori e delle redazioni;
5) Difesa del ruolo degli inviati speciali, cancellati come qualifica dal Contratto del 2001 per un errore imperdonabile della Fnsi. Attraverso la figura dell’inviato, il Movimento intende difendere la specificità e l’originalità di ogni giornale inteso come opera collettiva dell’ingegno. No ai giornali copia e incolla, sì ai giornali costruiti dai giornalisti, che devono tornare a parlare con la gente nelle città e nei paesi della Penisola. Sì ai cronisti, che battono i marciapiedi e consumano le scarpe alla ricerca di notizie. Il Movimento condanna la scelta degli editori di utilizzare le tecnologie informatiche come taglio dei costi e chiede organici delle cronache adeguati alla realtà complessa delle nostre città e dei nostri borghi nonché della nostra realtà sociale/economica e della nostra vita civile. Le inchieste sono state sostanzialmente abolite almeno negli ultimi 15 anni. Dobbiamo tornare a fare inchieste, che facciano male a qualcuno, soprattutto ai poteri forti (banche, grande industria, assicurazioni, mondo politico). I Palazzi non sono luoghi inviolabili!!!!
6) il Movimento respinge le accuse di alcuni settori sindacali, che accusano l’Ordine di aver creato “disordine” e precari. La debolezza del sindacato, invece, ha determinato una applicazione parziale del Cnlg nei luoghi di lavoro e una mancata difesa degli organici redazionali. I Consigli dell’Ordine, come giudici delle iscrizioni nel Registro e nell’Albo, hanno garantito il diritto dei precari al loro status professionale.
Dal dibattito - e attraverso gli interventi di Franco Abruzzo, Damiano Nigro, Franz Foti, David Messina, Ruben Razzante, Enrico Fedocci, Raffaella Parisi, Gino Banterla, Ottorino Ascani, Fabrizio De Marinis, Sergio D’Asnasch, Gianni Fossati, Ottavio Rossani, Sandro Casarin, Claudio Scarinzi, Assunta Currà, Alberto Arrigoni, Giacinto Sarubbi, Domenico Tedeschi, Toni Mirabile, Nicola Vaglia - è emersa la volontà di difendere con ragionevolezza il ruolo dell’Ordine e in particolare i principi deontologici, che, essendo norma, garantiscono l’autonomia e l’indipendenza dei giornalisti. Nessun editore può impartire disposizioni in contrasto con la deontologia. Se cade la legge professionale, cade la deontologia e i giornalisti si ritroverebbero dipendenti agli ordini degli editori. La legge del 1963 va, comunque, riformata e ancorata alla formazione continua e alla deontologia. I percorsi amministrativi (in tema di procedimento disciplinare e di iscrizioni) dovranno essere accelerati, salvaguardando, comunque, il diritto alla difesa, che è un valore costituzionale.
Gli appuntamenti prossimi:
1) giovedì 22 marzo grande festa dei simpatizzanti e degli amici del “Movimento Giornalisti per la Costituzione” nella discoteca/ristorante “Le jardin au bord du lac Clemente” (Segrate - Circonvallazione Idroscalo 51 - 0270208212).
2) il 30 marzo (ore 21) presentazione del “Movimento giornalisti per la Costituzione “ al Circolo della Stampa di Milano;
3) 19 aprile (ore 20.30) grande assemblea del “Movimento Giornalisti per la Costituzione” al Circolo della Stampa di Milano.