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Elezioni e programmi. Nota
dell’Agenzia “Stefania-web”.
Un altro Ordine è possibile
(ma a guida Franco Abruzzo).
No ai vecchi senza memoria!
La sinistra vuole abolire il
praticantato d’ufficio
inventato da Franco Abruzzo!


Dal nostro corrispondente da Roma  F. M.  de Bonis

Roma, 18 aprile 2007. E’ la prima volta che gli avversari (sinistra conservatrice, corporativa e radical chic animata da  signore con frequentazioni dei buoni salotti milanesi cari anche agli editori) riconoscono che “Franco Abruzzo ha dato molto alla nostra categoria, nel bene e nel male”, dove il male  consisterebbe, sul rovescio di quello che si legge in un volantino (Un altro Ordine è possibile), nella circostanza che l’Ordine di Milano  “non può essere un regno di  un uomo solo al comando”. Chi presenta questo molto presunto “movimento per rinnovare l’Ordine” è la signora Letizia Gonzales, consigliere dell’Ordine di Milano dal 1998. Dai verbali  del Consiglio  e dal portale dell’Ordine emerge una amara verità: la signora Gonzales non ha mai dato un contributo originale alla vita dell’ente! Lo stesso discorso vale per gli altri consiglieri, che hanno cambiato casacca. Il Consiglio in tre anni si è riunito 34 volte (spesso le sedute erano articolate anche su  tre giornate). Dal manifesto affiora che Franco Abruzzo ha fatto e disfatto tutto, ha deciso e cancellato tutto. Chi scrive questo non conosce la parola “vergogna”.  La verità forse è un’altra:  la statura intellettuale, morale e professionale di Franco Abruzzo è talmente soverchiante e straripante da non lasciare spazio ad alcuni consiglieri (modesti?) che lo circondavano. E’ così? Ma se è così l’eventuale  “inesistenza”  ricade soltanto  su  coloro che hanno accettato il mandato di consigliere non avendone la preparazione tecnica. Il Consiglio dell’Ordine è  anche luogo di preparazione tecnica. E su questo terreno, Abruzzo, come scrive la Gonzales, “governa da una ventina di anni”.


Gli alfieri della sinistra radical chic  e di una certa area, che si dice “cattolica” (?), vanno capiti, poveretti: il Governo Prodi, il governo “amico”, sta preparando, con l’appoggio dell’opposizione di destra (Fini e Berlusconi in testa), un taglio alle libertà esistenti sotto forma di una legge sulle intercettazioni oscurantista e terribile per gli anni di carcere che promette ai giornalisti ficcanaso,  proprio quando in Messico (sì, in Messico!) viene abolito il carcere per i giornalisti accusati di diffamazione.


Nella lista delle adesioni figurano simpatici e stanchi personaggi che hanno avuto, 20 o 30 anni fa, un ruolo nell’Inpgi e nella Fnsi, di cui non c’è memoria nella storia della professione.


 


I giornalisti lombardi ascoltino un collega terrone: chiedano a  Franco Abruzzo “di continuare a dare  molto alla nostra categoria  nel bene”. Abbiamo bisogno del Franco Abruzzo, che ha bloccato, con i suoi interventi rigorosi, la riforma in pejus della legge sulla stampa e  la legge 2005 sulle intercettazioni ante litteram; e che ha costretto la Cassazione a rimettere i nomi degli imputati nelle sentenze penali. Abbiamo bisogno del Franco Abruzzo, che progetta soluzioni innovative ed europee come ha fatto sul futuro della professione.


Diffidate dei rinnovatori, che hanno rivelato il loro vero volto di  conservatori con la puzza sotto il naso: non vogliono i praticanti d’ufficio!   Se c’è un  Ordine trasparente è quello di Milano, che ha codificato tutte le procedure per i praticanti d’ufficio e per i pubblicisti  dandole visibilità nel portale www.odg.mi.it.  Quando si  parla di praticanti d’ufficio si parla solo di Franco Abruzzo, che circa 40 anni fa ha inventato la “soluzione”, che ha permesso a tanti cittadini di ottenere giustizia, mentre il sindacato nazionale (di sinistra!) era lontanissimo e  silenzioso. In Lombardia è avvenuta a cavallo degli anni 90 una vera rivoluzione: 3-4mila cittadini hanno ottenuto un riconoscimento al quale avevano soltanto diritto! Franco Abruzzo (cronista abusivo de “Il Giorno”) è stato il primo di una legione fortissima. La sinistra (?) nega oggi il praticantato a chi viene assunto a termine: solo in Lombardia vincono la Costituzione e le direttive comunitarie! Che dire dei praticanti free lance inventati da Abruzzo nel 1989 con il  “caso Tondini”? Che dire dell’Ufficio stampa della Regione Lombardia trasformato, dopo una storica delibera assorbita in una legge regionale, in  “Agenzia di stampa Lombardia Notizie”?


 


Consiglio la lettura del   Manifesto elettorale del Movimento “Giornalisti per la Costituzione” (creato da Franco Abruzzo) in 11 punti:


1)   affermazione della piena validità dell’accesso esclusivo alla professione per mezzo dei master e delle scuole biennali di giornalismo a numero chiuso ancorati all’Università. Sostegno convinto all’Ifg “Carlo De Martino” rilanciato in questi giorni dall’azione comune Regione Lombardia/Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nella riforma della legge 69/1963 chiarire le incompatibilità, stabilendo che chi fa attività giornalistica non può essere presente nei consigli d’amministrazione delle società multimediali. Le fasi del  procedimento disciplinare vanno ridotte da 5 a 3 (Consiglio regionale, Consiglio nazionale, Cassazione). Decadenza automatica dall’Albo per il giornalista, che assume incarichi  negli uffici marketing e pr. La legge di riforma professionale deve avare un allegato un Testo unico deontologico che riassuma i principi etici della categoria presenti oggi  in varie leggi, nelle carte e nei codici. L’attuale normativa sulla diffamazione sia in sede penale sia in quella civile va cambiata radicalmente, partendo dalla miniriforma votata due anni fa alla Camera e poi affossata al Senato: La normativa sulle intercettazioni telefoniche e sui segreti (istruttorio e professionale del giornalista) va totalmente rivista anche in relazione al Codice della privacy;


 


2)   impegno dei futuri consiglieri a varare una delibera con la quale l’Ordine della Lombardia  afferma, come Autorità amministrativa,  la prevalenza delle direttive comunitarie sulla normativa nazionale in fatto di iscrizioni al  Registro dei Praticanti  aperto soltanto a coloro che hanno conseguito una laurea almeno di primo livello (triennale): ciò   in base ai principi affermati nella direttiva 89/48/CEE e nella sentenza 10 maggio 2001 della IV sezione della Corte di Giustizia  europea (nella causa C-285/00);


3)    pieno sostegno alla linea tradizionale del Consiglio dell’Ordine della Lombardia in tema di praticantato d’ufficio, di corsi facoltativi a pagamento per l’aggiornamento professionale dei colleghi e di  quanti in particolare lavorano negli Uffici stampa pubblici e privati in attesa dell’attuazione dell’articolo 45 (“Aggiornamento culturale e professionale”) del Cnlg con il gettito assicurato dall’articolo 116 della legge 388/2000 oggi incamerato dall’Inpgi in mancanza di un’intesa Fnsi/Fieg. E’ una priorità la costituzione del “Fondo nazionale paritetico interprofessionale per la formazione continua dei giornalisti”. Per quanto riguarda i pubblicisti, invece, deve diventare norma vincolante il principio “lombardo” in base al quale chi lavora a tempo pieno da giornalista deve diventare di diritto giornalista professionista, procedura comunque vincolata al possesso del titolo minimo della laurea triennale.  L’iscrizione all’elenco dei pubblicisti va condizionata anch’essa a un  percorso minimo formativo, mentre non dovrebbe essere sufficiente, come avviene oggi, la mera esibizione di 40/60 articoli scritti in 2 anni e retribuiti per acquisire il titolo di pubblicista. Il lavoro autonomo oggi presenta un forte deficit di tutele, che non possono prescindere, a fronte del decoro e  della dignità del lavoro giornalistico, da una tabella vincolante di compensi relativi agli articoli e ai servizi giornalistici. L’anarchia di oggi  indebolisce anche la qualità della stampa.


 


4)     dibattito  sui condizionamenti delle banche e della pubblicità  nella vita dei  giornali di carta, tv, radiofonici e web con l’obiettivo di proporre al Parlamento una organica riforma dell’editoria che faccia prevalere il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini all’informazione sulle azioni dei proprietari dei giornali stessi. Gli slogan di questa battaglia altamente civile sono questi: “Banchieri, giù le mani dai giornali” e  “La pubblicità stia al suo posto e non sostituisca l’informazione”. Sviluppare una intensa campagna nei luoghi di lavoro, perché siano respinte certe offerte indebite di favori da parte di pr e aziende. Gli uffici marketing non devono interferire con il lavoro dei direttori e delle redazioni;


 


5)    Difesa del ruolo degli inviati speciali, cancellati come qualifica dal  Contratto del 2001 per  un errore imperdonabile della  Fnsi. Attraverso la figura dell’inviato,  dobbiamo difendere la specificità e l’originalità di ogni giornale inteso come opera collettiva dell’ingegno. No ai giornali copia e incolla, sì ai giornali costruiti  dai giornalisti, che devono tornare a parlare con la gente nelle città e nei paesi della Penisola. Sì ai cronisti, che battono i marciapiedi e consumano le scarpe alla ricerca di notizie. Ferma condanna della scelta degli editori di utilizzare le tecnologie informatiche come taglio dei costi. Chiedere organici delle cronache adeguati alla realtà complessa delle nostre città e delle aree urbane nonché della nostra realtà sociale/economica e della nostra vita civile. Le inchieste sono state sostanzialmente abolite almeno negli ultimi 15 anni. Dobbiamo tornare a fare inchieste, che facciano male a qualcuno, soprattutto ai poteri forti (banche, grande industria, assicurazioni, mondo politico).  I Palazzi non sono luoghi inviolabili!!!!


 


6)    contestazione forte delle accuse di alcuni settori sindacali, che addebitano all’Ordine di aver creato “disordine” e precari. La debolezza del sindacato, invece, ha determinato in tutt’Italia una applicazione parziale del  Cnlg nei luoghi di lavoro e una mancata difesa degli organici redazionali. I Consigli dell’Ordine, come giudici delle iscrizioni nel Registro e nell’Albo, hanno garantito il diritto dei precari al loro status professionale.


 


7) sviluppo dell’azione di comunicazione dell’ente attraverso il portale, le email e “Tabloid”. Bisogna elaborare un piano editoriale che trasformi  “Tabloid” in un trimestrale ad alto contenuto culturale, storico, giuridico, organo di una professione centrale nella vita democratica del Paese. Sviluppare la presenza dell’Ordine nella vita culturale milanese con una serie di dibattiti di vasto impatto.


 


8) crescita qualitativa dei servizi resi dall’ente attraverso un uso sempre più incisivo e innovativo della telematica. L’obiettivo è  quello di avvicinare l’Ordine agli iscritti, garantendo prestazioni soprattutto via web e incrementando le prestazioni di natura legale e fiscale completamente gratuite.


 


9)  La composizione del Consiglio nazionale va ridotto  a un numero di 45 consiglieri, mantenendo il rapporto di  2 a 1 (30 professionisti e 15 pubblicisti). Le votazioni vanno ridotte a un solo turno con le urne aperte per due giorni (16 ore complessive), dando effettive garanzie alle minoranze. La sezione disciplinare del Cnog dovrebbe essere organizzata secondo lo schema del Csm dove la sezione disciplinare è formata da 6 consiglieri, mentre il plenum di palazzo dei Marescialli è di 27 consiglieri.


 


10) prevedere nella riforma della legge professionale che il giornalista sotto inchiesta disciplinare non possa presentare le dimissioni dall’Albo prima della conclusione della fase amministrativa del procedimento.


 


11) prevedere per le Procure della Repubblica l’obbligo di informare i Consigli degli Ordini territoriali sulle iniziative penali in atto a carico degli iscritti e per i presidenti dei Tribunali, delle Corti d’Appello e della Cassazione l’obbligo di trasmettere le sentenze di assoluzione e di condanna (a carico degli iscritti all’Albo) ai Consigli territoriali dell’Ordine perché possano essere avviate le istruttorie disciplinari.


 


Franco, tieni duro! Il futuro dell’Ordine di Milano si chiama sempre e solo Franco Abruzzo !!!!


 

F. M. de Bonis per l’Agenzia «Stefania-web»

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La biografia di Franco Abruzzo

 


Francesco (“Franco”) Abruzzo, nato a Cosenza il 3 agosto 1939, laureato in Scienze politiche e storiche , è giornalista professionista dal 3 febbraio 1963. Ha iniziato la professione il primo ottobre 1959 presso le redazioni calabresi dei quotidiani “ Il Tempo ” e il “ Giornale d'Italia ” per poi trasferirsi a Milano, dove ha lavorato (come cronista giudiziario, caposervizio di cronaca giudiziaria e caposervizio al “Politico” e ai “Fatti della Vita”) a " Il Giorno " dal giugno 1965 al novembre 1983 (in quel periodo diretto da Italo Pietra, Gaetano Afeltra e Guglielmo Zucconi ). Dal dicembre 1983 (chiamato da Gianni Locatelli) al marzo 2001 ha lavorato a " Il Sole 24 Ore " ( capo redattore centrale, articolista e inviato ). Nel 1978 con Walter Tobagi e Massimo Fini ha fondato la componente sindacale di “ Stampa democratica ” e tra il 1975 e il 1982 ha fatto più volte parte del CdR de “Il Giorno”, della Giunta dell'Associazione lombarda dei Giornalisti e del Consiglio nazionale della Fnsi. Nel luglio 1975 è stato assunto da Eugenio Scalfari come cronista giudiziario di “la Repubblica” (ma successivamente rinunciò all'incarico). Dal 15 maggio 1989 è presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (il mandato gli è stato rinnovato per la settima volta il 10 giugno 2004). E' direttore dall'ottobre 1986 di " Tabloid ", mensile dell'Ordine della Lombardia. E' stato anche presidente (dal maggio 1989 al maggio 1991) dell'Associazione " Walter Tobagi " per la Formazione al Giornalismo, l'ente senza scopo di lucro che gestisce l'Istituto "Carlo De Martino" per la Formazione al Giornalismo (meglio noto come "Scuola di giornalismo" di Milano). E'  tra “i  5062 italiani notevoli” (Giorgio dell’Arti e Massimo Parrini, Catalogo dei viventi,  Marsilio 2006).


 


Ha avviato una intransigente battaglia a favore del rinnovamento della professione giornalistica e per il suo ancoraggio ai principi della deontologia, dell'indipendenza e della libertà di cronaca e di critica. Ha portato avanti il principio dell'aggancio della professione giornalistica all'Università e alle scuole riconosciute dall'Ordine. Ha indirizzato l'azione concreta dell'Ordine della Lombardia in direzione della puntuale applicazione dei canoni deontologici e del rispetto delle regole contrattuali nelle redazioni attraverso l'iscrizione nel Registro dei praticanti di quanti, esercitando la professione in “nero”, vivono di giornalismo. La difesa del principio costituzionale della tutela della dignità della persona rimane un altro pilastro dell'azione sviluppata dall'Ordine di Milano negli anni della presidenza di Franco Abruzzo. Nell'estate del 1999, come vicepresidente del Cup (Comitato unitario delle professioni) di Milano, ha svolto una intensa attività in difesa delle professioni intellettuali regolamentate contro la minaccia governativa di soppressione. Nel marzo 2001 è stato riconfermato vicepresidente del Cup di Milano.


 


Scrive di problemi legati alle professioni intellettuali e di temi giuridici d'attualità legati al diritto di cronaca e di critica nonché alla privacy e al diritto del lavoro giornalistico su importanti riviste giuridiche (anche telematiche). Dal 1999 tiene un corso di “Diritto dell'informazione” nell'Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo. Dal 2001 al 2004 ha insegnato, come professore a contratto, “ Storia del giornalismo ” nel corso di laurea quadriennale di Sociologia presso l'Università Statale di Milano-Bicocca , Dal novembre 2002 insegna “ Diritto dell'informazione e dell'editoria ” all'Università Iulm di Milano . Dall'anno accademico 2004/2005 insegna “Diritto dell'informazione e dell'editoria” nel corso di laurea specialistica in Sociologia presso l'Università Statale di Milano-Bicocca.


 


Ha pubblicato: Il giornalista, la legge e l'esame di Stato , edito dall'Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo, Milano 1990, pag. 640; Guida del giornalista , editore Il Sole 24 Ore Libri, Milano 1992, pag. 900; Codice dell'informazione e della comunicazione , editore il Centro di Documentazione Giornalistica, Roma 1996, pagine 1087 ( II edizione , ottobre 1999, pagine 1.287; III edizione in due volumi, ottobre 2001, pagine 2.176; IV edizione in due volumi, aprile 2003, pagine 2608; V edizione, in tre volumi, aprile 2006, pagine 3.046).  Rinnovata nel nome, nel formato e nella veste grafica, l’opera è diventata una collana in tre volumi: il primo raccoglie le fonti del diritto italiano, comunitario e internazionale; il secondo è dedicato alla storia del giornalismo, da Gutenberg ad oggi; il terzo è un vero e proprio “sistema” di domande e risposte, ampie e ragionate, per aiutare i giovani giornalisti a padroneggiare le tematiche della professione. La collana, completamente aggiornata, soddisfa curiosità ed interessi di quanti abitano il panorama mediatico e il mondo della comunicazione,  ma è utile anche a chi è iscritto in corsi di laurea (Giurisprudenza, Scienze politiche, Relazioni pubbliche, Sociologia) e a chi opera  negli Urp e negli uffici stampa delle imprese private e delle pubbliche amministrazioni. E’ naturalmente il  vademecum indispensabile per i giornalisti e per gli aspiranti giornalisti, che affrontano l’esame di  Stato.


 

RICONOSCIMENTI

 


Premio Manzù 2003 con questa motivazione: "Il diritto alla libera informazione si re della costante azione di difesa e promozione del valore democratico della professione giornalistica. Franco Abruzzo, da 14 anni al vertice dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha trasferito in questo ruolo la passione per la verità maturata nelle redazioni di grandi e prestigiosi quotidiani italiani. Fautore della necessità di costruire un nuovo modo di informare, contraddistinto dal rispetto della deontologia e della competenza specialistica, ha avviato un profondo processo di rinnovamento della professione giornalistica, legando le moderne esigenze di formazione all'università. Nella sua funzione di esponente della categoria, scrive di temi giuridici connessi al diritto di cronaca, del lavoro e della privacy. Docente di diritto dell'informazione all'Università Iulm di Milano, insegna anche Storia del giornalismo presso l'Università degli studi di Milano Bicocca. All'artefice di tante battaglie per la libertà di stampa e di informazione, il Centro Pio Manzù è onorato di conferire la medaglia della Camera dei Deputati".


 


Premio Brianza 21 settembre 2004 (X edizione)


Premio alla carriera “ Carlo De Martino alla memoria ” a Franco Abruzzo con la seguente motivazione: “Presidente da 15 anni (il mandato gli è stato rinnovato per la settima volta nel maggio scorso) dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo, al di là del suo rilevante curriculum professionale, si è rivelato nel suo incarico strenuo difensore della libertà e del ruolo democratico della categoria, rigoroso custode dell'etica e della deontologia giornalistica, valente docente e fautore al contempo di una preparazione sempre più qualificata e di un più favorevole accesso delle giovani generazioni alla professione. Degno erede e successore del grande Carlo De Martino a cui è intitolato il premio”.


 


°°°°

Premio Isimbardi - Giornata della  Riconoscenza  2005

Milano, Palazzo Isimbardi, 19 dicembre 2005. Dal 1953 la Provincia organizza la "Giornata della Riconoscenza" per conferire un riconoscimento a cittadini e associazioni del mondo culturale, sociale, artistico, economico, sportivo, legati al territorio del milanese e che si siano distinti nella propria attività a favore delle comunità.


 


Dal 1999 al riconoscimento provinciale, che consiste in una medaglia d'oro e un diploma con la motivazione è stato attribuita la denominazione di "PREMIO ISIMBARDI".


 


 FRANCO ABRUZZO


 


NATO NEL ‘39, LAUREATO IN SCIENZE POLITICHE, HA INIZIATO LA PROFESSIONE DI GIORNALISTA NEL ’59 PRESSO LE REDAZIONI CALABRESI DEI QUOTIDIANI “IL TEMPO” E IL“GIORNALE D'ITALIA” PER POI TRASFERIRSI A MILANO. HA LAVORATO A "IL GIORNO" E A "IL SOLE 24 ORE”. COFONDATORE DELLA COMPONENTE SINDACALE DI “STAMPA DEMOCRATICA” E DIRETTORE DI "TABLOID” DALL ‘89 AL ‘91 È STATO PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE "WALTER TOBAGI" PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO. AUTORE DI NUMEROSI LIBRI E DOCENTE PRESSO DIVERSE UNIVERSITA’, DALL‘89 È PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA. HA AVVIATO UNA INTRANSIGENTE BATTAGLIA A FAVORE DEL RINNOVAMENTO DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA E IN DIFESA DEI PRINCIPI DELLA DEONTOLOGIA, DELL'INDIPENDENZA E DELLA LIBERTÀ DI CRONACA E DI CRITICA. HA SOSTENUTO IL FORTE LEGAME DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA CON LE UNIVERSITÀ E LE SCUOLE RICONOSCIUTE DALL'ORDINE. HA INDIRIZZATO L'AZIONE CONCRETA DELL'ORDINE DELLA LOMBARDIA VERSO LA DIFESA DELLA TUTELA DELLA DIGNITÀ DELLA PERSONA, LA PUNTUALE APPLICAZIONE DEI CANONI DEONTOLOGICI E IL RISPETTO DELLE REGOLE CONTRATTUALI NELLE REDAZIONI.


 


 …………….

“Premio Cinque stelle per il giornalismo” – Milano Marittima 25 aprile 2006

A Franco Abruzzo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, è toccato il Premio alla deontologia giornalistica con questa motivazione: “Come giornalista de “Il Giorno” e de “Il  Sole 24 Ore” si è particolarmente distinto per un uso corretto e scrupoloso delle fonti e per un approfondimento non comune di temi scottanti per il futuro nazionale. Come presidente dei giornalisti della Lombardia ha dato un contributo decisivo in tutte le battaglie per il riconoscimento della dignità della professione giornalistica e per la valorizzazione dei principi deontologici”.


 


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Premio “Telesio” - Cosenza 13 maggio 2006

II presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo, è il vincitore dell'edizione 2006 del  Premio «Telesio», che il Rotary Club assegna ogni anno a personalità calabresi che si sono affermate nel mondo dell'arte, della scienza, della cultura, delle professioni e della ricerca scientifica. II premio è stato istituito nell'anno 1976/77. Franco Abruzzo ha ricevuto il riconoscimento nel corso di una manifestazione, che si è svolta oggi pomeriggio nella sala congressi dell'hotel Executive a Quattromiglia di Rende. La manifestazione è stata aperta da una relazione del presidente del Rotary Club cosentino, Antonio Iorio. Lo scrittore Coriolano Martirano ha illustrato i controversi rapporti tra Chiesa e Rotary: «Chiesa e Rotary: dallo scontro l'incontro». La manifestazione si è conclusa con una relazione di Franco Abruzzo, che ha parlato sul tema « I giornalisti del terzo millennio tra Costituzione, università e deontologia». Vi è una motivazione profonda nella scelta del nome del Premio: Bernardino Telesio è ricordato come il filosofo della libertà, che ha restituito dignità all'uomo, rendendolo artefice del proprio destino. Il Premio consiste in una statuetta in bronzo raffigurante il famoso filosofo cosentino splendidamente modellata dal compianto artista ed indimenticato rotariano, Cesare Baccelli. Dal 1976 ad oggi il Premio è stato assegnato, con cadenza biennale, a personaggi di chiara fama, quali: il pro£ Giuseppe AULETTA, giurista, cattedratico di diritto commerciale, Accademico dei Lincei; il prof. Francesco VALENTINI, cattedratico di filosofia all'Università di Roma; il prof. Carlo PERRIS, cattedratico di neuropsichiatria all'università di Stoccolma; l'on. Giacomo MANCINI, politico meridionalista; il prof. Carlo BARCA, cattedratico di clinica oculistica; il pro£ Aldo BRANCATI, cattedratico di Fisiologia umana, Rettore della III Università di Roma; il prof. Luigi GULLO, giurista, cattedratico di diritto penale, presidente dell'Accademia Cosentína; il prof Luigi AMANTEA, cattedratico di chirurgia; il prof. Rocco DOCIMO, cattedratico di Clinica Chirurgica; 1'ing. Antonio RODOTA', direttore generale dell'Agenzia Spaziale europea con sede a. Parigi; il pro£ Aldo TURCHIARO, pittore; il prof. Beniamino QUINTIERI, Presidente dell'Istituto per il Commercio Estero.


……………


IN VISTA DELLE ELEZIONI DELL'ORDINE


 


GLI APPUNTAMENTI:


a) 10 maggio: happy hour (h 19-23) al “Fashion Cafè” di via San Marco 1/Milano. Un appuntamento in un ambiente completamente rinnovato e di gran moda. Gusteremo un drink con stuzzichini in abbondanza al costo di 7 euro. Verrà presentata la lista dei candidati vicini al Movimento “Giornalisti per la Costituzione”.


 


b) 20/21 maggio e 27/28 maggio: urne aperte nella


sede della Unione del Commercio  di corso Venezia 49/Milano.


 


 





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