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Appello di Franco Abruzzo ai giornalisti lombardi: “Abbiamo la consapevolezza di aver tutelato giorno dopo giorno la professione, la dignità e la libertà dei colleghi. La prova è nel portale www.odg.mi.it. Vogliamo continuare a servire la professione e i colleghi. Dite no alla campagna soltanto negativa e denigratoria degli avversari. Votate in blocco la lista del Movimento giornalisti per la Costituzione. Votate per intero la lista: senza la squadra non si governa!”.

Importantissima è la votazione per il Consiglio regionale, l’anomalo Consiglio regionale di Milano. Anomale sta per autonomo, non allineato  e indipendente dai centri di potere professionali romani. Il contributo che l’Ordine di Milano, attraverso l’opera del suo presidente Franco Abruzzo, ha dato in questi anni alla vita della professione è originale e insostituibile (ne fanno fede le 53.200 citazioni in google.it e le 327mila in virgilio.it).  


 


Ricordiamo che, dato il sistema elettorale a maggioranza assoluta, è indispensabile trascrivere sulle schede tutti i nomi e i cognomi dei candidati da votare. E altresì indispensabile votare sia al primo turno (20 e  21 maggio) sia al ballottaggio (27 e 28 maggio).  PER VINCERE BISOGNA VOTARE IN BLOCCO I NOMI DEI COLLEGHI!!!!


……………………………….


 


Lista indipendente per l’autonomia della professione giornalistica


sostenuta anche dal “Movimento Giornalisti per la Costituzione”


 


Consiglio regionale PROFESSIONISTI (scheda  VERDE)


1.Franco ABRUZZO                          4. Enrico FEDOCCI


2. Lucia   BELLASPIGA                    5. Sebastiano GRASSO         


3. Sergio  D'ASNASCH                      6. Andrea MONTANARI


 


Collegio revisori dei conti professionisti (scheda  VERDE)


1. Paolo MASTROMO


2. Maurizio MICHELINI


 


Consiglio nazionale PROFESSIONISTI (scheda  AZZURRA)


1. Marco VOLPATI, 2. Daniela STIGLIANO, 3. Paolo CHIARELLI, 4. Gianni  DE FELICE, 5. Ruben RAZZANTE, 6. Giuseppe ALTAMORE, 7. Giuseppe BAIOCCHI, 8. Stefano CAMOZZINI, 9. Fabrizio CASSINELLI, 10. Giuseppe CIULLA, 11. Anna DEL FREO, 12. Elena GOLINO,  13. David MESSINA,  14. Andrea MORIGI,  15. Gerry ROMANO.


…………………………….


Consiglio regionale PUBBLICISTI (scheda  GIALLA)


1. Cosma Damiano NIGRO


2. Raffaella PARISI


3. Giacinto SARUBBI


 


Collegio revisori dei conti pubblicisti (scheda  GIALLA)

1. Ezio SIMONELLI

 


Consiglio nazionale PUBBLICISTI (scheda  ROSA)


1. Franz FOTI, 2. Domenico TEDESCHI, 3. Alberto ARRIGONI, 4. Jole ZANGARI, 5. Giuseppe ALBERTI, 6. Assunta CURRA’, 7. Onofrio Onelio FRANCIOSO, 8. Isotta Enea GAETA, 9. Franco MARELLI COPPOLA, 10. Mons. Emilio PASTORMERLO, 11. Agostino PICICCO; 12. Massimo SALA.


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COME, DOVE, QUANDO: si vota il 20 maggio (dalle ore 9.45 alle 13.15) e il 21 maggio (dalle ore 9.30 alle 14) alla Sala Orlando dell'Unione del commercio di Milano (C.so Venezia 49).


IL BALLOTTAGGIO si terrà il  27 maggio (dalle ore 9.45 alle 13.15) e il 28 maggio (dalle ore 9.30 alle 14) sempre alla Sala Orlando dell'Unione del commercio di Milano (C.so Venezia 49).


 


…………………………..


La lista (con le biografie dei 39 candidati)


che si rifà al “Movimento Giornalisti per la  Costituzione”


è nella home page di www.francoabruzzo.it


……………………….

La biografia di Franco Abruzzo è in www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5

 


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In 11 punti tutto  il programma


del Movimento


“Giornalisti per la Costituzione”


 


Milano, 19 maggio 2007.  E’ tempo di elezioni  (per il rinnovo dei Consigli dell’Ordine) e anche tempo  di riformare in  maniera incisiva l’Ordine e la professione secondo questi 11 punti:


 


1)                 affermazione della piena validità dell’accesso esclusivo alla professione per mezzo dei master e delle scuole biennali di giornalismo a numero chiuso ancorati all’Università. Sostegno convinto all’Ifg “Carlo De Martino” rilanciato in questi giorni dall’azione comune Regione Lombardia/Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nella riforma della legge 69/1963 chiarire le incompatibilità, stabilendo che chi fa attività giornalistica non può essere presente nei consigli d’amministrazione delle società multimediali. Le fasi del  procedimento disciplinare vanno ridotte da 5 a 3 (Consiglio regionale, Consiglio nazionale, Cassazione). Decadenza automatica dall’Albo per il giornalista, che assume incarichi  negli uffici marketing e pr. La legge di riforma professionale deve avare un allegato un Testo unico deontologico che riassuma i principi etici della categoria presenti oggi  in varie leggi, nelle carte e nei codici. L’attuale normativa sulla diffamazione sia in sede penale sia in quella civile va cambiata radicalmente, partendo dalla miniriforma votata due anni fa alla Camera e poi affossata al Senato. La normativa sulle intercettazioni telefoniche e sui segreti (istruttorio e professionale del giornalista) va totalmente rivista anche in relazione al Codice della privacy. Vogliamo una legge di un solo articolo: “E’ lecito pubblicata le carte dei fascicoli istruttori sui quali il Gip non abbia apposto il segreto momentaneo”. Il ddl Mastella  blocca, invece, ogni tipo di pubblicazione (intercettazioni telefoniche in testa) e proibisce di  dar conto delle indagini fino al secondo grado di giudizio, con relativa censura riguardante la pubblicazione di verbali d’interrogatorio, delle ordinanze di custodia cautelare, dei verbali di perquisizione e di sequestro. Il ddl Mastella tutela la classe dirigente del Paese. Una vergogna!


C’è bisogno urgente di una nuova legge sulla rettifica che incida sia in sede penale sia in sede civile. Il crescente numero di querele contro giornali e giornalisti rende necessaria una nuova legge sulla rettifica in caso di diffamazione a mezzo stampa. Il problema più significativo è risarcire l'onore delle persone lese e stabilire che la rettifica fatta nei termini previsti dall’articolo 8 della legge 47/1948 ha una funzione di risarcimento e che la stessa evita il procedimento penale e contiene il risarcimento civile. I giornali potranno poi scegliere se rettificare o andare al processo penale con il rischio implicito di rischi civilistici. La materia è complessa, perché si tratta di trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza giuridica di tutelare l’identità della persona offesa e il diritto di giornali e giornalisti di riferire quel che accade ai cittadini, titolari a loro volta del diritto costituzionale all’informazione (corretta e completa) elaborato dalla Corte costituzionale e dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo. In sostanza va affermato il principio secondo il quale la persona offesa che non abbia chiesto la pubblicazione di una rettifica o smentita della notizia lesiva non può chiedere il risarcimento del danno lamentato in conseguenza della stessa. Nel caso di rifiuto di pubblicazione di rettifica o smentita, sono civilmente responsabili per il risarcimento del danno, in solido con gli autori del reato e fra di loro, il proprietario della pubblicazione e l'editore. Nel caso della pubblicazione della rettifica o della smentita, la persone offesa può chiedere il risarcimento del danno qualora dimostri, in relazione alla gravità dell'illecito e alle circostanze, che l'adempimento non costituisca riparazione sufficiente.


 


2)   impegno dei futuri consiglieri a varare una delibera con la quale l’Ordine della Lombardia  afferma, come Autorità amministrativa,  la prevalenza delle direttive comunitarie sulla normativa nazionale in fatto di iscrizioni al  Registro dei Praticanti  aperto soltanto a coloro che hanno conseguito una laurea almeno di primo livello (triennale): ciò   in base ai principi affermati nella direttiva 89/48/CEE e nella sentenza 10 maggio 2001 della IV sezione della Corte di Giustizia  europea (nella causa C-285/00).


 


3) pieno sostegno alla linea tradizionale del Consiglio dell’Ordine della Lombardia in tema di praticantato d’ufficio, di corsi facoltativi a pagamento per l’aggiornamento professionale dei colleghi e di  quanti in particolare lavorano negli Uffici stampa pubblici e privati in attesa dell’attuazione dell’articolo 45 (“Aggiornamento culturale e professionale”) del Cnlg con il gettito assicurato dall’articolo 116 della legge 388/2000 oggi incamerato dall’Inpgi in mancanza di un’intesa Fnsi/Fieg. E’ una priorità la costituzione del “Fondo nazionale paritetico interprofessionale per la formazione continua dei giornalisti”. Per quanto riguarda i pubblicisti, invece, deve diventare norma vincolante il principio “lombardo” in base al quale chi lavora a tempo pieno da giornalista deve diventare di diritto giornalista professionista, procedura comunque vincolata al possesso del titolo minimo della laurea triennale.  L’iscrizione all’elenco dei pubblicisti va condizionata anch’essa a un  percorso minimo formativo, mentre non dovrebbe essere sufficiente, come avviene oggi, la mera esibizione di 40/60 articoli scritti in 2 anni e retribuiti per acquisire il titolo di pubblicista. Il lavoro autonomo oggi presenta un forte deficit di tutele, che non possono prescindere, a fronte del decoro e  della dignità del lavoro giornalistico, da una tabella vincolante di compensi relativi agli articoli e ai servizi giornalistici. L’anarchia di oggi  indebolisce anche la qualità della stampa.


 


4)     dibattito  sui condizionamenti delle banche e della pubblicità  nella vita dei  giornali di carta, tv, radiofonici e web con l’obiettivo di proporre al Parlamento una organica riforma dell’editoria che faccia prevalere il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini all’informazione sulle azioni dei proprietari dei giornali stessi. Gli slogan di questa battaglia altamente civile sono questi: “Banchieri, giù le mani dai giornali” e  “La pubblicità stia al suo posto e non sostituisca l’informazione”. Sviluppare una intensa campagna nei luoghi di lavoro, perché siano respinte certe offerte indebite di favori da parte di pr e aziende. Gli uffici marketing non devono interferire con il lavoro dei direttori e delle redazioni.


 


5)    Difesa del ruolo degli inviati speciali, cancellati come qualifica dal  Contratto del 2001 per  un errore imperdonabile della  Fnsi. Attraverso la figura dell’inviato,  dobbiamo difendere la specificità e l’originalità di ogni giornale inteso come opera collettiva dell’ingegno. No ai giornali copia e incolla, sì ai giornali costruiti  dai giornalisti, che devono tornare a parlare con la gente nelle città e nei paesi della Penisola. Sì ai cronisti, che battono i marciapiedi e consumano le scarpe alla ricerca di notizie. Ferma condanna della scelta degli editori di utilizzare le tecnologie informatiche come taglio dei costi. Chiedere organici delle cronache adeguati alla realtà complessa delle nostre città e delle aree urbane nonché della nostra realtà sociale/economica e della nostra vita civile. Le inchieste sono state sostanzialmente abolite almeno negli ultimi 15 anni. Dobbiamo tornare a fare inchieste, che facciano male a qualcuno, soprattutto ai poteri forti (banche, grande industria, assicurazioni, mondo politico).  I Palazzi non sono luoghi inviolabili!!!!


 


6)    contestazione forte delle accuse di alcuni settori sindacali, che addebitano all’Ordine di aver creato “disordine” e precari. La debolezza del sindacato, invece, ha determinato in tutt’Italia una applicazione parziale del  Cnlg nei luoghi di lavoro e una mancata difesa degli organici redazionali. I Consigli dell’Ordine, come giudici delle iscrizioni nel Registro e nell’Albo, hanno garantito il diritto dei precari al loro status professionale.


 


7) sviluppo dell’azione di comunicazione dell’ente attraverso il portale, le email e “Tabloid”. Bisogna elaborare un piano editoriale che trasformi  “Tabloid” in un trimestrale ad alto contenuto culturale, storico, giuridico, organo di una professione centrale nella vita democratica del Paese. Sviluppare la presenza dell’Ordine nella vita culturale milanese con una serie di dibattiti di vasto impatto.


 


8) crescita qualitativa dei servizi resi dall’ente attraverso un uso sempre più incisivo e innovativo della telematica. L’obiettivo è  quello di avvicinare l’Ordine agli iscritti, garantendo prestazioni soprattutto via web e incrementando le prestazioni di natura legale e fiscale completamente gratuite.


 


9)  La composizione del Consiglio nazionale va ridotto  a un numero di 45 consiglieri, mantenendo il rapporto di  2 a 1 (30 professionisti e 15 pubblicisti). Le votazioni vanno ridotte a un solo turno con le urne aperte per due giorni (16 ore complessive), dando effettive garanzie alle minoranze. La sezione disciplinare del Cnog dovrebbe essere organizzata secondo lo schema del Csm dove la sezione disciplinare è formata da 6 consiglieri, mentre il plenum di palazzo dei Marescialli è di 27 consiglieri.


 


10) prevedere nella riforma della legge professionale che il giornalista sotto inchiesta disciplinare non possa presentare le dimissioni dall’Albo prima della conclusione della fase amministrativa del procedimento.


 


11) prevedere per le Procure della Repubblica l’obbligo di informare i Consigli degli Ordini territoriali sulle iniziative penali in atto a carico degli iscritti e per i presidenti dei Tribunali, delle Corti d’Appello e della Cassazione l’obbligo di trasmettere le sentenze di assoluzione e di condanna (a carico degli iscritti all’Albo) ai Consigli territoriali dell’Ordine perché possano essere avviate le istruttorie disciplinari.


 





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