PRATICANTATO GIORNALISTICO: il Ministero della Giustizia sospende la delibera 28/3/2023 del Consiglio nazionale dell’Ordine che introduceva nuovi criteri interpretativi dell’articolo 34 della legge 69/1963. Il Ministero non ha mai espresso “consenso a una deroga rispetto al sistema legislativo contenuto in norme primarie”. Bocciato “l’avvio del praticantato anche in assenza di una testata e di un direttore responsabile” (che sono principi “ineludibili”, i quali non possono in alcun modo essere pretermessi, sino a quando, per ipotesi, non dovessero essere modificati dal legislatore”). Il Ministero “invita con assoluta urgenza codesto Consiglio nazionale a rettificare il comunicato relativo ai criteri indicati nella delibera del 28 marzo 2023, precisando a tutti gli ordini regionali che si tratta di un corpus regolamentare aggiuntivo rispetto alle prescrizioni di legge, senza in alcun modo costituire una deroga ai requisiti imperativamente richiesti in particolare, dagli art. 33 e 34 della legge professionale, nonché dell’art. 36 del regolamento attuativo”. IN CODA: IL CNOG NON SI ADEGUA. SI VA AL COMMISSARIAMENTO DEL CNOG?
Ministero della Giustizia - DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI DI GIUSTIZIA DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI INTERNI UFFICIO II – ORDINI PROFESSIONALI E ALBI. Al Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti. Ai Consigli regionali dell’ordine dei giornalisti e, p.c., Al Viceministro On. Francesco Paolo Sisto viceministro.sisto@giustizia.it, francescopaolo.sisto@giustizia.it
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Importante sentenza penale della Cassazione in materia di responsabilità dei direttori accusati di diffamazione.
di Pierluigi Franz
22.3.2019 - A distanza addirittura di circa 14 anni dalla pubblicazione su "Il Messaggero" di Roma del 24 giugno 2005 di un articolo ritenuto diffamatorio la 5^ Sezione Penale della Corte di Cassazione con sentenza n. 12548 del 20 marzo 2019 ha in parte accolto il ricorso dell'ex direttore del giornale Paolo Gambescia, fissando una serie di importanti principi in materia di responsabilità dei direttori accusati di diffamazione:
"1) il direttore responsabile di un giornale non risponde del reato di cui all'art. 595, comma 3, del codice penale in relazione al titolo dal tenore diffamatorio che accompagni l'articolo pubblicato, in assenza di prova di aver realmente contribuito a formare (o addirittura egli solo formato) detto titolo ovvero di averlo condiviso;
2) nel caso di titolo diffamatorio, il direttore responsabile di un quotidiano può rispondere, eventualmente, della condotta colposa di omesso controllo ex art. 57 del codice penale in presenza delle condizioni di sussistenza di tale (diverso) reato, ma non già, tout court, di diffamazione,
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La Stampa Mercoledì 15 Febbraio 2023 Pagina 30- MATTARELLA CON I GIORNALI PER LA LIBERTÀ. - L'appello del capo dello Stato a istituzioni, società civile e industria dei media al congresso della Fnsi: "È compito di tutti garantire le condizioni per una stampa indipendente. Solo così si ha una vera democrazia".
di UGO MAGRI
Moro, le Br e i sospetti sulla verità «indicibile». Le trame del sequestro. La linea dei terroristi e la risposta dello Stato, che ancora alimentano ombre e misteri (veri e falsi).
Ricordato a Roma il giornalista milanese Eugenio Colorni, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria, a 77 anni dalla sua uccisione da parte della famigerata banda Kock durante la 2^ Guerra Mondiale.
di pierluigi roesler franz
3.6.2021 - Il grande giornalista milanese di origine ebrea Eugenio Colorni è stato ricordato a Roma a 77 anni dal suo ferimento a morte in via Livorno da parte della famigerata banda Kock, avvenuto il 28 maggio 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale. Colorni, classe 1909, patriota, partigiano combattente, eroe della Resistenza e uno dei massimi promotori del federalismo europeo assieme all'ex comunista Altiero Spinelli e ad Ernesto Rossi di Giustizia e Libertà, era professore di
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In Rcs Libri nasce il marchio Fuoriscena, si occuperà di saggistica d’intervento, giornalismo investigativo, narrazioni civili sui grandi temi del nostro tempo.
Prepensionamenti.Giornalisti. Messaggio Inps n. 644/10.2.023: è prevista incompatibilità soltanto con l’attività lavorativa, subordinata e autonoma, prestata in Italia e all’estero presso l’azienda che ha dato luogo al prepensionamento o presso un’altra azienda facente capo al medesimo gruppo editoriale. A decorrere dal 1° luglio 2022, il trattamento derivante dal prepensionamento in oggetto è cumulabile con i redditi derivanti da rapporti di lavoro dipendente o autonomo stipulati con datori di lavoro diversi. - IN CODA il testo del messaggio 644.
di ipsoa.it
10.2.2023 - Arrivano dall’INPS, nel messaggio n. 644 del 2023, chiarimenti in merito allo svolgimento dell’attività lavorativa successiva al prepensionamento in favore dei giornalisti professionisti. Le condizioni cambiano in base al datore di lavoro presso cui viene prestata l’attività di
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CDR LA7: BOOM DI RISULTATI, MA PRECARI NON ASSUNTI, INTEGRATIVO NON APPLICATO.
22.3.2019 - Boom di ascolti e di raccolta pubblicitaria, giornalisti ancora precari e non pagati secondo i contratti. Questa è la realtà de La7. I dati del 2018 evidenziano circa 140 milioni di ricavi pubblicitari, con circa 100 di costi, e i primi mesi del 2019 registrano un ulteriore incremento di ascolti, con l’emittente che si attesta al quinto posto nel prime time. Nonostante questi clamorosi risultati economici e di ascolti però l’azienda non procede all’assunzione
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Direttiva di 10 pagine del Procuratore della Repubblica di Tivoli sul decreto Legislativo n. 188 in vigore da pochi giorni, che fa discutere in tutta Italia perché limita la libertà di stampa.
di Pierluigi Roesler Franz
18.12.2021 - In merito al recente Decreto Legislativo n. 188 in vigore da pochi giorni, che già sta facendo discutere in tutta Italia perché di fatto limita la libertà di stampa, si segnala la Direttiva del 13 dicembre 2021 di ben 10 pagine firmata dal Procuratore della Repubblica di Tivoli dott.
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Il Sole 24 Ore Venerdì 3 Marzo 2023 Pagina 32 - FACEBOOK PAGA I DANNI PER UN POST DIFFAMATORIO. Il Tribunale di Milano sanziona il social network per l’inerzia nella rimozione. Non contano limitata circolazione della pagina e i pochi giorni di esposizione.
di GIOVANNI NEGRI
Facebook deve rimuovere i post del cui contenuto diffamatorio è pienamente consapevole. In caso contrario deve essere sanzionato sul piano pecuniario. A questa conclusione approda il Tribunale di Milano, prima sezione civile, con sentenza depositata ieri con la quale Facebook è condannato al
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Premio giornalistico Rossella Minotti, selezionati i tre vincitori 2022.
FONDAZIONE MURIALDI - Le nuove frontiere della professione giornalistica.
Una professione da riformare in profondità riportando al centro l'essenza del lavoro del giornalista: scovare, verificare, approfondire fatti di interesse per la comunità, alla ricerca della verità, nel rispetto dei doveri imposti dalla deontologia. Questo il senso dell'intenso seminario dal titolo "Giornalismo, 'verità', ordinamento professionale" organizzato dalla Fondazione Paolo Murialdi in Fnsi
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IL DIBATTITO/Il delitto Tobagi, il giudice Salvini: «Nessuno ha il monopolio della verità». La replica all’intervento dei Pm Ferdinando Pomarici e Armando Spataro.
di Guido Salvini/corriere.it
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5.7.2021 -Strasburgo: «L'errore commesso dalla stampa non giustifica una sanzione pecuniaria sproporzionata» La Corte europea dei diritti dell'uomo ribadisce il principio per cui un risarcimento elevato nei casi di diffamazione, in grado di dissuadere i media dalla funzione di informare su questioni di interesse generale, viola l'articolo 10 della Convenzione. Come racconta Marina Castellaneta nell'intervento riproposto di seguito.
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